Fine settimana del ritorno all'ora solare, dal 25 al 27 ottobre, da venerdì a domenica, le previsioni del tempo sono ottime e allora si decide per un giro in bici. Da molto tempo ci siamo ripromessi di fare, una volta o l'altra, quella ciclabile che ci accompagna per lunghi tratti quando percorriamo in auto l'autostrada del Brennero, quel nastro di asfalto dove sempre vediamo tanti podisti e ciclisti che ci corrono a fianco, prima sull'argine dell'Adige e poi, dopo Bolzano, su quello dell'Isarco, primo tratto italiano della ciclovia Eurovelo 7, altresì nota come Ciclopista del Sole.
L'idea iniziale era quella di arrivare in auto fino a Borghetto all'Adige, dove inizia la ciclabile in territorio Trentino, quindi parcheggiare e prendere un treno regionale (con cambio a Bolzano) fino al Brennero e tornare poi a Borghetto pedalando, poco più di duecento chilometri con due pernottamenti lungo il percorso. Con la nostra nuova auto, il Peugeot Partner, possiamo ora permetterci di organizzare gite in bicicletta in modo più efficace: rimuovendo infatti il sedile 2 terzi, riusciamo a caricare entrambe le bici comodamente senza smontare nulla.
Purtroppo, qualche giorno prima della partenza, quasi per caso veniamo a conoscenza dello sciopero nazionale dei trasporti indetto per il giorno 25 ottobre, giorno che per noi dovrebbe essere quello del viaggio verso il Brennero. Con un po' di rammarico decidiamo allora di cambiare programma e strategia: niente treno il venerdì ma trasferimento in auto fino a Egna/Ora e prima tappa a Bressanone; quindi il sabato proseguire fino a Brunico sulla ciclabile della Val Pusteria; ritorno alla domenica percorrendo in treno una parte del tragitto.
Sveglia di buon mattino quindi, come da tradizione, il giorno della partenza si va a fare colazione al bar. La Brennero non è particolarmente scorrevole, diversi Tir e traffico da giornata lavorativa, ma tutto sommato riusciamo ad arrivare al casello di Egna/Ora poco dopo le 9:30. Su Google Maps avevamo individuato il parcheggio gratuito Rio Trodena, alle porte di Egna, come buona soluzione dove lasciare l'auto per il weekend; e infatti al nostro arrivo ci rendiamo conto della buona scelta. Scarichiamo allora le bici, montiamo le borse posteriori contenenti l'essenziale per stare fuori 3 giorni, indossiamo casco, occhiali da sole, guanti e iniziamo la nostra avventura.
Dal parcheggio raggiungiamo facilmente la ciclabile proseguendo per la strada che passa sotto alla statale n.12 in direzione del fiume; saranno al massimo trecento metri. Raggiunto l'argine prendiamo a destra per Bolzano e, per i primi due chilometri, pedaliamo sull'argine dell'Adige, poi la ciclabile devia sull'argine di un suo piccolo affluente, il Rio Lusina, per poi tornare sull'argine principale dopo altri due chilometri. A parte in alcuni tratti dove occorre prestare particolare attenzione e prudenza in quanto non c'è barriera di protezione ai lati, pedalare sull'argine è tutto sommato abbastanza sicuro e piacevole la nostra andatura si assesta sui venti Kmh. Il paesaggio è quello tipico fluviale della zona, coltivato a frutteti e vigneti fino a ridosso dell'argine alla nostra destra e vegetazione spontanea di latifoglie e arbusti sull'argine a sinistra.
Essendo venerdì, giorno lavorativo, la ciclabile non è estremamente frequentata, incrociamo altri ciclisti che la percorrono in senso opposto al nostro, ma nessun sovraffollamento eccessivo come magari può essere di domenica. Riusciamo pertanto a tenere una buona media che ci consente di arrivare a Bolzano prima di mezzogiorno. Qua la ciclabile si trasferisce dall'argine dell' Adige a quello dell' Isarco. Attraversare la città di Bolzano in bici si rivela abbastanza semplice, le ciclabili cittadine scorrono a fianco delle arterie principali anche se occorre prestare un po' di attenzione a non sbagliare nelle rotatorie e seguire sempre la direzione Brennero. Nonostante ciò, nei pressi della stazione ferroviaria, immancabili lavori in corso ci costringono a una spiacevole deviazione, che riusciamo comunque a gestire brillantemente riprendendo la ciclabile un po' più avanti.
Proseguiamo ancora per qualche chilometro sull'argine del fiume fino a raggiungere Cardano, il primo centro abitato fuori Bolzano, dove ci fermiamo in un minimarket per comprare qualcosa da mettere sotto i denti, uno Schüttelbrot, ovvero una schiacciata secca tipica della valle Isarco fatta con la farina di segale, semi di finocchio e cumino selvatico. Dopo Cardano, riprendiamo la ciclabile che inizia a salire con un po' più di consistenza. Spettacolari sono i passaggi alti sopra la statale 12 e a fianco o sotto l'autostrada A22. Attraversiamo anche alcune gallerie, residuo del vecchio tracciato ferroviario ora trasformato nella ciclabile che stiamo percorrendo.
La giornata prosegue meravigliosamente, il tempo è splendido, la temperatura è piacevolmente tiepida. Non si direbbe nemmeno una giornata autunnale se non fosse per i colori delle foglie sugli alberi e il profumo di quelle cadute che formano qua e là soffici tappeti che scorrono ai lati della ciclabile. Noi, continuiamo la nostra pedalata verso Bressanone godendoci in pieno la bellezza del panorama, a tratti viaggiamo parallelamente al fiume, a tratti costeggiamo la statale, in alcuni punti passiamo sotto gli alti e imponenti piloni dell'autostrada, passiamo a fianco dei centri abitati di Prato Isarco, Campodazzo, Ponte Gardena, prima di entrare letteralmente con la ciclabile nel borgo medievale di Chiusa.
Sono ormai le 14:00, la schiacciata di prima ha esaurito il suo effetto trainante, la fame è ritornata prepotente e l'essere entrati in un modo così improvviso direttamente dentro una piazza dove alcuni bar, vista la bella stagione, ancora si permettono di tenere la distesa di tavolini all'aperto, fa si che decidiamo di fermarci per un pranzo veloce, prima di tornare in sella e percorrere gli ultimi chilometri che ci separano da Bressanone che raggiungiamo poco dopo le 15:00. Qua prendiamo alloggio per una notte alla pensione 3 stelle a conduzione familiare Pension Mayrhofer che a posteriori si rivelerà una ottima scelta, sia per la cortesia della proprietaria, che per il rapporto qualità prezzo.
La prima tappa si conclude positivamente, siamo un po' stanchi ma molto soddisfatti, in totale abbiamo pedalato per 72 chilometri. Chiudiamo la giornata con wellness e qualche ora di relax all' Acquarena, centro benessere con saune che conosciamo bene viste le diverse frequentazioni passate.
La notte ristoratrice trascorre bene, il letto è comodo e la camera è sufficientemente spaziosa, non abbiamo certo difficoltà a prendere sonno. Ci svegliamo comunque presto e alle 7:30 siamo già in stube per la prima colazione, ottima e abbondante come al solito qua in Alto Adige. Dopo aver saldato il dovuto e salutato la gentile proprietaria della pensione, riprendiamo la ciclabile, che risale il fiume Isarco, che avevamo lasciata appena il giorno prima .
Subito fuori dall'abitato, la pista ciclabile inizia a salire lasciando il fiume al suo corso e iniziamo a seguire la strada statale. In effetti sarebbe una salita abbastanza impegnativa, ma grazie all'aiuto fornito dalle batterie delle nostre bici a pedalata assistita non abbiamo particolari problemi. A un certo punto, nei pressi di Varna, siamo deviati sulla viabilità ordinaria e dobbiamo percorrere un paio di tornanti prima di trovare di nuovo il segnale marrone di percorso ciclabile che ci indica la direzione da tenere per il lago di Varna e il Brennero. Stiamo pedaliamo adesso su uno sterrato in mezzo al bosco, prevalentemente in discesa. Solo dopo alcuni chilometri ritroviamo l'asfalto, in corrispondenza dell'autostrada A22 alla quale iniziamo a correre affiancati. In questo modo dopo alcuni chilometri arriviamo a Fortezza, nei pressi del forte asburgico, dove inizia il percorso ciclabile della Val Pusteria.
Dal forte, in comoda discesa, ove la ciclabile corre ai lati della provinciale, a parte un breve tratto dove siamo deviati sulla viabilità ordinaria, raggiungiamo prima Aica e poi Sciaves, dove ci fermiamo per un caffè all'hotel ristorante Sonneck che troviamo sullo svincolo carrabile che porta, più sotto, sulla statale 49, strada che percorre la vallata fino a San Candido e al confine di stato. Ora, per un breve tratto, la pista ciclabile devia dalla strada principale e sale seguendo un percorso panoramico tra prati e boschi per poi scendere di nuovo e attraversare Rio di Pusteria-Mhulbach. A questo punto, usciti dal centro abitato, finalmente la situazione del percorso è tornata a delinearsi in modo chiaro e pedaliamo sulla pista ciclabile definitiva, in sede separata, che ci porterà fino a Brunico, la nostra meta di oggi.
Pedalando tranquillamente, ma a velocità costante, in un paesaggio da favola che si sviluppa tra il fiume, la statale di fondo valle e la ferrovia regionale della linea San Candido - Fortezza, sfiorando i centri di Vandoies, San Sigismondo, Chienes, Casteldarne, San Lorenzo di Sebato, arriviamo finalmente alle porte di Brunico dove ci troviamo improvvisamente nel bel mezzo di una grande fiera-mercato (a Stegona) che, scopriremo più tardi, essere una ricorrenza annuale che attrae migliaia di visitatori dai dintorni e perfino dall'Austria. E' mezzogiorno passato, quindi non ci lasciamo tentare dalle sirene della fiera e proseguiamo in direzione del centro. Vogliamo trovare l'alloggio al più presto perchè uno dei nostri obiettivi è quello di trascorrere poi il resto del pomeriggio al mitico Cron4 , uno dei centri wellness con sauna più rinomati dell'Alto Adige, soprattutto per l'ambientazione e la spettacolarità delle gettate di vapore. Il Cron4 si trova a Riscone, frazione di Brunico, direttamente ai piedi del Plan de Corones, la montagna sciistica ed escursionistica della zona. Dopo aver chiesto senza successo in alcuni dei pochi (vista la bassa stagione) hotel ancora aperti, finalmente troviamo disponibilità di una spaziosa stanza in formula B&B all'hotel Reipertingerhof un buon 3 stelle dotato tra l'altro di centro benessere interno. Abbiamo così percorso altri 50 chilometri.
Trascorsi il pomeriggio e la sera al centro benessere del Cron4, dove abbiamo potuto smaltire la fatica accumulata rilassandoci in sauna e, vista la giornata calda e soleggiata, prendendo anche il sole integrale nel bellissimo giardino esterno, rientriamo in albergo e ci buttiamo sotto le coperte per il meritato sonno ristoratore.
Come sempre ci svegliamo la mattina presto. L'orologio segna ancora l'ora legale, ma in effetti sono solo le 6:30, la colazione inizia alle 7:30 quindi c'è tempo per riporre con calma le nostre cose nelle borse della bicicletta che avevamo portato in camera. Fuori dalla finestra, una fitta nebbia bagnata ci ricorda che, nonostante le miti temperature di questi giorni, siamo pur sempre in autunno.
Facciamo una abbondante colazione, tipicamente alto atesina con dolce, salato, yogurth, cereali, uova e frutta, quindi alle 8:30 partiamo e ci mettiamo sulla via del ritorno. La discesa da Riscone è un po' difficoltosa data la scarsa visibilità e il freddo umido che si fa sentire fin dentro alle ossa. Scendiamo comunque senza problemi, lentamente e con cautela, fino alla stazione dove il tabellone degli orari indica il primo treno utile per noi alle 9:31. Acquistiamo il biglietto solo per le bici (all'albergo ci hanno dato la Trentino Card che ci dà diritto di viaggiare gratuitamente su tutte le tratte regionali) pagando 14 euro e viaggiamo da Brunico al capolinea Fortezza, dove abbiamo la coincidenza che ci porterà a Bolzano, dove arriviamo intorno alle 11:30. Nel frattempo è uscito un bel sole e la temperatura si è fatta mite. Anzi a Bolzano c'è proprio caldo.
Dalla stazione di Bolzano, facciamo a ritroso il percorso del primo giorno in modo da raggiungere la ciclabile che costeggia il fiume. Dobbiamo pedalare una trentina di chilometri per tornare ad Egna, al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto. Sarà forse la stanchezza accumulata, o anche il fatto che essendo domenica c'è più traffico sulla ciclabile, teniamo una media oraria un po' più bassa che all'andata, ma alla fine arriviamo ad Egna alle 13:15, giusto in tempo per gustarci un buon piatto di Tagliatelle ai Porcini e Castagne presso un ristorante pizzeria del centro.
Conclusione
Erano anni che avevamo l'obiettivo di fare un tratto dell' Eurovelo 7 e, alla fine, anche se non come lo avevamo pianificato, siamo riusciti a centrarlo. Il conta chilometri all'arrivo segna 153, fatti in tre giorni sembrerebbero anche pochi, ma entrambi sappiamo bene che non è la quantità dei chilometri percorsi che rende unica l'esperienza, bensì la soddisfazione di aver trascorso tre giorni insieme, in un viaggio ecologicamente sostenibile, in mezzo alla natura, orientato principalmente alla cura e sostentamento del nostro benessere fisico e mentale.
Tutto ciò grazie a una bicicletta.