Partendo da Rabat, abbiamo noleggiato una macchina e attraversato tutti i luoghi simbolo di questo Paese che si è rivelato meraviglioso per le sue bellezze artistiche, le sue città uniche e suoi panorami mozzafiato. Aspettative soddisfatte e superate. Qualche premessa/considerazione/consiglio di viaggio prima di entrare nel dettaglio del nostro tour:
1) Il Marocco si può visitare tranquillamente da soli, è sufficiente tenere qualche accortezza maggiore rispetto ad altri Paesi e sicuramente un po' di francese vi darà una marcia in più per le zone meno turistiche.
2) Si guida benissimo e senza problemi, le strade principali sono tutte in buone condizioni. Al sud è necessario mettere in conto qualche sterrato, comunque percorribile con tutte le auto. Menzione a parte merita Marrakech, caotica e piena di traffico, dove è necessario fare attenzione, soprattutto a non entrare nell'area della Medina. Ma venendo da Roma... ci si sente quasi a casa. La Polizia stradale, così temuta e su cui si sente dire un po' di tutto, è assolutamente dalla parte del turista. Sono numerosissimi i check point, praticamente all'ingresso di ogni centro abitato, ma nessuno ci ha mai fermato per i controlli ne mai ci sono stati chiesti soldi in alcun modo. Assolutamente necessario avere con se un buon navigatore, soprattutto per alcune aree in cui i cartelli stradali sono solo in arabo!
3) Il Paese è sicuro. Solo in alcuni momenti ci siamo sentiti all'erta. Nelle città la Polizia turistica in borghese è presente ovunque e sarà sufficiente un secco, perentorio e ad alto tono di voce "NO, MERCI" per allontanare tutti i seccatori e procacciatori in cerca di turisti sprovveduti o spaesati nei dedali delle Medine.
4) Legandoci al punto precedente, bisogna ammettere che i marocchini sanno diventare piuttosto pesanti e cercheranno di spillarvi soldi praticamente ovunque: chi vorrà spingervi nel suo negozio, chi vorrà accompagnarvi inventando strade chiusi o labirinti inesistenti, chi vorrà farvi da guida alle attrazioni turistiche per spiegarvi la vera storia del luogo, chi inventerà false attrazioni imperdibili per condurvi fuori da zone più controllate e approfittare della situazione e, infine, tutti quelli che correranno a chiedervi soldi per aver scattato una semplice fotografia...
Anche in questo caso il perentorio "NO MERCI" pronunciato a due toni di voce sopra sarà risolutivo
5) Il clima in Agosto: andare o non andare? Per effettuare il tour in auto è assolutamente necessario evitare l'inverno, quando l'Atlante può diventare impercorribile. In agosto è scontato dire che in Marocco è caldo, ma meno caldo di come potevamo immaginare. Le aree costiere sono sempre fresche e la sera, sia a Rabat sia ad Essaouira, abbiamo dovuto usare la felpa. Marrakech è paragonabile all'Italia. Le zone sull'Atlante e quelle attorno a Ouarzazate sono sopra i 1.000 metri e il caldo è sempre secco e non eccessivo. Le uniche eccezioni, dove è meglio prepararsi a soffrire sono state la città di Fes e l'area del deserto di Merzouga.
Siamo atterrati nel tardo pomeriggio a Rabat con un volo diretto Ryanair proveniente da Roma e siamo andati subito a ritirare l'auto noleggiata dall'Italia. Lo stesso noleggiatore ha preferito fornirci la categoria SUV gratuitamente quando ha saputo il tipo di itinerario programmato. Leggendo vari forum, abbiamo scelto di pagare il supplemento per l'assicurazione totale con annullamento della franchigia, liberandoci così da ogni pensiero su furti a comando e viaggiando in ogni caso più tranquilli. Impostato il navigatore direzione Rabat abbiamo raggiunto il nostro primo Hotel, l'Hotel Kasbah des Ouadaias, in posizione ottimale proprio di fronte all'omonima kasbah e a due passi dal lungomare della città. Uno di loro ci ha accompagnato a parcheggiare l'auto nel parcheggio di fronte (20 MAD/1,80 E al giorno) e portato i bagagli in stanza. Hotel in stile marocchino, molto pulito e con personale gentilissimo. Abbiamo trascorso la nostra prima serata sul lungomare affollato della città, per una prima immersione nella vita quotidiana dei marocchini. Da subito uno spaccato di vita e un'atmosfera che colpisce. Da subito catapultati in una realtà così diversa dalla nostra, che qui sa già di Africa. Abbiamo cenato al LE DHOW, un bellissimo ristorante su un barcone ancorato al molo. Piuttosto lussuoso per la media del posto, cibo nella norma, ma ci ha permesso di godere di una bella birra fresca assaporando insieme l'odore dell'oceano, brindando alle vacanze iniziate.
Sono le 05:00 quando veniamo svegliati dalla preghiera proveniente da un Minareto che sembra confinare con la nostra stanza e alle 8:00 siamo già sulla terrazza per una ricca colazione vista mare e panorama sulla Medina e la kasbah. Prima di lasciare l'hotel, andiamo a piedi a visitare la KASBAH DES OUDAIAS, prima attrazione imperdibile della Capitale. Entrando si ha l'idea di essere catapultati in un mondo ovattato e passato, di fare un salto nel tempo. A quest'ora è deserta, ad eccezione di qualche anziano a passeggio e dei molti gatti che la popolano. Un dedalo di vicoli pitturati in bianco e blu, dove fanno bella mostra antichi portali. Dalla piazza principale, posta alla fine dei vicoli, si gode un bel panorama sulle immense spiagge di Rabat e della dirimpettaia Salé. Ritorniamo verso l'ingresso percorrendo altri vicoli, rapiti dalla pace del posto e da begli scorci fotografici (e ad essere estremamente sinceri anche dalla puzza non esattamente definita che si respira!)
Ripresi i bagagli e la macchina ci dirigiamo verso il complesso della TORRE DI HASSAN e del MAUSOLEO DI MOHAMMED V, situato in una bella zona residenziale. Sicuramente il luogo più bello della città. L'intera area è vigilata dalle guardie reali in alta uniforme a cavallo. La Torre di Hassan è il simbolo stesso della città, si staglia alla fine di una mare di colonne rimaste a testimonianza dell'enorme moschea incompiuta. Di fronte alla torre c'è il Mausoleo di Mohammed V, perfetto esempio architettonico della dinastia Alawita, dove è sepolto il sovrano tanto amato. Bellissimo. Entrando all'interno e vedendo in basso la tomba del Re, il pensiero è andato a Les Invalides di Parigi e dal confronto immediato qui Napoleone ne esce perdente...
Torniamo in macchina e ci mettiamo in marcia in direzione Fes, con 215 chilometri da percorrere per arrivare alla meta. Questo tratto è coperto interamente da autostrada, con aree di servizio attrezzate, pulite ed enormemente curate. Prima delle 13:00 siamo già a Fes, a ridosso della Medina, dove parcheggiamo nei pressi del nostro riad (20 MAD/1,80 E per 24 ore). Entrando al Palais Sheherazade ci sembra di entrare in paradiso... è un po' più caro della media, ma i 120 Euro a notte sono strameritati! Un lusso che in Europa non avremo potuto concederci. Posizionato ottimamente al confine della Medina, consente di essere raggiunto in auto e di parcheggiare comodamente. Dopo approfondite ricerche sulla Medina di Fes e spinti dalla proibitiva temperatura di 48°, chiediamo al Riad una guida ufficiale per visitare le zone più complesse della Medina. Per circa 4 ore abbiamo speso 25 euro per una guida ufficiale accreditata all'Ufficio del Turismo. Il consiglio è di non prenotarla in anticipo, costa di più, sarà sufficiente chiedere all'arrivo.
Alle 17:30, dopo esserci goduti i lussi del nostro riad, puntualissimi partiamo per il tour della Medina. Prima in taxi siamo saliti sulle colline circostanti per avere uno sguardo d'insieme sulla città vecchia e sulla Medina più grande del Marocco e poi finalmente siamo all'interno... il primo pensiero è che la guida qui serve davvero, soprattutto se non avete un'intera giornata per cercare di orientarvi in un labirinto che senso non ha. Non vediamo altri turisti, non ci sono negozi per turisti, ma una città che pullula di vita vera. L'impatto è forte, anche per chi come noi aveva già visitato altri paesi arabi. La Medina di Fes è difficile da descrivere... entra dentro, nel bene o nel male. La amerete o la odierete ma non potrete dimenticare i suoni, i colori, gli odori. Abbiamo girato per circa 3 ore soffermandoci all'esterno della Moschea Karaouine, del Mausoleo di Moulay Idriss (entrambi non consentono l'accesso ai non musulmani, ma riuscirete a scattare qualche bella foto). Per quanto accreditata, anche la nostra guida ha i suoi amici e ci mostra una cooperativa in cui si produce olio di argan e un negozio di tessuti in cui si lavora la fibra dell'agave. Ci addentriamo ancora di più e andiamo a visitare le concerie più antiche della città in un'area della Medina conosciuta come "scioccante". Sono le concerie di Moulay Abdellah. Lo spettacolo del sole che cala dietro i minareti e sulle vasche colorate ci regala una cartolina bellissima. Riprendiamo il cammino ed è già quasi notte quando rientriamo distrutti e soddisfatti al Riad. Ceniamo al Palais Sheherazade con Tajine e spiedini accompagnati da un buon vino di Meknes.
La prima gioia del mattino è una colazione da favola servita a bordo piscina nel patio del riad. L'intera mattinata è ancora dedicata a Fes e alle sue meraviglie, volontariamente non incluse nel tour con guida. Chiedendo consiglio in hotel sugli spostamenti per limitare al massimo i tempi, il ragazzo del Riad si è offerto di venire con noi permettendoci di evitare così i "fastidiosi disturbatori" di Fes (e non c'è stato verso di regalargli qualcosa, è stato incorruttibile nell'accettare qualsiasi forma di ringraziamento).
Abbiamo raggiunto a piedi la porta BAB JALOUD, il più famoso ingresso alla Medina, dalla quale si scorge il bel minareto della nostra destinazione, la MEDERSA BOU INANIA, una scuola coranica che ci è permesso visitare (ingresso 10 MAD/1 Euro). E' ancora presto e non c'è nessuno. La meraviglia del cortile e delle sue decorazioni ci lascia a bocca aperta. Attraversiamo un altro pezzo della Medina e lungo le mura cerchiamo un taxi che ci conduce dalla parte opposta per andare a visitare le più famose concerie della città: le CONCERIE DI CHOUWARA. Accediamo a una terrazza in cima a un negozio di pellami, come succede per qualsiasi altra terrazza, e restiamo qui per circa mezz'ora restando assolutamente rapiti da una scena che sembra uscire dalla macchina del tempo. Ci tengo a sottolineare che la visita alle concerie è GRATUITA e a sfatare il mito del rametto di menta sotto il naso per sopportare la puzza del luogo. C'è puzza, è vero, ma nulla di così atroce come solitamente viene raccontato. Altra piccola nota è da dedicare al negozio che vi ospiterà: è naturale che cercheranno di vendervi qualche cosa, mostrandovi orgogliosi i cinque piani di esposizione... ma con enorme gentilezza, tanti complimenti al loro lavoro e facendo leva sulla crisi che attanaglia l'Europa siamo riusciti a uscire senza spendere nemmeno un euro!
Dalla terrazza è possibile vedere le vasche dove le pelli inizialmente vengono sbiancate nella calce, poi lavate e successivamente tinte nelle vasche a colori naturali. E' incredibile osservare questi uomini che utilizzano lo stesso processo da secoli, immergendosi a gambe nude nelle vasche. Definirla bellezza sarebbe inappropriato per la fatica e le condizioni di vita che avete davanti agli occhi, ma è un qualcosa di così forte che non potrà che lasciarvi ammaliati.
Riprendiamo un taxi per tornare al Riad, dove abbiamo ancora il tempo di un bagno in piscina e una doccia prima di lasciare a malincuore la nostra stanza dei sogni. Ci rimettiamo in viaggio destinazione Errachidia, a 341 Km da Fes. Da qui l'autostrada non esiste più e, appena lasciata la città, cominciamo a scoprire il vero Marocco, quello dei villaggi arroccati sui monti dell'Atlante e quello dei panorami mozzafiato che ci accompagneranno per l'intero viaggio. Attraversiamo Mouzzer du Kandaar, Midelt e ancora più a sud le meravigliose Gole dello Ziz. Da qui scopriamo anche l'arte della pazienza, poiché la strada a corsia singola è percorsa da mezzi di ogni tipo... camion, carri, carretti, asini e persone a piedi. Così ci godiamo i panorami osservando senza parole i piccoli insediamenti rurali dove il tempo si è fermato.
Raggiungiamo Errachidia che sono quasi le 19:00, ne approfittiamo per un bagno nella bella piscina del Riad "Le Riad", dove trascorriamo la serata con aperitivo e cena.
Anche stamattina sveglia presto e dopo una bella colazione servita in hotel ci rimettiamo in marcia direzione sud. Il paesaggio inizia a cambiare e cominciamo ad assaporare una luce che sembra diversa. La prima sosta è alle Sorgenti blu di Meski, raggiungibili con una piccola deviazione dalla strada statale. L'ingresso è a pagamento (intorno ai 2,50 Euro per macchina). Si tratta di una vera e propria oasi con palme rigogliose che lambiscono i canali d'acqua della sorgente. Detta così sembrerebbe un paradiso, ma in realtà l'attrazione turistica è rappresentata da una piscina (piuttosto sporca) con un bar e negozietti di souvenir da cui non uscirete senza accettare almeno un te. Turisti non ne abbiamo visto ma era pieno di locali accampati con ogni sorta di mezzo nei dintorni della piscina affollata. Peccato. Pensavamo di meglio. Ci rimettiamo in macchina diretti a Erfoud. Ben presto il percorso si snoda in panorami davvero unici; dall'alto è possibile ammirare il corso dello Ziz in fondo al canyon contornato da palme e da villaggi berberi ed è così che ci da il benvenuto la regione del Draa-Tafilalet. La strada scende e comincia a seguire il corso del fiume attraverso palmeti da dattero, villaggi, gole e canyon. A Erfoud non ci fermiamo ma è sufficiente il tempo ad attraversarla per scoprire una cittadina caotica e affollata. Proseguiamo ancora per Rissani, dove apprezziamo il bel portale e sfioriamo il suo famoso mercato. Proseguiamo ancora verso la nostra destinazione finale, Merzouga. Da qui il panorama cambia ancora; le auto spariscono, il caldo si fa asfissiante, la lunga fettuccia d'asfalto che corre dritta davanti a noi ci ricorda gli States e finalmente come un vero miraggio le dune arancioni del Sahara appaiono davanti a noi. Siamo entusiasti e raggiunta Merzouga riusciamo ad evitare le orde di beduini che tentano a tutti i costi di piazzare gite ed escursioni a cammello per dirigersi verso la nostra sistemazione, la Kasbah Azalay. E' semplicemente fantastica, proprio ai piedi delle dune, pulita e curata con stanze in perfetto stile berbero e pareti di fango. Sono le 13:30 e dopo esserci ripresi davanti a una ricca insalata beduina cominciano a scoprire qualche piccolo difetto... a quanto pare l'unico generatore elettrico di Merzouga in pieno agosto fa le bizze e l'aria condizionata non fredda l'aria. Un piccolo ventilatore non riesce a spostare l'aria bollente che ci circonda. L'unica salvezza ci è data dalla bella piscina della kasbah dove restiamo fino alle 18:00 per poi prepararci al giro nel deserto col quad fissato per le 18:30. Siamo solo due quad preceduti dalla nostra guida e per due intere ore abbiamo girovagato fra le dune restando letteralmente folgorati dall'immensità del Sahara, dalla bellezza del nulla, dalla maestosità della natura e del silenzio assoluto. Il sole era già scomparso quando la guida ci chiede di affrettarci... il vento si è alzato e nubi all'orizzonte non promettono bene. Siamo quasi alla Kasbah quando siamo colti da una vera tempesta di sabbia e vento. Ceniamo alla Kasbah (5 Euro a persona) gustando una vera cena beduina accompagnata da una buona birra acquistata per noi al market dopo 1000 peripezie. A dire il vero non era buona ma il gusto del proibito l'ha resa eccezionale. Finalmente è ora di riposare un po. E invece no... non è finita così. Avevamo dimenticato il generatore... mai sentito un tale caldo uscire dalle pareti e così abbiamo traslocato a bordo piscina. Ricorderemo sempre con un sorriso la nottata trascorsa su quei lettini investiti dal vento bollente del deserto sotto un cielo meraviglioso.
Naturalmente apriamo gli occhi prima dell'alba e armati di macchina fotografica saliamo sulla terrazza dove scopriamo di non essere stati i soli a dormire all'aperto. I primi raggi di sole sulle dune ci regalano un'altra immagine indelebile di questo viaggio. Ci godiamo una ricca colazione ed è ora di salutare Hamid e il suo staff per rimetterci in macchina. Prima di salutare anche il deserto tentiamo un paio di piste sterrate ai piedi delle dune per qualche altro magico scatto. Non vorremmo andar via ma stasera dobbiamo essere a Skoura ed è il caso di partire. Torniamo a Erfoud passando per Hassilabied e pieghiamo all'interno verso Tinghir. Raggiunta Tinghir non possiamo perdere la deviazione per le Gole del Todra. L'intera area attorno a Tinghir è bellissima e le Gole valgono la visita seppur piuttosto affollate in questo periodo. Proseguiamo lungo la Via delle Rose e delle 1000 Kasbah ammirando gli spazi infiniti e attraversando villaggi. Facciamo un'altra breve sosta a Kelaat Mgouna, famosa per la raccolta dei petali di rosa e per la vendita dei prodotti derivati. Arriviamo a Skoura intorno alle 18:00 e prima di cercare il nostro hotel ci dirigiamo subito a visitare la Kasbah Amridil. L'ingresso si paga una sciocchezza e la kasbah è piccolina ma veramente ben tenuta. Da non perdere se passate da qui. E finalmente arriviamo al Sawadi, la nostra sistemazione persa nel palmeto di Skoura. Gestita da una coppia francese questa struttura è bellissima, pulita e molto curata. Non avevano altri ospiti così ci hanno assegnato una suites e cucinato una prelibata cena a bordo piscina a base di crema di ceci e tajine di tacchino ai fichi. Il miglior modo per recuperare le fatiche della giornata.
Dopo una fantastica colazione al Sawadi ripartiamo per la vicina Ouarzazate, La Mecca del cinema marocchino. In realtà noi ci fermiamo per un altro caffè, uno sguardo ai negozietti più curati che altrove e sopratutto per la visita alla Kasbah Taourit. L'ingresso è a pagamento, è più grande delle altre visitate e salendo i diversi piani le stanze aumentano in decorazioni e affreschi. Senza dubbio una meta da visitare ma il restauro ha tolto un po' di fascino e, sopratutto, critica assoluta alle autorità che lasciano fantomatiche guide all'ingresso zelanti e maleducate, più difficili di altre ad essere allontanate. Terminata la visita proseguiamo per la nostra prossima meta, la ben più famosa Kasbah d'Ait Ben Haddou. Già la sua vista da lontano incanta e ancor di più aggirarsi fra le strette vie racchiuse fra le pareti di fango ricordando le scene di un te nel deserto, del Gladiatore e del Gioiello del Nilo. Bellissima e a ragione inserita fra i patrimoni dell'UNESCO. La nostra giornata non è finita, ci attende ora la traversata delle montagne dell'Atlante che ci porterà a Marrakech. I chilometri non sono moltissimi... ma si procede a rilento e la salita al passo del Tizi n'Tichka impegnativa fra camion e somari. Dopo la sosta al passo per la foto di rito affrontiamo la grande discesa fino a raggiungere Marrakech. Entrare in città è uno shock vero e proprio. Un grande caos. Diventa difficile guidare e trovare la direzione giusta poiché anche il navigatore si perde nelle vie più strette. Tentando di andare a intuito ci siamo ritrovati nell'area vietata e peggiore della Medina, ma il fortuito intervento della Polizia ci ha aiutato a ritrovare la strada buona per raggiungere la porta d'ingresso dove ci attende l'uomo del nostro riad. Voglio spendere qualche parola sul Riad Palais Sebban per la gentilezza del personale e per la perfezione dei servizi. Dal parcheggio, alla gestione bagagli, alla bellezza, cura e pulizia del riad. Un vero gioiello della medina a pochi passi dalla famosa Jemaa el fna. Il tempo di una doccia e al calar del sole siamo già fuori per un primo assaggio della vera anima di Marrakech. Jemaa el fna è difficile da raccontare. E' bella? in realtà no. C'è qualcosa di particolare da vedere? No. Eppure vi catturerà in ogni momento della giornata sopratutto la sera, dove l'intera città sembra riunirsi. Suoni, odori, colori e la folla attorno ai tanti artisti di strada vi resteranno impressi. Stereotipo di un intero Paese. Spettacolari le tante bancarelle di street food che animano la piazza, assolutamente da provare, e, se siete buone forchette, resterete a bocca aperta davanti alle lumache e alle testine di agnello! Noi ne abbiamo approfittato e senza subire conseguenze, quindi il consiglio è di non pensare troppo alla pulizia e godersi una cena irripetibile.
Oggi intera giornata dedicata a Marrakech. Dopo colazione usciamo a piedi diretti verso la Koutobia prima sosta della giornata. Abbiamo proseguito con la visita delle Tombe Saadiane, assolutamente da vedere per la ricchezza delle decorazioni, e attraverso la Mellah abbiamo raggiunto il Palais Bahia, altro capolavoro d'architettura marocchina. Sosta al Palazzo Reale e sempre attraverso la Mellah torniamo in piazza Jemaa El fnaa versione mattutina. A quest'ora incantatori di serpenti e suonatori isolati sono fra i pochi occupanti della pizza bruciante. Ci infiliamo nei souk alle spalle della piazza cercando di trovare un modo ordinato per visitarne quanto più possibile. Continuando all'interno dei souk raggiungiamo la zona meno turistica della Medina per la visita alla Medersa Ben Youssef, assolutamente da non perdere. Abbiamo proseguito ancora fino alla zona delle concerie che qui non visitiamo. E' stato l'unico momento in cui non ci siamo sentiti sicuri. La zona è squallida e gli avventori sembravano meno simpatici e disposti a trattare. Siamo usciti dalla Medina e tornati in hotel con un taxi. Qualche ora abbiamo deciso di dedicarla alle coccole del nostre riad per riuscire nuovamente la sera in direzione Jemma el Fna.
Stamattina è ancora dedicata a Marrakech, ma prendiamo la macchina per un giro a volo d'uccello nella zona più moderna della città e andare a visitare i giardini Majorelle. Senza dubbio sono molto belli e vanno visti se si arriva qui ma, sinceramente, abbiamo reputato un furto chiedere 14 euro per dei giardini quando i veri gioielli storici della città hanno ingressi da 1, 2 euro... avremmo preferito pagare per l'arte moresca piuttosto che per dei bei cactus. Terminata la visita siamo nuovamente in auto, questa volta diretti al mare... Essaouira ci attende. Il nostro hotel è dentro l'area pedonale quindi decidiamo di pagare il parcheggio custodito del porto. Abbiamo soggiornato all'Hotel Desdemona, dove ci hanno assegnato la stanza di categoria superiore dotata di un fantastico terrazzo affacciato sul mare. Ciononostante troviamo da subito una certa differenza nella cura delle cose e sopratutto nella pulizia. La stessa impressione dell'hotel la abbiamo anche dal primo giro della Medina. Essaouira è verace. Nonostante il grosso afflusso turistico la Medina appare intatta e sembra infischiarsene dell'aspetto migliore che Marrakech si è impegnata a dare. Essaouira profuma di mare... e non solo. Spezie, frutta, carne coperta di mosche, odori intensi si sprigionano ovunque. Ma troverete anche belle gallerie d'arte, le più belle per portare un bel souvenir da questo Paese. Al tramonto i bastioni sorvolati dai gabbiani ci regalano un'altra cartolina di questo contrastante Paese. Finalmente pesce. E ninna.
Dopo colazione facciamo un altro giro della città alla luce del mattino, quando tutto è più calmo e silenzioso. E poi di nuovo in marcia, ancora più a sud verso Agadir. Ed è quando arriviamo che siamo colti da un incredibile delusione. La perla del Marocco? Quella decantata dai depliant d'agenzia? Questo è un pensiero personale e soggettivo ma l'ho trovata brutta, sporca e senza nulla da vedere. L'atmosfera è guastata da fast food, casinò e club d'ogni tipo. La spiaggia, seppur lunga e frequentata, non ha nulla che possa destare interesse. Insomma noi siamo scappati, senza nemmeno una fotografia, preferendo trascorrere il pomeriggio proseguendo per il parco di Sous Massa fino al borgo dei pescatori di Tifnit e raggiungere infine il nostro alloggio, il Paradis Nomade, sulle colline fuori Agadir concedendoci le ultime ore rilassati in piscina. Facciamo qui anche la nostra ultima cena in territorio marocchino, un Paese che nel bene e, a volte, nel male ci ha stregati.
Ci alziamo presto e ci dirigiamo all'aeroporto di Agadir dove riconsegniamo l'auto a noleggio e da dove siamo pronti a imbarcarci sul volo Binter Canarias che ci porterà sull'Isola di Fuerteventura!