E' un bel pomeriggio di agosto, caldo ma non eccessivamente afoso. Decidiamo di recarci ad Imbersago: è da un po' che non ci andiamo. Lasciamo l'auto nell'ampio parcheggio in salita nei pressi del fiume, proprio accanto al bar e vicino all'imbarcadero. Ci siamo stati in autunno, per un breve giretto, ma soprattutto per provare il leonardesco e bizzarro traghetto che si può trovare solo qui.
Mi ricordavo di un luogo immerso nelle tonalità calde dei mesi autunnali, dove placide papere si godevano la calma delle acque non ancora troppo fredde del fiume Adda. Invece arriviamo e un tripudio di verde e di fiori selvatici ci accoglie: diverse tonalità si mescolano a scoppiettanti macchie di colore giallo, rosa e bianco.
Deliziose minute farfalle volteggiano qua e là, portando tocchi d'indaco tra il fogliame. Libellule piccole e grandi si rincorrono in una sorta di velocissima danza. Rimaniamo molto colpiti da alcune di esse dall'intenso colore azzurro metallico e dalle ali talmente trasparenti e rapide da sembrare alieni bastoncini volanti. Grossi cigni nuotano tranquilli in lontananza, piccoli volatili neri dalla testa bianca comunicano allegri con i propri simili mentre altri si tuffano a testa in giù nelle acque smeraldine del fiume.
Percorriamo un lungo tratto del percorso ciclabile e pedonale. Passeggiamo immersi nella quiete: volatili si muovono leggeri sull'acqua conversando fra loro, lucertole si spostano veloci nascoste fra le foglie, insetti ronzano vicini ai fiori. L'acqua scorre lenta. Il fogliame crea quel giusto rinfresco che rende gradevolissimo il passeggiare tranquilli.
E' un tipo di escursione veramente adatta a tutti, fatta eccezione per i bimbi molto piccoli. Oltre allo stancarsi rapidamente di camminare per ovvie ragioni, anche i genitori con un marsupio portabebè si troverebbero decisamente scomodi. In primo luogo per i rami bassi che rischierebbero di ferire il piccolo; la seconda motivazone riguarda il tipo di terreno da dover affrontare con un fagottino di qualche kg sulle spalle. Il suolo, infatti, è pianeggiante ma umido in molti punti. Spesso vi sono pozzanghere fangose e bisogna passare proprio a ridosso dell'argine. Per tale ragione consiglio vivamente scarpe da ginnastica e d'indossare abiti comodi.
Lungo il fiume non è necessario un cappello, essendo praticamente tutto in ombra. Meglio, però, portarlo con sè per un'eventuale pausa relax in una radura assolata. E' bene avere con sè dell'acqua perché, a parte il bar, non troverete nessun altro punto di ristoro per un lunghissimo tratto. Se avete un cane, ed è ben abituato ad andare al guinzaglio in zone boschive dove è assolutamente percepibile la presenza di altri animali, portatelo qui. Sarà una bellissima passeggiata rilassante per entrambi.
Ho menzionato poco fa la presenza evidente di animali. Anche noi ne abbiamo avuto una prova concreta. L'Adda ospita una vasta comunità ittica della quale noi percepiamo solo bolle d'aria che salgono in superficie e piccoli gruppi di pesciolini che sguazzano felici vicino alla riva. All'improvviso una deliziosa sorpresa: un uccello dalla testa rossiccia si gode la pace nel suo nido sull'acqua. Consultando uno dei tabelloni informativi posti lungo il sentiero, deduciamo si tratti di uno svasso maggiore.
Poco più avanti un altro, ma diverso. Non riusciamo, però, a capire di che tipo di uccello si tratti. Mannaggia, che peccato: sono un po' troppo lontana! Va beh, io ci provo lo stesso;Ok, le foto non rendono giustizia, ma ho fatto del mio meglio.
Non si tratta in realtà d'incontri poi così casuali, vista la forte presenza di fauna avicola che vive nella zona. Come si evince anche dai tabelloni informativi posti lungo il percorso, qui è infatti piuttosto facile ammirare cigni reali, aironi, svassi, diversi tipi di piccoli uccellini come la cannaiola e la cinciallegra, fringuelli e germani reali. La fauna locale (avicola, terrestre ed acquatica) è davvero ricca e comprende anche specie protette, come il falco di palude, la moretta tabaccata, il nibbio bruno, la rana agile, il pigo e il martin pescatore. Lungo il fiume e nei boschi vivono anche diversi tipi di uccelli notturni, quali civette e gufi. Per ovvie ragioni è decisamente più difficile poterne ammirare la bellezza.
Continuiamo a passeggiare quieti in un luogo pittoresco, interrotti solo dai ciclisti che cercano di passare, vista la ridotta larghezza del sentiero sterrato, e in alcuni punti decisamente fangoso, direttamente affacciato sul fiume. Sicuramente la loro rapida ma silenziosa presenza non ci permetterà di scorgere qualche volpe, scoiattolo, picchio, riccio, piccolo roditore o coniglio selvatico che vive in questi boschi.
Dopo un'ora buona decidiamo d'invertire la rotta e tornare indietro per poter prendere il traghetto e passare sull'altra sponda. Ma questo non è un traghetto qualsiasi. Quello che troverete esiste solo qui! Avete capito bene. E sarà un'esperienza fuori dal tempo. Il Traghetto di Leonardo è, appunto, un particolare tipo di traghetto a mano che prende il nome dal suo presunto inventore: il geniale Leonardo da Vinci. L'unico esemplare tutt'ora funzionante unisce i moli di Imbersago (Lecco) e Villa d'Adda (Bergamo). In realtà non esiste la certezza che Leonardo fosse il reale ideatore di questo mezzo di trasporto, ma di certo studiò a lungo il progetto mentre lavorava per Ludovico il Moro, signore di Milano. Disegnò un traghetto identico a quello esistente oggi ad Imbersago. Gli studi vennero effettuati dall'inventore durante il suo soggiorno a Vaprio d'Adda e il disegno, datato 1513, è stato incluso nel Codice Windsor e conservato ora nell'omonimo castello in Inghilterra. Ma come funziona esattamente?
Tra le due sponde del fiume vi è un cavo d'acciaio a cui è affrancato il traghetto. Quest'ultimo trae il suo movimento dalla corrente del fiume, rendendo totalmente inutile l'uso di un motore. L'esemplare tuttora in funzione permette di portare fino a 100 viaggiatori e 5 automobili. Viene azionato da una sola persona: il manovratore opera su un timone per orientare il traghetto mentre, con l'uso di un bastone in ferro, agisce sul cavo d'acciaio dando la spinta iniziale. Non appena i due scafi si trovano in posizione obliqua, la corrente ne permette la traversata.
Saliamo sul traghetto, pagando il piccolo contributo richiesto.
La tratta è davvero molto breve, ma il prezzo è irrisorio: passante 0,50 Euro; auto 2,00; bici o moto 1,00; cane 0,50 Euro.
In questa traversata ci siamo solo noi e altre tre persone.
In pochi minuti di piacevole e lieve navigazione (e se lo dico io che soffro pesantemente il mal di mare anche da banchine galleggianti potete fidarvi!) approdiamo sull'altro lato dell'Adda.
Passeggiamo un po' ma il cielo inizia ad incupirsi e farsi sempre più minaccioso.
Decidiamo quindi di ritornare verso il traghetto e lo vediamo muoversi placido sul fiume, ancora una volta, in una sorta di via vai senza tempo; è una piccola ed incredibile esperienza, unica nel suo genere ed irripetibile altrove.
Riprendiamo questo bizzarro mezzo di trasporto uscito da un buco spazio temporale e, insieme ad altre persone e ad un cane, ritorniamo sulla sponda d'Imbersago.
Beviamo un caffè al bar qui presente, proprio a due passi dal molo. Un piccolo consiglio: in pieno autunno fanno un'ottima coppa semifreddo con le castagne, ma purtroppo non è stagione;
Come arrivare
- Pista ciclabile da Imbersago a Lecco lungo il fiume Adda - inizia subito dopo l'imbarcadero del traghetto leonardesco, davanti al bar/gelateria
- Traghetto di Leonardo da Vinci: Da Aprile a Settembre: lun-ven 8:00/19:00; sab-dom 8:30/19:00 - Da Ottobre a Marzo: lun/ven 8:00/17:00; sab/dom 9:00/17:00
- Bar/Gelateria "Al Porto": Indirizzo: Via Adda, 31, 23898 Imbersago (LC) - proprio davanti all'imbarcadero - Telefono: 039 992 0176
- Parcheggio libero
- Informazioni sulla fauna presente lungo il fiume Adda: http://www.badger.it/carlo/ref/papers/Libretto_Fauna.pdf