CIPRO - 2024 - La mancanza di personalità dell’isola è la nota più dolente

Cipro concentra una notevole quantità di luoghi e cose da vedere in uno spazio davvero ridotto: musei e siti archeologici che abbracciano oltre cinque millenni di storia, fortezze medievali, monasteri bizantini, antichi templi e cattedrali gotiche, moschee musulmane. Cipro sembra un immenso parco a tema storico.
Ovviamente un mare stupendo con vivaci centri balneari, per la gioia dei turisti vacanzieri!
La controversa questione cipriota:
1878 -1925 - Sotto il controllo britannico
1960 -1964 – Cipro diventa una repubblica. Inizio guerra civile
1974 - Invasione turca – Divisione dell’ isola
1983 - Proclamazione unilaterale della “Repubblica Turca di Cipro del Nord”
(Riconosciuta solo dalla Turchia)
2004 - Cipro del Sud entra nella Comunità Europea
2017 – Pàfos eletta capitale europea della cultura

  • Il viaggio è durato 8 Giorni
  • Budget speso Più di 2.000€
  • Ho viaggiato In coppia
  • Continenti visitati: Europa
  • Stati visitati: Cipro
  • Viaggio fatto in estate
  • Scritto da tripfactor (Carlo Amato) il 12/11/2024
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  1. Giorno 1 - 16/06/2024

    16 giugno-ITALIA-CIPRO

    Si parte dall’ aeroporto di Ciampino con un’ ora di ritardo…..(RYANAIR…..) e si arriva a Pàfos di notte…..In hotel alle 2 di notte….cena fredda! Si inizia male!
    Mi sono servito del Tour Operator “Boscolo”…..speriamo bene!

  2. Giorno 2 - 17/06/2024

    LIMASSOL-KOURION-MONASTERO DI STAVROS-

    17 giugno
    L’ hotel, l’ Harmony Bay, pur essendo un tre stelle, è molto bello, panoramico, con piscina (che io no userò!) e sembra molto efficiente.

    LIMASSOL Aria di metropoli e fascino di provincia
    Limassol (in greco “Lemesòs”) città di mare ma anche della ricchezza: accanto ai 180.000 abitanti prosperano l’ aristocrazia finanziaria russa e le compagnie di navigazione. Qui tutto è nuovo, promenade, negozi, ristoranti, agenzie immobiliari. È il normale sviluppo delle città, forse però sarebbe stato meglio meno cemento.!
    Non c'è nulla di più di case e negozi sparsi qua e là. Il porto, l'unica cosa che potrebbe essere carina, la sera è deserto e inquietante. Per non parlare poi del traffico e dei parcheggi! Una pletora di strane mostruosità architettoniche…. E poi alzando gli occhi vedi un intreccio di fili, cavi portati da squallidi pali in legno……
    Per fortuna c’ è la mia ricerca di cultura!
    In mattina si inizia con la visita del Castello di Kolossi.
    Fu costruito nel 1454 dagli Ospitalieri sotto il comandante di Kolossi, Louis de Magnac.
    Questa fortezza crociata mette un po’ i brividi: sembra che il passato sia ancora vivo. Mura in pietra grezza, piccole aperture e un unico camino all’ interno di una sala immensa. E’ appartenuto all’ Ordine dei Gerosolomitani fino al 1309. Si possono ancora ammirare gli stemmi dell’ordine scolpiti nella pietra. Una curiosità: si possono trovare delle conchiglie fossili! Una ripida e stretta scala a chiocciola porta sulla copertura. Al secondo piano si trova un affresco.
    Il vino più famoso di Cipro deve il suo nome a questi cavalieri: il Commandaria infatti prende il nome dalla Grande Commanderia, la circoscrizione amministrativa dei crociati. Gli antichi cavalieri non producevano solo vino ma anche zucchero.
    Il Commandaria è ottenuto esclusivamente da due tipi di uve autoctone di Cipro: Xynisteri e Mavro. Le uve vengono lasciate sovrammaturare e quando il tenore zuccherino raggiunge livelli accettabili (corrispondenti ad un elevato peso del mosto) vengono raccolte.
    Ci spostiamo a Koùrion.
    KOURION
    Domina il mare dall’ alto di uno strapiombo: è il sito archeologico con la “location” più spettacolare di tutta Cipro.
    Dapprima insediamento miceneo, raggiunse l’ apogeo in epoca romana: lo testimoniano i resti del grande stadio, il teatro, e i sontuosi impianti termali. Una ardita struttura ricopre i resti archeologici.
    Il santuario di Apollo Hylates domina da nord a ovest. Gran parte dei suoi muri sono stati ricostruiti…
    CASA DI EUSTOLIO
    E’situata all'estremità sud-orientale di Kourion. L'edificio era la residenza di un ricco abitante della città e risale alla fine del IV secolo, inizio del V secolo d.C. Si compone di molte stanze che circondano due cortili e uno stabilimento termale. Il gruppo di pavimenti a mosaico, che copre la maggior parte dell'edificio, è di particolare interesse.
    Tra questi il mosaico che ci dicono essere il simbolo dell'università di Cipro.
    Attraverso le iscrizioni conosciamo il nome del proprietario, un certo Eustolio e anche il fatto che fosse cristiano.
    Raggiungiamo Omodos, importante centro vinicolo, per il pranzo e dopo visitiamo il Monastero di Stavros. Il villaggio, conosciuto da molti come la “capitale del vino” ospita un centinaio di persone e ogni anno organizza un evento eno-gastronomico legato proprio alla sua produzione vinicola. Si trovano un sacco di cantine per degustare i pregiati vini prodotti sull'isola ma anche numerosi negozi di ogni genere di souvenir, dalle mandorle caramellate ai dolci tipici, fino agli ottimi lavori di artigianato. Si trova anche la cascata di Caledonia scoperta nel XIX secolo da una spedizione di escursionisti scozzesi che, colpiti dalla sua somiglianza con le cascate scozzesi, le diedero il nome della montagna al confine tra Scozia e Inghilterra. Ma ciò di cui vogliamo parlare oggi è l’aspetto storico-culturale di questo bellissimo villaggio. Infatti è doveroso sapere che tra le alture dei Monti Troodos, a più di 800 metri di altitudine, questo piccolo villaggio ospita due cimeli della prima storia medievale.
    MONASTERO DI STAVROS
    Il monastero della Santa Croce che si trova nel villaggio di Omodos è anche conosciuto come monastero della Santa Croce e della Croce Onesta. In greco Timios Stavros (Μοναστήρι του Τιμίου Σταυρού) che significa Onesto.

    Secondo la tradizione, questo monastero fu fondato prima dell'arrivo di Sant'Elena a Cipro nel 327 d.C., tuttavia, la data esatta della sua fondazione rimane sconosciuta.
    Il monastero della Santa Croce riuscì a conservarsi e ad ampliarsi durante i duri secoli dell'occupazione turca. Intorno al 1700 ottenne l'immunità dal Sultano.
    L’importanza di tale monastero, oltre alla sua storia, è quanto esso conserva da secoli. Infatti all’interno di esso è conservata una croce d’oro, contenente le fibre di canapa di alcune funi che legarono Nostro Signore Gesù, durante la sua dolorosa Passione. La chiesa del monastero è a tre navate, in stile basilicale, costruita secondo le tradizioni locali, direttamente sopra la grotta dove è stata ritrovata la Santa Croce.
    All'interno della chiesa è possibile vedere l'iconostasi scolpita in oro realizzata nel 1817 con il contenitore della Santa Croce e antiche icone in stile russo.
    Ritorno in hotel per la cena.

  3. Giorno 3 - 18/06/2024

    PAPHOS

    18 giugno

    La città è divisa in Kato Paphos, la città bassa col porto, e Pano Phaphos, detta Kitma, ovvero la città alta che grazie alla sua nomina a Capitale europea della cultura del 2017, si è trasformata in un vero gioiellino.
    Si inizia la giornata a Paphos con la visita della quattrocentesca chiesa di Agia Paraskevi e del monastero di Agios Neophytos.

    AGIA PARASKEVI
    Questa interessante chiesa bizantina del IX secolo è una basilica a cinque cupole, tre navate e volta a botte, che la rende una delle uniche due chiese simili sull'isola e un notevole esempio di architettura bizantina. I bellissimi dipinti murali interni provengono da epoche diverse, dall'VIII al XV secolo. secolo. La croce rossastra monocroma dipinta subito sulla pietra è di tipo precedente ed è stata messa in luce durante i lavori di restauro. Questo tipo di croce è solitamente datato al periodo paleocristiano fino all'VIII-IX secolo. secolo.
    Oltre agli affreschi, la chiesa conserva anche un'icona bifacciale portatile piuttosto notevole risalente al XV secolo. Un lato raffigura la Vergine Maria e l'altro lato una scena della crocifissione.
    Oggi è dedicato alla martire cristiana Agia Paraskevi.

    MONASTERO DI AGIOS NEOPHYTOS
    Il monastero di Agios Neophytos è stato fondato dal monaco Neophytos. Dopo essere stato incarcerato per aver perseguito una vita ascetica, fuggì sulle colline di Cipro e nel 1159 trovò una piccola grotta naturale. Passarono mesi mentre si assicurava che l'area fosse deserta e tranquilla. Lentamente scavò ulteriormente l'apertura per racchiudere la sua cella dell'eremo, una piccola cappella e la sua eventuale tomba. Anche se iniziò come eremita, alla fine ottenne un piccolo seguito e l'Engleistra, come veniva anche chiamata, divenne una tranquilla comunità monastico e nel 1170 quando il vescovo di Paphos lo convinse a prendere un allievo. Neophytos era fermamente contrario al materialismo e all'essere infastidito, il che manteneva la popolazione di monaci molto più piccola rispetto ad altri monasteri dell'epoca: il numero dei monaci era di circa quindici o diciotto.
    Fuori dall'Engleistra si trova la chiesa principale del monastero, il katholikon. È una grande basilica di ispirazione veneziana che sembra essere stata costruita all'inizio del XVI secolo. Anch'esso era decorato con pitture murali, anche se pochissime sono sopravvissute fino ad oggi.
    Eccoci al

    PARCO ARCHEOLOGICO DI KATO

    E’ situato nei pressi del porto di Pafos ed è entrato nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco grazie ai suoi mosaici, conservati in quelle che un tempo erano lussuose ville romane (dal II al IV secolo d.C.) come la Casa di Dioniso, la Casa di Teseo, la Casa di Aron o la Casa di Orfeo.
    Si tratta di storie raccontate per provare a spiegare ciò che era ignoto, per “umanizzare” ed esorcizzare la paura. Così nella Casa di Dioniso è possibile ammirare mostri mitologici che affondavano le navi degli incauti che attraversavano lo stretto di Messina. Non si può lasciare il parco archeologico senza aver ammirato il mosaico di Teseo nel labirinto, un capolavoro artistico in cui il realismo del volto e del corpo di Teseo si fonde con le perfette geometrie e l’intreccio dei meandri del labirinto.
    Pranzo al ristorante sul mare “Il pellicano” con ottimo pesce. Una curiosità: tra i tavoli si aggira un “pellicano” vero!
    Dalla costa si intravede lo scoglio di Afrodite.

    IL CULTO DI AFRODITE
    È nella zona di Pafos che, secondo la leggenda, dalla spuma del mare nacque la splendida Afrodite, dea dell’amore, della bellezza e della fertilità. Sulla costa di Pafos infatti, nei pressi di Capo Aspron (circa 40 chilometri dalla città) sorge Petra tou Romiou, lo scoglio che diede i natali alla dea.
    C’è chi sostiene che girando per tre volte intorno alla roccia si ringiovanisca, a patto però di seguire una sequela lunghissima di regole, per cui pare che nessuno sia mai riuscito a eseguire il rito correttamente. Finora….

    In una piazza il monumento ad eroi della guerra d’ indipendenza del 1964.
    Tutti giovani

    Una delle testimonianze più interessanti del passato di Pafos si trova in riva al mare: si tratta delle

    TOMBE DEI RE
    una necropoli risalente al III secolo a.C.. In questo luogo venivano sepolti i funzionari di alto rango (non veri e propri re). “Le tombe – ci ha spiegato la guida – sono state costruite in riva al mare per permettere alle anime dei morti di raggiungere più facilmente l’aldilà, traghettate dalla barca di Caronte”. Ed è facile immaginare nel silenzio dei sepolcri, uomini e donne di un tempo antico, porre tra le lacrime due monete sugli occhi del defunto, per permettergli di pagare l’oscuro traghettatore, secondo un rituale che affonda le sue radici nella cultura ellenica.
    Altra chiesa che visitiamo è

    PANAGIA CHRYSOPOLITISSA
    Di epoca paleocristiana.
    Costruita nel XIII secolo sopra le rovine di una grande basilica bizantina. Da scoprire, nei pressi, la colonna di San Paolo: secondo la tradizione, il santo fu frustato legato a questo pilastro prima che il governatore romano Sergius Paulus si convertisse al cristianesimo.
    Si torna in hotel.

  4. Giorno 4 - 19/06/2024

    KAKOPETRIA’ - CHIESA DI SAN NICOLA DEL TETTO - ASINIOU - PANAGIA PHORBIOTISSA O PANAGIA TIS ASINOU - CHIESA DI PANAGIA PODITHU

    19 giugno
    Ci spostiamo a Kakopetrià per visitare poi le bellezze bizantine della zona.

    KAKOPETRIA’
    La città turistica più caratteristica e tipica di Cipro.
    Situata al centro dell’isola, in mezzo ai monti Troodos, a 667 metri s.l.m., nella valle di Solea, lungo le rive dei fiumi Kargotis e Garillis.
    Abitata già nell’antichità, esisteva prima dell’arrivo dei Franchi, conta oggi circa 1200 abitanti.
    KAKO significa “cattiva” e PETRIA è “roccia”.
    C’era una volta, a coppia appena sposata camminava attorno a questa roccia seguendo le tradizioni locali in questi giorni e improvvisamente questa roccia iniziò a muoversi e uccise la coppia.
    Ecco il perché è chiamata la Roccia Cattiva.

    Visitiamo la

    CHIESA DI SAN NICOLA DEL TETTO
    E’ una chiesa ortodossa ed una delle nove chiese dipinte dei monti Troodos, dichiarate Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO dal 1985.
    Il monastero, con annessa la chiesa, venne edificato nell'XI secolo: tuttavia le prime fonti che attestano la presenza dell'insediamento religioso risalgono al XIII secolo. Il complesso prosperò durante il Medioevo fino all'inizio della Francocrazia nel XII secolo: in questo periodo la chiesa venne in parte modificata con l'aggiunta del nartece e poi con la creazione di un tetto a spiovente, da cui deriva il nome.
    Internamente la chiesa presenta un ciclo di affreschi realizzati tra l'XI e il XVI secolo..

    Una grande icona (203x158 cm.) raffigura San Nicola, in piedi al centro sotto un arco trilobato, nella veste episcopale bizantina: il manto color rosso prugna e la veste blu, fasciato dall'omoforion con le tre Croci dorate.

    Il santo, con lo sguardo ieratico, barba e capelli perfettamente tracciati, è raffigurato nell'atto della benedizione e con la sinistra presenta il Vangelo dalla ricca copertina dorata in rilievo. Il capo di San Nicola è circondato da una maestosa aureola decorata con un viticcio attorcigliato e rosette a rilievo simile alla decorazione dell'arco. Fino al 1967 era collocata nella chiesa, oggi è conservata nel Museo bizantino di Nicosia. L'icona è stata restaurata nel 2007.

    Ci spostiamo ad ASINIOU
    Il toponimo Asiniou, collegato dubitativamente con l'antica città di Asine fondata sull'isola di Cipro nel sec. 11° a.C. dagli abitanti dell'omonima città dell'Argolide (Styl non corrisponde oggi a un nucleo abitato ma soltanto alla chiesa della Panaghia Phorbiótissa, che sorge isolata alle pendici orientali dei monti Tróodos, presso il villaggio cipriota di Nikitari.

    Una visita interessantissima:

    PANAGIA PHORBIOTISSA O PANAGIA TIS ASINOU
    Sembrerà incredibile ma questa chiesetta è patrimonio dell’ umanità!
    Ha un aspetto esterno quasi insignificante: pietre grezze, tetto in legno e senza campanile! Però gli interni hanno un valore inestimabile: molte delle pitture sono sopravvissute per ben 900 anni. Unica navata con due contrafforti laterali e poggia su un basso podio con gradinata e un nartece absidato aggiunto in seguito. Era probabilmente il katholikón (chiesa principale di un monastero ortodosso) del monastero della “Phorbia”, fondato nel 1099 e in uso sino al XVIII secolo, di cui oggi non rimane nulla. Il nome un po’ curioso di “Phorbia”, da cui l’appellativo della Vergine “Phorbiotissa”, deriva dal nome di una pianta selvatica, l’euforbio o euforbia, molto comune a Cipro. È uno dei gioielli dell’isola che presenta all’interno le pareti interamente affrescate, con dipinti per la maggior parte risalenti al XII secolo, ma che arrivano sino al XVIII. Il ciclo è uno dei massimi vertici della pittura di epoca comnena (1081-1185)
    La famiglia dei Comneni (in greco antico: Κομνηνοί?, Komnēnoí; fu la dinastia regnante dell'Impero bizantino, dal 1057 al 1059 e dal 1081 al 1185, e dell'Impero di Trebisonda, dal 1204 al 1461)
    Le vicende storiche della chiesa sono note in massima parte dalle iscrizioni affrescate all'interno: venne fondata nel 1105-1106, durante il regno di Alessio I Comneno (1081-1118), da Nikephoros Magistros Ischyrios (il Forte), raffigurato sopra la porta meridionale (l'affresco originale è stato ridipinto nel sec. 19°) mentre offre, con l'intercessione della Vergine, il modellino della chiesa a Cristo.
    Realizzata da maestranze provenienti da Costantinopoli, è tornata a risplendere grazie all’intervento, tra il 1965 e 1967, del Dumbarton Oaks Centre for Byzantine studies dell’Università di Harvard insieme al Dipartimento delle Antichità di Cipro e dal 1985, con altre chiese bizantine, post-bizantine e siti dell’isola, è diventata patrimonio UNESCO.

    Per finire

    CHIESA DI PANAGIA PODITHU
    Situata nel villaggio di Galata a pochi chilometri da Kakopetria, in mezzo ai monti Troodos. Una chiesa bizantina, costruita nel 1502, relativamente molto piccola che sembra più una casa di montagna con il suo tetto a spiovente.
    Fu costruita nel 1502 da Demetrios de Coron e sua moglie Helen. Demetrios e la sua famiglia erano una delle famiglie medievali di Cipro di origine latina che furono ellenizzate. Nel 1461 Demetrios era il comandante nella regione di "Pentagia" ed era a favore di Iacovos, fratello illegittimo della legittima regina Charlotte, che rivendicava illegittimamente la corona reale di Cipro. Quarantuno anni dopo, nel 1502, Demetrios de Coron costruì la chiesa di "Panagia Eleousa" che fu poi ribattezzata "Panagia tis Podithou".
    All’interno i suoi affreschi rendono la chiesa unica nel suo genere.
    Una delle 10 chiese di Cipro patrimonio mondiale.
    Dopo il pranzo torniamo a Limassol.
    Durante la cena uno spettacolo fuori programma: due danzatori si esibiscono in danze cipriote invitando alcune donne del gruppo! Naturalmente mi unisco a loro!

  5. Giorno 5 - 20/06/2024

    LARNAKA - KHIROKITIÀ - CHIESA DI ANGELOKTISTI - MOSCHEA HALA SULTAN TEKKE - CHIESA DI SAN LAZZARO

    20 giugno

    Partiamo alla scoperta di LARNAKA sostando a KHIROKITIÀ, un sito in cui è allestito un piccolo parco archeologico dedicato agli antenati dei moderni ciprioti. Vi sono ricostruite le capanne circolari in pietra che sorgevano ben 8000 anni fa. Un tempo in questo luogo vivevano fino a 1000 abitanti e nei capanni più grandi (dal diametro di 10 mt.) c’ era perfino un piano ammezzato di legno.
    Giunti in città visitiamo la

    CHIESA DI ANGELOKTISTI
    Angeloktisti significa letteralmente “costruita dagli angeli”. Secondo la leggenda infatti nel V secolo gli abitanti dell'antico insediamento costiero di Kition (l'attuale Larnaca), a causa delle frequenti scorrerie dei pirati arabi, decisero di spostarsi verso l'interno fondando il villaggio di Kiti. Mentre stavano costruendo in questa località una chiesa dedicata alla madre di Dio, durante la notte videro le schiere degli angeli spostarne le fondamenta in un'altra posizione ed edificarla.
    La chiesa attuale – che ha incorporato l’abside di quella preesistente – risale all’XI sec. ed è del tipo a pianta cruciforme, voltata a cupola e provvista di nartece.
    Il mosaico dell’ abside è uno dei mosaici murali paleocristiani meglio conservati di Cipro e fu probabilmente creato alla fine del VI secolo. La Vergine Maria tiene nel braccio sinistro il Bambino Gesù e sta in piedi su uno sgabello in un modo che la fa sembrare quasi come se fosse in piedi a mezz'aria. Alla destra della Vergine c'è l'arcangelo Michele e alla sua sinistra c'è l'arcangelo Gabriele, e tutti sono situati su uno sfondo dorato. Pochissimi affreschi ma molte icone risalenti a vari periodi.

    Visitiamo la
    “MOSCHEA HALA SULTAN TEKKE”
    Le sue cupole si riflettono nel lago salato di Larnaka. All’ interno della moschea la tomba Umm Haram, zia di Maometto.
    Questa storica moschea si trova a 3 chilometri ad ovest di Larnaka sulla strada per Kiti, sul lago salato principale. Dopo che gli eserciti arabi sbarcarono con successo a Larnaka nel 648 dopo cristo, l'infermiera e zia di Muhammad - Umm Haram - morirono nel luogo in cui cadde dal suo mulo. Grand Khalif Moavia, che stava prendendo parte alla spedizione, ordinò immediatamente la costruzione di una moschea sul posto.
    Gli scavi archeologici hanno rivelato che il sito è stato abitato fin dal Neolitico, e alcuni archeologi credono che sia un monolitico monumento tombale del periodo preistorico. Oggi la moschea è il principale sito di pellegrinaggio musulmano di Cipro.
    C’ è anche un omphalos, una pietra sacra.
    Col termine ònfalo (in greco ὀμφαλός omphalòs, ossia "ombelico")] nell'antichità si indicava una pietra o un oggetto dal valore religioso.
    Sopra il cancello d'ingresso al giardino c'è un'iscrizione ottomana datata 4 marzo 1813. Il monogramma del sultano Mahmud II appare su entrambi i lati dell'iscrizione e recita:
    "L' Hala Sultan Tekke è stato costruito dal grande governatore ottomano amato di Dio di Cipro". Il giardino stesso è stato progettato da un pascià e divenne noto come "giardino del pascià".
    Il professor George E. Bowen, dell’ l'Università del Tennessee, ha indicato l'Hala Sultan Tekke come il terzo luogo più sacro per i musulmani nel mondo.
    Ora la

    CHIESA DI SAN LAZZARO
    E’ più importante edificio di culto ortodosso della città di Larnaca, sull'isola di Cipro.
    Consacrata al culto di Lazzaro di Betania, la chiesa risale al IX secolo, e fu costruita sul luogo del ritrovamento della tomba di Lazzaro, i cui resti vennero trasferiti a Costantinopoli dall'imperatore Leone VI di Bisanzio (detto Il Saggio), mentre la sepoltura è rimasta intatta, ed è visibile all'interno della chiesa stessa.
    Presenta una elegante architettura bizantina, composta da un santuario (la parte dell'altare), separato dalla navata principale dall'iconostasi. La parte esterna, invece, è interamente in pietra chiara, con un elegante campanile a tre ordini, sormontato da una cuspide piramidale liscia.
    Secondo la tradizione ortodossa, qualche tempo dopo la risurrezione di Cristo, Lazzaro fu costretto a fuggire dalla Giudea a causa di voci di complotti sulla sua vita e venne a Cipro. Lì fu nominato da Paolo e Barnaba come primo vescovo di Kition (l'attuale Larnaca). Si dice che abbia vissuto per altri trent'anni e che alla sua morte sia stato sepolto lì per la seconda e ultima volta. La chiesa di San Lazzaro fu costruita sulla presunta (seconda) tomba di Lazzaro. Il 2 novembre 1972, furono scoperti dei resti umani in un sarcofago di marmo sotto l'altare, e furono identificati come parte delle reliquie del santo (non essendo state a quanto pare tutte rimosse da Costantinopoli).
    Dopo il pranzo gironzoliamo per la vicina Lefkàra, piccolo centro di appena 762 abitanti. È nota per l'artigianato, prevalentemente lavorazione dell' argento e merletti. Molti turisti visitano la città per un'attrazione particolare. L'attrazione sta nel girovagare per le graziose, colorate e strette vie acciottolate. Ammirare l'architettura e semplicemente godersi l'atmosfera. Incontro con Mikail, una arzilla persona, che è un designer di merletti che ci racconta della presunta venuta di Leonardo a Lefkara….

    Per quanto riguarda l'affermazione secondo cui Leonardo da Vinci avrebbe donato dei merletti al Duomo di Milano, presumibilmente durante o dopo il 1481, i dati disponibili non ci consentono di stabilire con sicurezza la genesi di questo mito storico. Senza scoraggiarsi, il 19 ottobre 1986, il sindaco di Lefkara donò al Duomo, in onore del 600° anniversario della sua fondazione, una nuova tovaglia d'altare alla quale tre merlettaie del suo villaggio avevano lavorato a tempo pieno per sei mesi. Come abbiamo visto, la Cattedrale figura su uno dei francobolli commemorativi emessi dalla Repubblica di Cipro nel 1981, con sotto un pezzo di pizzo di Lefkara. Secondo il sito web Cyprus Post, “ad oggi adorna ancora l’altare maggiore ”. Questo tessuto è ricamato con una variante di quello che a Lefkara è conosciuto come il motivo di Leonardo da Vinci, solitamente associato al motivo a zigzag o “ potamos ”, qui costituito da losanghe contigue riempite con disegni geometrici più piccoli disposti simmetricamente. È questo motivo, insieme agli zigzag, che si ritrova su tre delle sette fasce parallele dipinte in blu, presumibilmente ricamate, che compaiono trasversalmente sul lato destro della tovaglia nel dipinto di Leonardo “ L'Ultima Cena ” nel refettorio di il Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, come attualmente raffigurato. La fila di ornamenti a sinistra è quasi indecifrabile.
    Fonte: CAHIERS DU CENTRE D'ÉTUDES CHYPRIOTES
    Si va a cena in hotel.

  6. Giorno 6 - 21/06/2024

    NICOSIA - MONASTERO DI BELLAPAIS - MUSEO NAZIONALE

    21 giugno

    Si parte per Nicosia, capitale dell’ isola, unica città europea divisa da un muro.
    Cipro passò dai governanti ottomani all’amministrazione britannica nel 1878. Da allora ci furono forti proteste da parte dei ciprioti contro il dominio britannico, che terminarono grazie ai combattenti dell’ EOKA. In ricordo di questa liberazione, vicino alla città vecchia si erge un monumento alla libertà, chiamato “Monumento di Eleftheria”, che ci ha fatto rabbrividire e rimanere lì per un’ora. Non riuscivamo a smettere di fissare le pose espressive della Libertà, dei combattenti dell’EOKA e dei ciprioti che venivano liberati dalla “prigione”.
    L' EOKA ("Organizzazione Nazionale dei Combattenti Ciprioti") è stata un'organizzazione paramilitare anticomunista e filo-greca che combatté per metter fine alla presenza coloniale britannica a Cipro, per l'autodeterminazione della componente maggioritaria greca dei ciprioti e per unione dell'isola alla Grecia, considerata madrepatria.
    ll presidente di Cipro, l'arcivescovo Makarios, parla all'inaugurazione del monumento dell'EOKA anni dopo il "Natale di sangue".
    Passando dalle mura veneziane e da Porta Famagusta, arriviamo al castello di Kyrenia. Dai merli di questo castello si gode di una vista meravigliosa sul porto. Per secoli è servito come fortezza e carcere. Al suo interno si apre un intrico di corridoi oscuri, segrete e volte che mettono la pelle d’ oca! Ospita il museo del relitto di una nave mercantile che intorno al 300 a.c. naufragò davanti alla costa di Kirenya. Il legno della struttura è autentico e il relitto e parte del carico si sono conservati molto bene. Il museo ospita persino le anfore da vino e le mandorle ritrovate a bordo!
    Attraversiamo il checkpoint e arriviamo nella parte nord di Cipro per visitare il villaggio di Beylereyi (Bellapais in greco) appollaiato sul mare, sulle pendici della catena montuosa di Kyrenya.
    Visitiamo il

    MONASTERO DI BELLAPAIS

    La sontuosa abbazia gotica, o meglio quello che ne resta, dispensa bellezza al territorio fin dal XIV secolo, fondata da Amaury de Lusignan, è l’esempio più spettacolare di architettura gotica a Cipro. Amaury de Lusignan organizzò la chiesa latina a Cipro.
    La struttura era probabilmente circondata da una cinta muraria tranne sul lato settentrionale, ne rimane un tratto sul lato occidentale.
    La struttura dell'abbazia si sviluppa intorno al chiostro di forma rettangolare, sul lato meridionale si trova la chiesa a tre navate e coro rettangolare che è la parte meglio preservata del complesso. Sul lato orientale del chiostro si trova la sala capitolare con i dormitori nel piano superiore. Sul lato settentrionale il refettorio e la cucina. La fontana nel chiostro, ricavata da un sarcofago, conteneva acqua di riporto, l'unica fonte di acqua corrente era dalla cucina che aveva accesso ad un ruscello che scorre dal pendio vicino all'edificio. Una delle parti più significative è la Chiesa di San Domenico costruita nel XIII secolo come luogo di culto e preghiera per i fedeli. Un bell’esempio di architettura gotica decorata con sculture in legno e pietra.

    Durante l'invasione dei genovesi nel 1371 l'abbazia fu saccheggiata, da quel momento iniziò il lento declino della struttura, i monaci allentarono il rigore della regola fino ad accogliere mogli e amanti e lasciarono cadere gli edifici nel degrado.
    Dopo la conquista ottomana la chiesa dell'abbazia passò alla chiesa ortodossa e fu usata per funzioni religiose fino al 1974, gli altri edifici dell'abbazia furono abbandonati e progressivamente utilizzati dalla popolazione locale per ricavare materiali da costruzione.
    Durante l'occupazione britannica l'abbazia venne usata dalle truppe inglesi, nella parete del refettorio usato come poligono di tiro vi sono le tracce dei colpi d'arma da fuoco.

    Ci dirigiamo al

    MUSEO NAZIONALE
    Di rilevanza mondiale, dal momento che custodisce una collezione di reperti plurimillenari, dalla prima età della pietra e del bronzo fino alle testimonianze dell’ Impero Bizantino.
    -Reperti neolitici: lame in selce e utensili esposti appena entrati nel museo.
    -Ornamenti fatti di conchiglie e ossidiana.
    -Bronzi e ceramiche micenee: ceramiche e coppe per il vino.
    -Guerrieri di terracotta: statuette che datano tra il VII e il VI sec a.c. Ne sono state riportate alla luce più di duemila! Molte sono state trafugate…..
    -Statua di Zeus: colta nell’ atto di scagliare un fulmine.
    -Statua di Settimio Severo: un grande nudo in bronzo, una della maggiori testimonianze dell’ arte statuaria.

    TOMBE DEI RE: rilievi in avorio ornavano uno dei troni delle cosiddette tombe dei re.
    E tanti reperti archeologici! Una visita molto interessante!

    Si torna in hotel per la cena.

  7. Giorno 7 - 22/06/2024

    SALAMINA- SITO ARCHEOLOGICO - FAMAGOSTA

    22 giugno

    SALAMINA
    Si ritiene che Salamina sia stata la capitale di Cipro già nel 1100 a.C., nella tarda età del bronzo.
    Una grande città situata sul lato orientale dell'isola a nord di Famagosta , sopravvisse alle successive occupazioni di molti gruppi dominanti nel corso della sua storia, tra cui Assiri, Egizi, Persiani e Romani, ma alla fine soccombette alle forze della natura.
    Città greca sulla costa orient. dell’isola di Cipro. Colonizzata da stirpi elleniche fin dallo scorcio del 2° millennio a.C., raggiunse il massimo splendore sotto il re Evagora (410 a.C.). Alla fine del 4° sec. a.C. passò sotto il dominio egizio dei Tolomei. Fu in seguito sede di una ricchissima colonia giudaica e centro della rivolta giudaica del 116-117 d.C. Le più antiche testimonianze archeologiche datano all XI secolo a.C. (Tarda Età del Bronzo III). Secondo il mito, a fondarla sarebbe stato Teucro, figlio di Telamone, il quale, esiliato dal padre per non aver riportato suo fratello Aiace a casa, edificò la città dandole il nome della paterna Salamina. Per molti secoli è stata la più importante città stato dell’isola.
    Ci spostiamo nel

    SITO ARCHEOLOGICO
    Sito molto suggestivo: stupendo il teatro da 3000 posti, l’anfiteatro, il ginnasio, le terme, la palestra e alcuni mosaici. Le antiche rovine evocano scene simili all'Odissea e forse anche Omero aveva in mente questo sito quando scrisse la sua epica avventura. Le rovine risalgono principalmente all’epoca romana: si possono distinguere il portico colonnato del gymnasium, il tempio dedicato a Zeus e i vari ambienti delle terme, impreziositi da frammenti di mosaici ed un affresco cristiano.
    L’antico teatro di Salamina in estate è ancora utilizzato per spettacoli lirici..
    La palestra, l’ anfiteatro romano, la villa romana, la cisterna d’ acqua bizantina, l’ Agorà, il Tempio di Zeus, le Terme romane. Sul pavimento dell'ingresso meridionale della palestra, un'iscrizione di epoca ellenistica sembra attestare l'esistenza di altre palestre nello stesso sito.

    Tappa a
    FAMAGOSTA
    Oltre sei secoli fa il porto più orientale dell’ occidente era un punto di snodo di spezie, seta e tappeti pregiati. Oggi le rovine delle antiche chiese e dei palazzi fanno pensare alla ricchezza originaria della città che contava 42.000 abitanti, mettendo ancora di più in risalto le ferite aperte ovvero il porto, privo di collegamenti internazionali, ed una interminabile spiaggia, circoscritta da recinzioni militari in cui è vietato l’ accesso. Oggi appartiene “de facto” alla cosiddetta Repubblica Turca di Cipro del Nord e “de iure” alla Repubblica di Cipro.

    LE MURA
    Questa storica fortificazione spessa 7 mt. e alta fino a 18, fu eretta nel XVI secolo dai veneziani secondo le tecniche di costruzione militare più avanzate dell’ epoca. Lungo i 3 km di cinta difensiva sono distribuiti ben 15 bastioni ma tuttavia i conquistatori ottomani durante l’ assedio ridussero alla fame gli abitanti. La porta cittadina, sulla quale i veneziani issarono la bandiera bianca come segno diresa, da allora ha preso il nome di AKKULE, ovvero “Torre bianca”.

    TORRE DI OTELLO
    Non sappiamo se Shakespeare avesse avuto davanti agli occhi la cittadella sul porto di Famagosta quando scrisse il suo capolavoro, tuttavia l’ opera è ambientata proprio qui e per questo la fortificazione ha preso il nome di “Torre di Otello”.

    Impressionante la

    MOSCHEA LALA MUSTAFA’ PASHA’
    Il più grande edificio medioevale della città di Famagosta.
    Costruita tra il 1298 e il 1400 circa, la chiesa fu consacrata come una cattedrale cattolica nel 1328 e dedicata a San Nicola, ma fu trasformata in moschea al momento della conquista turca nel 1571, rimanendo una moschea fino ad oggi. è qui che i Lusignani furono incoronati re di Cipro.

    Nel 1954 l'edificio è stato dedicato Lala Mustafa Pascià, il Gran Visir dell'Impero ottomano, nato a Sokolovići in Bosnia, che servì il sultano Murad III e comandò le forze ottomane contro i Veneziani alla conquista di Cipro..
    Il titolo onorifico "Lala" significa "tutore del Sultano"; fu tutore dei figli del sultano Solimano il Magnifico. Comandò le forze di terra ottomane durante la conquista della Cipro veneziana. Noto per la sua crudeltà verso gli avversari sconfitti, ordinò che il comandante veneziano di Famagosta, Marco Antonio Bragadin, fosse scorticato vivo e altri ufficiali militari veneziani fossero giustiziati, anche se aveva promesso loro la salvezza dopo che avessero consegnato la città all'esercito turco.
    L'interno è ovviamente una sala di preghiera musulmana, il pavimento è ricoperto di tappeti. Nel 1571 gli altari e le tombe furono spazzati via e tutti gli affreschi furono intonacati. La sua sfarzosa facciata ricorda le cattedrali gotiche francesi e a tradire la sua conversione in moschea è il solo minareto.

    Ultima tappa è

    LA CHIESA E IL MONASTERO DI S. BARNABA
    Nato a Salamina, S. Barnaba era il figlio di una famiglia ebrea. Dopo la sua educazione a Gerusalemme, egli ritornò a Cipro e, nell’a.D. 45 egli si uni a S. Paolo per predicare il Cristianesimo. Come risultato del suo operato, egli fu ucciso da ebrei e il suo corpo nascosto per poter essere nella notte gettato in mare. Il Monastero fu costruito nel 477 a.D. L’immobile ebbe l’attuale struttura nel 1756 per ordine dell’Arc. Philotheos sotto l’impero ottomano. Dopo l’operazione di pace del 1974, il Monastero e la Chiesa rimasero in attività grazie ai servizi di tre preti. Nel 1976 i tre preti si trasferirono al Sud a causa di vecchiaia e malattia. Il sito fu preservato e protetto nella sua forma originale e aperto ai visitatori. Icone, murali e altri oggetti furono messi in mostra nella Chiesa del Monastero.
    L'attuale edificio del monastero fu costruito nel XVIII secolo sulle rovine della chiesa bizantina originale. Inizialmente dotato di tre cupole, una di queste crollò a causa delle fondamenta deboli e del terreno soffice, e non fu mai sostituita, dando alla chiesa un aspetto quadrato insolito.
    All'interno si può ammirare un affresco che illustra il sogno del vescovo Anthemios, il ritrovamento del corpo e la presentazione del Vangelo all'Imperatore.

    Il Monastero e il Museo
    Il monastero è circondato da un cortile, con edifici che un tempo ospitavano monaci e pellegrini. Negli anni '50, il monastero era abitato da tre monaci: Charitan, Stephanos e Barnabas, che si dedicarono alla manutenzione e al restauro della chiesa, dipingendo molti degli affreschi e delle icone ora esposti. Costruirono anche un campanile nel 1958. Dopo il 1974, il monastero rimase aperto e fu restaurato nel 1991. La chiesa fu trasformata in un museo di icone, e le stanze del monastero divennero un museo archeologico. Il museo delle icone ospita numerosi manufatti, tra cui una delle migliori collezioni di antichità dell'età del bronzo e della prima età del ferro a Cipro del Nord, mantenendo un'aria di santità e pace. Il museo archeologico conserva reperti provenienti dalla vicina città antica di Enkomi, influenzata dall'antico Egitto.
    Dietro la chiesa, c'è una piccola cappella-mausoleo del XIX secolo, eretta sul luogo della tomba di San Barnaba, dove i visitatori affluiscono per rendere omaggio. La tomba è accessibile attraverso 14 gradini che portano a una grotta sotto l'edificio, ristrutturata nel 1953.

    Passiamo alla

    LA CITTA’ FANTASMA
    C’è una città “fantasma” a Famagosta, non nella vecchia città all’interno delle mura, ma fuori da esse.
    Prima dell’invasione turca del 1974 vivevano qui circa 40.000 ciprioti greci, ma sono scappati con indosso solo i vestiti che indossavano appena prima dell’arrivo dei Turchi.
    Quando arrivarono, qui non c’era già nessuno.
    Nel passato questa era una grande località turistica con 33 alberghi che guardavano il mare, ma adesso è sotto il controllo delle forze di sicurezza delle Nazioni Unite, circondata dal filo spinato.
    A Cipro del Nord sono presenti circa 860 unità delle Nazioni Unite in presidio permanente.
    Provengono principalmente da Argentina, Australia e Slovacchia.
    Comunque, all’interno delle mura di Famagosta vivono solo Musulmani dal sedicesimo secolo, quando iniziò la dominazione di Cipro da parte dei Turchi Ottomani.
    Ai Cristiani non era permesso entrare all’interno delle mura. Si torna in hotel.

  8. Giorno 8 - 23/06/2024

    LIMASSOL

    23 giugno
    Ultimo giorno e mi limito a gironzolare nella zona intorno all’ hotel.
    Il centro storico di Limassol è formato da strette stradine acciottolate fiancheggiate da caratteristici edifici con terrazze sovrastanti, che conducono a negozi di souvenir, botteghe di artigianato e boutique di moda.
    Pranzo in un simpatico pub irlandese vicino all’ hotel, l’ HARATS, con buone portate e tanta birra Guinness! L’aereo è alle 20.30, preparo i bagagli.

    Che dire di Cipro? Quello che ci si trova davanti è un insieme di condomini grigi stile anni Settanta: urbanistica senza alcun ordine, edilizia squallida! Deprimente!
    Limassol è il top di gamma, con tante boutique per i raffinati turisti russi. Anche volendosi consolare con lo shopping però le possibilità non sono molte: 9 negozi su 10 sono minimarket o bazar. Le città e anche molti paesi sono nati e vivono in funzione esclusiva di coloro che si recano in spiaggia. La scena per il resto è dominata dai pub, spesso a tema. Per il resto Cipro sembra fatta tutto con lo stampino: nelle città tanti condomini e intorno quartieri residenziali con centinaia di casette uguali, identiche, vale a dire tristi parallelepipedi, un’allegria!


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