Viaggio fai da te alla scoperta delle Meraviglie di questo Paese unico di cui è difficile non innamorarsi. Storia, mito, religione, spazi immensi, panorami unici, buona cucina e un popolo sorridente sono il perfetto mix che fanno della Giordania una terra che lascerà soddisfatti anche i più esigenti. Ottima la possibilità di acquistare il Jordan Pass prima della partenza che sostituisce il visto d'ingresso e garantisce l'ingresso alla quasi totalità dei siti controllati dall'ente del turismo giordano.
Siamo partiti alle 11:15 da Roma con un volo della Turkish Airlines diretto ad Istanbul. Dopo un breve scalo ripartiamo alla volta di Amman, dove atterriamo alle 20:00. Le formalità di sbarco sono abbastanza rapide così come anche la riconsegna delle valigie. Andiamo a ritirare la nostra auto a noleggio riservata dall'Italia e senza alcun problema ci ritroviamo a impostare il navigatore direzione Amman. La prima notizia è che fa freddo.. esattamente come in Italia. La seconda è che pur trovandoci in Medio Oriente la Giordania ci accoglie come un Paese moderno e organizzato; lungo l'autostrada che ci porta in città solo i Minareti e le scritte in arabo ci ricordano di essere atterrati qui. Intorno alle 22 raggiungiamo il nostro Hotel, il "Landmark Amman Hotel & Conference", posizionato in un bel quartiere centrale della città e realizziamo invece di trovarci in un angolino di mondo complesso che pur avendo preservato la sua pace si scontra ogni giorno con il pericolo di chi, troppo vicino, in pace non è. Infatti per entrare in hotel e raggiungere il parcheggio c'è un vero e proprio check point, con barriere in cemento automatiche e ci lasciano passare solo dopo aver verificato il bagagliaio e passato al metal detector l'intera vettura. L'albergo è molto bello, moderno, pulito con camere ampie e comode dotate di ogni necessità. E' un 5 stelle ma in Giordania alla portata di tutti. La preghiera che si alza dalle Moschee segna la fine della nostra giornata.
Ci alziamo presto e dopo un rigenerante caffè usciamo subito per andare a sbirciare la capitale giordana. Decidiamo di non utilizzare l'auto non per dover perdere tempo con parcheggi e sensi di marcia e prendiamo un taxi che per meno di 5 euro ci accompagna all'ingresso della cittadella. La giornata è fredda ma nitidissima e la non bella Amman si apre davanti a noi distesa sulle colline con il suo bianco abbacinante. Si, Amman non è bella ma a noi piace. Ora si che sa di Medio Oriente. Entriamo alla cittadella e facciamo una passeggiata fra le rovine romane. Dobbiamo essere onesti nel dire che, da romani, le colonne e ciò che altro rimane non hanno nulla a che vedere con quello che abbiamo a casa ma dobbiamo riconoscere le cura del sito e la sua spettacolarità per la posizione che regale splendide viste a 360 gradi sulla città. Usciti dalla cittadella iniziamo la discesa a piedi verso il teatro romano e l'area considerata la vecchia città (il consiglio è di rispettare quest'ordine perché al contrario la salita deve essere piuttosto faticosa). Visitiamo il teatro che, seppur piccolo, è ben conservato ed impressionante per la pendenza delle gradinate e la sua posizione scavata in una delle colline, il vicino odeon e dopo una sosta in piazza "hashemite" ci infiliamo nell'area attorno a Rainbow Street dove perdiamo tempo fra souq improvvisati e negozietti dove non resistiamo a qualche prima compera. Qui Amman perde la sua modernità di capitale all'avanguardia e si trasforma in una vecchia e trasandata città araba, caotica e affollata, sporca e permeata dagli inconfondibili odori di spezie e puzze. Ma forse è questa l'atmosfera che la rende tradizionale. Nonostante ci piaccia perdere tempo fra le bancarelle la nostra tabella di marcia è forzata e così riprendiamo un taxi per tornare a prendere la nostra auto in hotel. Per il momento è ora di lasciare la città e partire verso sud, stasera dobbiamo essere a Wadi Musa e abbiamo deciso di raggiungerla percorrendo tutta la famosa Strada dei Re. La prima sosta è a Madaba, un bell'esempio di convivenza e tolleranza dove sorgono una a fianco all'altra moschee, chiese cristiane e chiese greco-ortodosse, meta dei gruppi di pellegrini in visita alla Terra Santa e famosa per i suoi mosaici. La nostra visita è stata superficiale ma non potevamo perdere la Chiesa di San Giorgio e la mappa di Madaba, il mosaico più celebre raffigurante la terra santa e l'itinerario per raggiungere Gerusalemme. Abbiamo parcheggiato proprio di fronte alla chiesa, effettuato la visita e ripartiti subito con kebab take away, da gustare lungo la strada. Ancora parecchi chilometri ci separano dalla meta. Da qui il percorso si fa via via più spettacolare, trasformandosi da ricche vallate coltivate e uliveti a uno scenario sempre più desertico. La sosta successiva la facciamo quando la strada attraversa il Wadi Mujib facendosi a dir poco spettacolare ed è impossibile non fermarsi nei punti panoramici ad ammirare tanta bellezza. Da questo momento ci sentiamo davvero in viaggio e cominciamo ad amare ogni chilometro percorso. Giunti ad Al-Karak decidiamo di saltare la visita al castello e di accontentarci della vista da fuori e proseguiamo ancora a sud. Passiamo At Tafila che è già quasi il tramonto, che ci coglie pochi chilometri più a sud, meraviglioso dietro le dune della riserva di Dana. I tempi si rivelano più lunghi del previsto e riusciamo a raggiungere Wadi Musa che sono già le 19:30. Ci sistemiamo in hotel per una doccia calda e usciamo a cena. Qui abbiamo scelto un piccolo hotel economico nel centro di Wadi Musa, il Town Season,consapevoli che vi avremo trascorso poco tempo. E' una soluzione dall'ottimo rapporto qualità prezzo, con stanze ampie e pulite. Il bagno molto piccolo ma anch'esso pulito. Per cena siamo andati a sensazione ed abbiamo scelto il ristorante Al Wadi, proprio al centro di wadi Musa, un locale in perfetto stile locale, caldo e accogliente con personale gentilissimo. Il cibo è' ottimo, con varie specialità assolutamente da provare. Prezzi giusti. Ce ne andiamo a dormire con la sveglia impostata alle 05:00... domani ci attende Petra e non vorremmo tardare con quest'appuntamento.
E' stata la preghiera del mattino a svegliarci, quando la sveglia non aveva ancora dato il segnale, ma non l'abbiamo atteso. Alle 05:20 eravamo sulla terrazza dell'hotel per tentare un'anticipo di colazione. Il caffè era pronto e l'abbiamo gustato osservando la primissima luce su Wadi Musa. In hotel sono stati così cortesi da incartarci uova e formaggio in modo da uscire prima ancora dell'apertura del buffet. E così alle 06:00 in punto eravamo all'ingresso del sito di Petra. E cosa dire di Petra? Fiumi di parole sono state scritte e migliaia di foto pubblicate. Ma entrare all'alba, praticamente soli, e percorrere il siq in una fredda e silenziosa alba di gennaio per arrivare a scorgere fra le rocce il "tesoro", è una di quelle esperienze che fa venire i brividi, in grado di stupire nonostante sai già cosa ti aspetti e.. commuovere. Per noi è stato così. Dall'ingresso del sito all'inizio del Siq abbiamo approfittato del passaggio gratuito a cavallo (mancia non inclusa:))per sentirci dei lontanissimi parenti di Jones ma da qui si prosegue da soli. Il Siq è la gola scavata nella roccia di circa 1,5 km che conduce alla città di Petra ed è già il siq stesso a regalare un enorme fascino all'antica città nabatea. E così dopo una meravigliosa camminata fra le strette pareti, disturbati solo dagli zoccoli ei cavalli delle prime carrozzelle, ecco il "Tesoro", l'essenza stessa di Petra. E'indescrivibile l'emozione di vederlo fra le pieghe del siq mentre la luce comincia ad aumentare cominciando a tingere le pareti di rosa. Ma Petra non finisce al tesoro e la meraviglia è da scoprire in ogni suo angolo e scorcio lungo la tortuosa e faticosa salita che porta al Monastero. E infatti da qui proseguiamo verso i resti del teatro, alle tombe dei re, alla strada colonnata fino all'inizio della salita. Da qui in meno di un'ora (in base al fiato di ognuno) si raggiunge faticosamente il Monastero ma la sua bellezza e l'assoluto silenzio che vi regna lo rendono imperdibile durante la visita al sito. In realtà è possibile salire anche a dorso di mulo ma a giudicare da quel che abbiamo visto sulla via del ritorno non è detto che sarà alla fine dei conti meno faticoso! Qui al Monastero facciamo la nostra colazione per poi riprendere pian piano la via del ritorno, fino al Tesoro. E qui ci sediamo solo fermi a guardarlo e non vorremmo mai andare via. Ormai c'è tanta gente che ha raggiunto il sito ma il silenzio resta. Sembra quasi che tutti non vogliano oltraggiare il fascino e l'atmosfera che qui si respira. Ci sono al mondo dei luoghi magici e questo è uno di quelli.
Petra è a giusto titolo patrimonio dell'umanità e la speranza è che resti così per sempre.
A malincuore volgiamo un'ultimo sguardo al tempio prima di rinfilarci nella gola e salutare Petra con un sicuro arrivederci. Sono circa le 15:00 quando usciamo dal sito e facciamo una sosta veloce per mangiare qualcosa prima di ripartire in direzione Wadi Rum, che vorremmo raggiungere prima del buio. E ci riusciamo. Il sole sta calando quando raggiungiamo il Visitor Center, dopo aver attraversato ancora panorami spettacolari. Qui è sufficiente mostrare che si ha una prenotazione in campo tendato e si può proseguire in auto fino al Wadi Rum village, poche case abitate da beduini. Si conoscono tutti e si avvisano dell'arrivo dei clienti. Non aspettiamo più di 5 minuti prima dell'arrivo della nostra jeep che ci accompagna all'interno dell'area protetta fino al campo. Già da questo primo trasferimento al tramonto siamo innamorati pazzi di questo luogo. Facendo una follia di quelle da "almeno una volta nella vita" abbiamo prenotato una tenda panoramica all'Aicha Luxury Camp e solo scendendo dalla jeep non ci pentiamo della nostra scelta. Il campo è adagiato a ridosso di un costone roccioso in pieno deserto. Il personale, tutti ragazzi giovani, ci accolgo alla jeep ci accompagnano velocemente alla nostra tenda. L'interno è comodissimo e ben arredato con un bel letto e bagno privato. Biancheria pulita. Spettacolare il panorama davanti a noi su cui sta calando la notte. L'unica pecca il freddo... resta pur sempre una tenda e il condizionatore presente non riesce a scaldare opportunamente considerando che all'esterno siamo già a zero gradi! Capiamo subito a cosa servono i due montoni foderati di pelliccia adagiati sul letto al posto degli accappatoi. Ci godiamo l'arrivo della notte nella nostra tenda e poi ce ne andiamo al ristorante. Tutto il camping è un vero colpo d'occhio. Il ristorante, posto in cima proprio sotto le rocce è un angolo di vero lusso in pieno deserto. Il buffet ha una buona scelta e discreta qualità. Bellissimo il bar ricavato sotto la roccia dove gustare un te e fumare la shisha. Questo sogno per una notte costa circa 230,00 Euro... che commisurati ai servizi e alla tenda stessa sono obiettivamente troppi... ma addormentarsi sotto un cielo così stellato da noi ormai inesistente e svegliarsi alle prime luci dell'alba ammirando gli sconfinati spazi di questo spettacolo della natura la rende un'esperienza così bella, unica e magica da giustificare in fondo qualunque prezzo.
Al primo chiarore apriamo le tende restando sotto i piumini ad ammirare l'alba sugli sconfinati spazi del Wadi Rum. Andiamo a colazione e portiamo i montoni con noi visto la temperatura è di -7 gradi. Per le 8.30 abbiamo prenotato l'escursione privata nel deserto con uno dei ragazzi del campo che ci accompagna in jeep. Giriamo per circa 3 ore e mezza toccando e sostando nei punti più conosciuti dell'area protetta: i ponti di pietra, le iscrizioni nabatee, il canyon Al-Khazali, le dune di sabbia e le sorgenti di Lawrence. Naturalmente non poteva mancare un te nel deserto offerto da due ragazzi beduini. L'essere in pieno gennaio garantisce di non incontrare molte persone e di trovarci soli a godere della natura che qui da veramente spettacolo. Petra non ha deluso le nostre alte aspettative ma il Wadi Rum le ha ampiamente superate. Intorno alle 12:00 rientriamo al campo e purtroppo dobbiamo lasciare questo paradiso di terra rossa dove siamo consapevoli di lasciare un pezzetto di cuore. Ci riaccompagnano alla nostra auto con cui ripieghiamo subito verso nord. Ci aspettano parecchi chilometri per raggiungere la nostra prossima destinazione... il Mar Morto. Questa volta sfruttiamo l'autostrada fino a intersecare la statale 50. Da qui siamo nuovamente immersi in panorami spettacolari e affrontiamo la grande discesa fino a raggiungere la 65, nota come Jordan Valley Hwy. Purtroppo avvicinandoci al livello del mare il sole che ci ha accompagnato fin ad'ora viene offuscato da una coltre di nebbia e scendendo ancora il vento si alza portando con se la sabbia. Giunti in fondo siamo immersi una coltre di nubi giallognole e la visibilità è scarsa. Dopo pochi chilometri cominciamo a intravedere la distesa del Mar Morto e le cose coperte di sale. Non è solo il tempo, ma ci sembra di aver cambiato Paese. I villaggi sono trascurati e piena di immondizia, sono visibili vari insediamenti di tende delle organizzazioni internazionali abitate dai rifugiati palestinesi. Si respira aria di frontiera, e sparisce quella sensazione di un trovarsi in un Paese sereno, accogliente e assolutamente pacifico. Quando raggiungiamo le coste del Mar Morto siamo interdetti a trovarlo mosso.. ebbene si.. mosso. Il vento non permette nemmeno di scendere dalla macchina e così proseguiamo diretti fino a raggiungere la zona degli hotel. Sono circa le 17:quando entriamo nella hall del Movempick Dead Sea e rapidamente ci accompagnano in camera. L'hotel è fantastico anche se le 5 stelle vanno sopratutto agli spazi comuni, ai giardini, alle piscine e alla SPA mentre le stanze sono comode e pulite ma potrebbero essere riviste. Prima che cali il sole andiamo subito a fare un giro esplorativo per l'hotel fino a raggiungere la spiaggia... freddo, vento, pioggia, sabbia, e il tanto sognato specchio d'acqua in cui galleggiare che sbatte le sue onde sulle rocce. Inutile dire che speriamo vada meglio domani e ci ritiriamo sotto la doccia calda. Prendiamo il coraggio di uscire solo a ora di cena e considerando la situazione decidiamo di restare in hotel accontentandoci dell'unico ristorante aperto... quello italiano. Proviamo così una fantastica pizza "giordana" sotto stame del Colosseo e Piazza San Marco accompagnati da una compilation da perfetti Emigratis. Per fortuna siamo stanchissimi e quello che ci vuole è una bella dormita.
Quando ci svegliamo (con più calma stamattina) fortunatamente c'è il sole e il vento è andato via così dopo colazione torniamo nuovamente in spiaggia. Il "Morto" è sveglissimo anche stamattina e non è certo come le foto che lo pubblicizzano. Riusciamo a metterci almeno i piedi e si congelano. Anche se fa proprio freddo non rinunciamo al rito dei fanghi, adagiati nelle anfore sulla spiaggia. Terminata l'esperienza fallimentare da turisti balneari andiamo a cambiarci e usciamo diretti al Monte Nebo raggiungibile in circa 30 minuti. Questa volta affrontiamo la grande salita che ci riporta sopra il livello del mare con la strada che si arrampica aprendosi a panorami mozzafiato. Arriviamo all'ingresso e paghiamo il biglietto non essendo il sito fra quelli compresi nel Jordan Pass. La visita al memoriale non poteva mancare nel nostro tour della Giordania ed è un luogo dove si respira pace. Oltre alla chiesa, ricostruita integrando i resti antichi e dove è visibile un bellissimo mosaico c'è un piccolo museo e una terrazza antistante dove è possibile spaziare lo sguardo su Israele e avvistare la città di Gerusalemme. Proprio qui è stata sistemata la famosa croce con i serpenti intrecciati. Che si sia credenti o meno qui ci si sentirà comunque parte della storia. Riscendiamo nuovamente i 1000 metri che ci separano dal mare e andiamo a pranzo al Samarah Mall un bel centro commerciale nelle vicinanze dell'Hotel. Decidiamo di trascorrere l'intero pomeriggio a bordo della fantastica infinity pool godendoci sole e relax in attesa di un fantastico tramonto. Per cena torniamo al centro commerciale avendo individuato una sorta di pub in stile americano dove, finalmente, siamo riusciti ad ordinare una pinta di birra!
Stamattina ci alziamo nuovamente presto e dopo colazione lasciamo il Movempick e il Mar Morto diretti ancora a nord. La prima tappa della giornata è il sito del battesimo a Betania oltre il Giordano. Sfioriamo il confine con Israele e poco dopo siamo all'ingresso del sito. Trovandosi in area militare sorvegliata poiché proprio al confine è necessario lasciare macchina e proseguire con guida e autista dopo aver pagato il biglietto. Con noi non c'era nessun altro al sito e dopo un quarto d'ora di attesa vana la guida ha deciso di partire lo stesso diventando così la nostra guida privata. Anche in questo caso a prescindere dal vostro credo la visita faccia riflettere. Raggiungendo il luogo del battesimo si possono vedere le chiese qui sorte: cattolica, greco- ortodossa, russo-ortodossa, protestante, evangelica, copta e siamo in un Paese musulmano. L'intera comunità cristiana è qui riunita, la storia di Giovanni che in questo luogo esatto battezzava Gesù di Nazareth ci viene raccontata da un giordano di madre palestinese, a pochi metri sull'altra sponda del fiume Israele ha costruito un memoriale ignorando le indicazioni degli archeologi e rifiutando di accettare che quel punto esatto, di cui rimane sola una sorta di conca prosciugata in fondo a quel che resta delle gradinate di un tempio, non fa parte dei loro territori. E giunti al fiume, largo pochi metri, quel rito che si rinnova ancora oggi per adulti e bambini di tante lingue e nazionalità. Toccante. Terminata la visita ci mettiamo in marcia per la nostra ultima tappa in terra giordana, Jerash. Il panorama cambia ancora, riappaiono le colline, il verde, gli ulivi e le coltivazioni. Raggiungiamo Jerash prima di pranzo. Le rovine dell'antica Gerasa sono senza dubbio una delle attrazioni più famose della Giordania, fra i siti romani meglio conservati del medio oriente. Di indubbio fascino la via colonnata, il teatro eppure... questo sito non ci è entrato nel cuore. Sarà stato il cielo meno terzo, ma la realtà è che dopo Roma, la Valle dei Templi, la Grecia è difficile apprezzare al massimo quel che resta qui. Insomma il nostro cuore resta altrove. E così per l'ultima volta saliamo ancora in macchina e impostiamo il navigatore su Amman. Adesso il tempo si è completamente guastato e piove. Rientrati in città passiamo per la Moschea di Re Abdullah I e di trascorrere le nostre ultime ore al Taj Mall, dove ritroviamo di nuovo quel lusso e quella modernità occidentale che avevamo scordato. Sono passate le 21:00 ed è proprio ora di andare. Si torna a casa. Raggiungiamo l'aeroporto e lasciata la nostra accompagnatrice a quattro ruote entriamo in attesa di imbarcarci sul volo Turkish per Istanbul. Salutiamo così la Giordania, pochi giorni ma intensi, che non dimenticheremo.
Voliamo di notte e all'alba sbarchiamo a Istanbul dove attendiamo la coincidenza per Roma dove atterriamo alle 10 .