La Camargue è una regione paludosa, fertile e verdissima che si sviluppa alla foce del Rodano, nel punto in cui sfocia nel Mediterraneo. Prima di organizzare questo on the road nel sud della Francia non avevo mai sentito parlare di questa zona e stupidamente abbiamo deciso di dedicarle solo un paio di giorni.
La Camargue è una terra che sa di buono, che profuma di tradizioni tramandate di padre in figlio, dove la presenza dell'uomo è secondaria, ha dovuto imparare a rapportarsi con essa seguendo i ritmi della natura.
La Camargue è anche una terra di sfumature, siamo nel sud della Provenza ma la sensazione che si ha è quella di trovarsi lontani da quei paesini così deliziosi e curati nei minimi dettagli. Tra le strade dei suoi centri più importanti, Arles e Saintes Maries de La Mer, lo sguardo viene catturato da dettagli Camarguensi che richiamano la cultura gitana e nella grande arena vengono pubblicizzate corride e corse camarguensi tra cavalli allevati nella regione. E' in questi luoghi che verso fine maggio di ogni anno si tiene il raduno dei gitani più importante d'Europa.
Il primo giorno dopo aver ritirato la nostra auto presso la stazione di Lione inizia il nostro viaggio on the road vero e proprio che ci porterà in Camargue. Il trasferimento non è breve, passiamo tre ore abbondanti in auto prima di arrivare ad Arles e cercare il nostro hotel. Alloggiamo nel Porte de Camargue, una pensione veramente graziosa appena dopo il ponte che collega questa parte di città al cuore turistico di Arles. Mi sento vivamente di consigliarlo non solo perché curatissimo e pulitissimo, è il posto più bello in cui abbiamo soggiornato durante tutto il nostro viaggio, ma anche per la vista lungofiume. Non so voi, ma tante volte mi sono ritrovata su un ponte a guardare da lontano un panorama sognato su diverse fotografie, quello di Arles richiama direttamente quei quadri "ad olio su tela" tanto studiati durante il liceo. La luce poi è diversa, è morbida, è non si fatica a capire perché Van Gogh abbia amato tanto questo paese.
Il pomeriggio è dedicato alla scoperta di Arles. Per prima cosa ci dirigiamo alla ricerca dell'ufficio turistico dove prendiamo sia la cartina della Camargue che ci servirà il giorno successivo, sia quella di Arles dove sono segnati i diversi percorsi turistici. Noi scegliamo di seguire quello che ci porterà sulle orme di Van Gogh, nei punti in cui il tormentato pittore era solito posare il cavalletto e dipingere. E' stato a volte divertente, a volte un po' deludente, vedere come sono cambiati certi luoghi, alcuni divorati da una modernità prorompente e a mio avviso non sempre positiva. Durante il percorso cerchiamo il famosissimo Cafè Van Gogh che è sì rimasto come nel quadro ma oramai veramente troppo turistico.
Durante il nostro percorso decidiamo di vedere almeno esternamente la Grande Arena di epoca romana dove erano in corso le Corse Camarguensi.
Dopo cena ritorniamo in paese per un ultimo giro, di sera è veramente un posto più tranquillo e animato, pieno di localini dove poter fare un aperitivo o fermarsi a cenare.
Il secondo giorno è interamente dedicato alla Camargue e alle sue bellezze naturalistiche.
Uno dei posti irrinunciabili sono le saline che si trovano poco dopo il centro abitato di Salin du Giraud, qui ne approfittiamo per fermarci all'ufficio turistico per chiedere informazioni e, indovinate un po', abbiamo incontrato una signora francese gentilissima che ci ha aiutati in... italiano! Ed io che credevo che i francesi fossero antipatici!
Dicevamo... il panorama che si osserva dal punto panoramico sulle saline è surreale. La terra è secca, c'è pochissima vegetazione, il vento soffia fortissimo e sullo sfondo c'è questo mare rosa stupendo.
Proseguiamo il nostro giro seguendo la strada che ci porta ad una grande spiaggia poco dopo le saline. La spiaggia non è niente di che, uno spiaggione enorme meta soprattutto di camperisti, ma la strada per arrivarci è di rara bellezza. Ci fermiamo più volte per scattare foto ai numerosi uccelli che incontriamo, cicogne, fenicotteri, aironi e tanti altri di cui ignoro il nome.
Verso ora di pranzo decidiamo di andare prima a prendere la stanza nella Manade che avevamo prenotato e poi di dirigerci verso Saintes Maries de la Mer. La Manade è una sorta di azienda agricola in cui si allevano tori e cavalli della Camargue, in cui è possibile soggiornare ed in cui ogni sera vengono organizzati eventi per promuovere la cultura e le tradizioni locali. Visitare una manade è una di quelle cose che mi sarebbe tanto piaciuto fare, ma ha un costo: 40euro a persona solo per gli allevamenti e circa una metà per assistere agli spettacoli, interessante sì, ma troppo caro.
Pranziamo a Saintes Maries de la Mer dove appena arrivati fatichiamo tantissimo per trovare un parcheggio, è come cercarlo a Ostia Lido alle due del pomeriggio di una domenica qualsiasi d'agosto. Il paese infatti è letteralmente preso d'assalto da vacanzieri di tutta Europa, Italia inclusa, che lo rendono veramente, ed eccessivamente, turistico. Le strette viuzze del paese sono tappezzate di negozi di souvenir, prodotti locali e ristoranti. Per sfuggire alla folla decidiamo di visitare prima la Cattedrale, nella cui cripta si trovano le spoglie di Sara la santa patrona dei gitani, e poi salire al costo di 2,50 euro sulla terrazza panoramica. Beh, la vista da lassù parla veramente da sola. E' stupenda.
Se si ha tempo è possibile effettuare delle brevi crociere sul Rodano ma per motivi di tempo abbiamo rinunciato.
Per riprenderci dalla delusione di Saintes Maries visitiamo, ormai nel tardo pomeriggio, il Parco Ornitologico di Pont de Gau, uno dei posti più belli che abbia mai visto. L'intero parco è una riserva naturale in cui gli animali vivono liberi, i visitatori risultano poco invasivi grazie ai percorsi prestabiliti e ad alcune passerelle. E' possibile osservare ad una distanza veramente ravvicinata cicogne, aironi, anatre e i fenicotteri. Il parco inoltre è anche un centro di cura e riabilitazione per uccelli rimasti feriti. Il biglietto costa 7 euro e consiglio la visita verso il tramonto, quando oramai gran parte dei visitatori è defluita e la luce rende tutto più suggestivo.
Per cena torniamo a Saintes Maries dove degustiamo la carne di toro e dopo un'ultima passeggiata nel paese torniamo alla manade, perché domani il nostro viaggio continua, andremo nel cuore della Provenza!
La Camargue è una terra che va scoperta con calma, non vedo l'ora di tornarci e scoprirla in bicicletta lungo i suoi tanti percorsi naturalistici!