Ognuno, dentro di sé, ha i propri luoghi del cuore. Quei piccoli angoli di pace che al solo pensiero creano in noi quel misto di piacevole nostalgia e desiderio di serenità. Alcuni dei miei si trovano in Liguria, più precisamente nella provincia d'Imperia. Spesso sottovalutiamo la nostra bella Italia, agognando mete più esotiche. Ma questo piccolo lembo di terra arcuata offre piccoli borghi intrappolati in tempi antichi, meravigliosi scorci sul mare, deliziose pietanze per tutti i gusti e persino vita mondana.
Se avete voglia di giocare un po' ai piccoli esploratori, concedendovi anche il lusso di una piacevole giornata alle uniche vere terme naturali della Liguria, questa mini-vacanza è ciò che fa per voi!
Primo giorno: Bussana Vecchia
Ok, si parte! Già mi sento euforica, come da bambina quando ci si alzava presto per andare al mare. La frizzante sensazione di gioia è la medesima. Autostrada, sempre un po' noiosa, ma al cartello che indica l'avvicinarsi di Ventimiglia il torpore inizia a lasciare spazio all'impazienza. Quando si vede la bouganville che si arrampica sui muri significa che siamo quasi arrivati. Non sarà certo un caso che, secondo la florigrafia, essa assuma il significato di "benvenuto"... Eccoci a Sanremo, la celeberrima città dei fiori e del Festival, con quel suo tipico fascino retrò. A volte me la immagino immersa negli anni '70 e io che sfreccio su una bella macchina sportiva con i capelli al vento, la minigonna e gli occhiali da sole mentre m'immergo in un paesaggio da cartolina fatto di fiori colorati e acqua blu... Ok, seguiamo le indicazioni e finalmente giungiamo all'antico borgo. Da che ho memoria, ricordo di essere stata a Bussana Vecchia almeno una volta per ogni vacanza trascorsa da queste parti. Il suo alone di mistero, alimentato dai racconti di mio padre sulle sue gite in solitudine tra le antiche rovine abitate da qualche gatto nei tempi precedenti la sua grande trasformazione, hanno indubbiamente affascinato la mia mente di bambina. Questo luogo "malfamato e magico", popolato da persone non meglio identificate, esercitava su di me il fascino dell'attrazione mista a repulsione. Bussana Vecchia è bizzarra e deve la sua fortuna ad un tragico terremoto del 1887, durante il quale morirono molti abitanti in quel fatidico 23 Febbraio e i vivi vennero ampiamente truffati da personaggi di dubbia moralità e contorta burocrazia all'italiana. Ma per fortuna, negli anni '60 arrivarono "Gli Artisti", globetrotter fricchettoni che occuparono abusivamente questo borgo dimenticato in nome dell'arte e dell'utopia. Tra questioni legali, produzione artigianale, originalità, olio di gomito e fantasia, Bussana "non esiste ma vive benissimo", essendo una frazione di Sanremo "se esistesse" ma sulla quale il Comune punta anche a livello turistico. Questo borgo coinvolge molti dei nostri sensi. La vista in primo luogo: lo spettacolare paesaggio che ci accoglie percorrendo la strada in salita appare simile ad un quadro. Per non parlare poi delle vecchie case, le strade faticose e diroccate, le curiose "apparizioni religiose" in un borgo di matrice cattolica che ha il suo perno proprio nella bella chiesa barocca, alla quale manca il tetto, unendola così al cielo e rendendola forse ancora più terrena e spirituale allo stesso tempo... E poi gli animali: gatti che si aggirano furtivi e allegri cinguettii... se osserverete bene troverete anche un curioso Giardino Botanico, ovviamente non tradizionale, se così vogliamo dire... Ma Bussana Vecchia è anche un'esperienza tattile: i muri consumati che scivolano sotto le dita e l'antica pavimentazione che ostacola il cammino sotto le scarpe da ginnastica... Ah, se sarete bravi troverete, nascosta in una di queste bizzarre case, un plastico meraviglioso della zona, con tanto di treni funzionanti... ma è giunta ora di mettere qualcosa sotto i denti. Ma si sa, l'arte non ha orari e né si piega alle vicissitudini terrene, per cui gli orari di botteghe e localini sono un po' "vari ed eventuali"... Meglio scendere a Bussana Nuova e fermarsi a mangiare qualcosa, magari un bel pezzo di focaccia guardando il mare. E già che ci siamo diamo anche un'occhiata al Poggio della Madonna della Guardia, con la sua imponente chiesa che domina dall'alto questo blu che riempie occhi e cuore. Con calma ci dirigiamo verso il paese adiacente, Arma di Taggia, e decidiamo di percorre un po' il lungo mare osservando sornioni le persone in spiaggia e decidendo di concederci un aperitivo immergendoci nel tramonto. Pernottiamo qui: la scelta è ampia e adatta a diversi tipi di tasche.
Secondo giorno: Arma di Taggia
Ci svegliamo con un bel sole nel cielo. L'aria salmastra riempie i polmoni e una lieve brezza, che non guasta, rinfresca l'aria. Questa sarà una giornata all'insegna del relax. Per prima cosa, dopo una bella colazione, andiamo a sgranchirci le gambe facendo un giretto in paese. Io sono di casa qui, ci vengo da una vita! Quindi, ovvia sosta dal panettiere: focaccia, sardenaria e canestrelli di Taggia (per onorare la tradizione). Tutta roba buona: provare per credere! Ok, per il pranzo siamo a posto. Tra le numerose spiagge, pubbliche e private, decidiamo di fermarci in una di quelle comunali (quella con il bagno, la sua utilità è indubbia). Una volta questo bagnasciuga sabbioso e lungo (e anche largo per essere in una terra nota per le sue strettissime spiagge) era popolato per lo più da bambini e nonni, ma da qualche anno la gioventù ha ripreso le redini in mano. La giornata scorre tranquilla tra bagni in mare, tenerezze tra innamorati e cruciverba. Rimaniamo in spiaggia fino al calare del sole: adoriamo entrambi il vivere questo momento della giornata sulla sabbia ormai tiepida, osservando il sole sprofondare nel mare mentre il cielo si tinge pian piano dei colori della sera e i gabbiani iniziano le loro danze. Una volta rientrati: doccia, trucco, parrucco e siamo pronti. Decidiamo di cenare sulla spiaggia, in un localino al termine della passeggiata sul lungo mare e nelle più che immediate vicinanze di un piccolo gioiello storico. Da fuori, guardando attraverso le spesse sbarre, quella buia grotta nella quale si scorge un altare nella penombra mette un po' paura... Ma se avete la fortuna di trovarla aperta, non fatevela scappare! La Grotta dell'Arma la trovate lungo la passeggiata, incastonata nella montagna come ogni gemma preziosa che si rispetti. E' una vera e propria cavità, antichissima (risale al Paleolitico!). In essa sono stati trovati numerosi reperti d'importanza archeologica. In questa grotta, leggermente inquietante come tutte le cavità nel ventre della terra, si trova un piccolo luogo di preghiera, proprio al di sotto della fortezza, che con la sua imponenza domina il mare dall'alto. Questa chiesetta, (chiamata dell'Arma, ma il cui vero nome sarebbe Santuario - Grotta della S.S. Annunziata) è custodita da una Madonnina che prega volgendo gli occhi al cielo, proteggendo così il suo paese. Una Madonnina vestita di bianco che potrebbe narrare storie riguardanti pirati, saccheggi, incendi e abili conquistatori saraceni. Ma nonostante tutto questo, lei è ancora lì a vegliare su statue e bassorilievi di pregio in un piccolo luogo di culto, freddo e umido, spesso chiuso ai visitatori. Se avrete la fortuna di poterci entrare, vi accorgerete come in realtà non sia angusto come appare sbirciando attraverso le pesanti sbarre arrugginite poste come protezione alla finestrella che guarda verso il mare e l'infinito, proprio come il paese che la ospita.
Terzo giorno: Pigna
Ci svegliamo tutto sommato presto per essere in vacanza, ma assolutamente pronti per recarci nel luogo perfetto per coccolare mente, corpo e spirito. Saltiamo in auto e riprendiamo l'Aurelia in direzione Ventimiglia. Ad un tiro di schioppo dalla bella Bordighera e salendo verso l'entroterra, attraversando paesini di estrema bellezza, giungiamo a Pigna. Nome curioso per questa piccola località immersa nel verde, patria di gustosi ed imperdibili ravioli e di rinomati fagioli bianchi. Pare che le vecchie case di questo borgo, strette l'una all'altra e attraversate da ripidi viottoli, appaiano proprio come il frutto delle conifere. In questo paesino dove il tempo sembra essersi fermato, tra gatti paciosi distesi al sole e gracidanti rane, appare, come in una fiaba moderna, una cascata con accanto un hotel a 4 stelle in puro stile "anni d'oro del Festival della Canzone Italiana". Ebbene sì: il fiore all'occhiello termale della Liguria risiede qui, accanto ad una cascata degna delle più belle ninfe mitologiche. Purtroppo essendo acque sulfuree, l'idillio viene rotto dal persistente odore di zolfo, ma non si può avere tutto dalla vita... Ad ogni modo, io adoro questo posto e mi piace riempirmi l'anima di questo rasserenante paesaggio fuori dal tempo, immersa in un piccolo lusso alla portata di tutti (o quasi), sorseggiando un calice del mitico Rossese di Dolceacqua (paese incantevole, caro a Monet, a pochi Km di distanza).