Tra le mete da visitare non avevo mai pensato al Marocco. Non era tra i miei programmi e non mi ispirava affatto. Poi qualcuno me lo ha descritto come un posto magico, uno di quei posti che ti lascia a bocca aperta. Non ci credevo ma questa cosa mi ha incuriosita parecchio, allora perché non provare?!
Alla fine di questo viaggio posso dire che il Marocco è il miglior posto in cui sono stata finora.
Un viaggio tra i colori, i sapori, e i profumi delle città marocchine, e la pace che solo il deserto sa darti.
Una settimana unica alla scoperta del popolo berbero e delle loro antiche tradizioni.
Il primo giorno l'ho trascorso girovagando alla scoperta di Marrakech, città piuttosto incasinata che a primo impatto non era rientrata sicuramente tra le mie preferite, ma visitandola bene mi sono accorta di quanta cultura racchiude.
Il mio ostello si trovava nei pressi della Koutoubia, la moschea più importante della città, che è stata appunto la prima cosa che ho notato arrivando, e anche la prima che ho visitato durante la mia permanenza.
Subito dopo sono andata alla ricerca della piazza principale, Jamaa el Fna, dove sono rimasta esterrefatta da tutta la vita che c'è dentro, essendo circondata da musica, venditori ambulanti, e duro lavoro degli abitanti.
Dalla piazza mi sono addentrata tra le colorate e profumate, quanto strette e incasinate, vie del souk, il cuore dello "shopping" artigianale, tipico delle città del Medio Oriente.
Difficile da spiegare il buon profumo di erbe, spezie, oli, fragranze e cibo che ti invade le narici, inoltre i miei occhi erano rallegrati da tutti quei colori, e poi lo street food qua e là dove ho assaggiato prelibatezze marocchine come tajine e cous cous, e la visione della gente impegnata a lavorare alla creazione di qualsiasi cosa per il proprio negozio mi ha veramente colpita.
In giro per quelle vie la cosa che mi ha veramente stupita è stata l'infinita gentilezza della gente, che non ti vede solo come il turista da spennare, ma prima di tutto come una persona da accogliere e fare sentire a casa. Tutti disponibili a mostrare i loro prodotti e il proprio negozietto, ma mai troppo invadenti e insistenti, come invece accade nella maggior parte dei posti. Se chiedi un'informazione, chiunque è lieto di darti una mano o di mostrarti la strada per arrivare dove vuoi, senza chiedere denaro in cambio, come mi è successo in molte altre città. Ma il top qual è stato? Chiunque continua a offrirti il tipico thè alla menta marocchino, del quale ho fatto il pieno già durante il primo giorno.
Sveglia presto e colazione veloce a base di pane arabo con burro e marmellata, e una tazza di thè marocchino ovviamente. Alle 7 del mattino è passato a prendermi l'autista del tour che avevo prenotato, un tour di 15 persone, dalla durata di 3 giorni per avventurarci verso il deserto, effettuando diverse tappe nei posti più importanti. Ho scelto il tour perchè è sconsigliato intraprendere strade desertiche per proprio conto, oppure prendere gli autobus e viaggiare per 10/12 ore e perdere giornate intere di tempo.
La prima tappa del tour è stata un punto panoramico abbastanza alto, dal quale si ammirava la natura contrastante del Marocco, fatta di stradine desertiche da un lato e montagne innevate dall'altro.
Dopo abbiamo proseguito verso Ait-Ben-Haddou, conosciuta per la Kasbah, dove ci siamo fermati per una visita a questo antico villaggio berbero, costruito con canne di bambù, pietre e argilla, raggiungibile attraversando un fiume tramite un sentiero costituito da sacchi di sabbia.
La terza fermata è stata ad Ouarzazate, dove abbiamo fatto un giro veloce tra le abitazioni tipiche della zona.
Subito dopo ci siamo spostati verso la valle delle rose, dove purtroppo dato il periodo le rose mancavano, ma c'erano diversi alberi di mandorle in fiore, in ogni caso bellissimi!
L'ultima tappa della giornata è stata a Gorges du Dades, ammirando lungo la strada colline, palmeti, canyon, e strade che iniziavano a dare l'idea del deserto. Lì abbiamo raggiunto un hotel nel quale abbiamo cenato e ci siamo fermati a dormire prima di proseguire verso il Sahara.
Questo è stato il giorno (e anche la notte) più bella del viaggio e della mia vita. E' stata una giornata durata veramente 24 ore, perchè se hai solo una notte nel deserto non vai di certo a dormire!
Ma partiamo dall'inizio. Al mattino siamo ripartiti da Gorges du Dades verso Merzouga, paese nel quale saremmo partiti con i dromedari per avventurarci tra le dune del Sahara.
Anche durante questa giornata abbiamo fatto delle tappe: a Tinghir in un canyon, e poi da una famiglia berbera che ci ha spiegato e mostrato il loro antico mestiere che da generazioni gli fa guadagnare da vivere: produzione di tappeti con lana ottenuta dai dromedari e tinture naturali ottenute da fiori e minerali, tutto in modo artigianale.
Dopo queste brevi soste ci siamo diretti a Merzouga, dove ci attendevano dei giovani ragazzi berberi per guidarci nel deserto con i loro dromedari.
Arrivati a Merzouga, è iniziata la nostra "passeggiata" in sella ai dromedari, coi quali abbiamo raggiunto un accampamento nel deserto. E' stato lungo e per niente semplice, a causa dell'incredibile vento che soffiava, che ci ha parecchio rallentati, infatti siamo arrivati alle nostre tende dopo circa un'ora e mezzo di viaggio, ma il percorso ed il panorama sono stati comunque bellissimi e siamo riusciti ad ammirare il tramonto. Era quasi ora di cena, così ci siamo rilassati per qualche istante e poi abbiamo cenato con zuppa e cous cous di verdure, preparati secondo le ricette della cucina tradizionale berbera, e subito dopo cena i ragazzi dell'accampamento ci hanno allietato con musica e testi tipici della loro cultura, per poi insegnarci a suonare i loro strumenti. È stato divertentissimo e ne sono rimasta completamente affascinata!
Ad un certo punto uno dei ragazzi berberi ci propone di andare in cima alla duna più alta di quella zona del Sahara, più di 150 metri, e così è stato. Ci sono voluti circa 20 minuti per arrivare fin lassù, ma lo spettacolo che mi sono ritrovata davanti valeva più di tutta la fatica impiegata per salire. Si vedevano tutti gli accampamenti, e qualche luce qua e là che illuminava le altre dune. Scendere da li è stato semplice e rapido, ed a metà percorso ci siamo fermati un po' ad ammirare le stelle, distesi sulla sabbia fresca. Tornati al campo nessuno aveva voglia di andare a dormire, così abbiamo preso coperte e cuscini in abbondanza e siamo tornati fuori dal campo, dove abbiamo passato la notte ammirando il cielo stellato, bevendo the marocchino, mangiando pane con olio e marmellata, e parlando con i ragazzi dell'accampamento della loro storia e delle loro vite. Uno di loro in particolare mi ha raccontato molte cose interessanti sulla sua famiglia, mi ha parlato del lavoro dei genitori, dei suoi fratelli e delle sorelle, e molte cose della loro cultura, delle loro usanze e della loro religione. Poi alle 3:30 in punto, tra milioni di stelle, dal deserto si riesce a vedere anche la luna, quindi ancora una volta, perché andare a dormire? Sono rimasta li ad attendere il suo arrivo e ammirare la sua bellezza per tutta la notte, mentre qualcuno è andato a dormire, io intanto continuavo a rimanere fuori a chiacchierare sotto il cielo stellato e a contatto solo con la sabbia, dove non esisteva il resto del mondo, non esisteva la tecnologia, non esisteva l'orario; Solo il gallo che ha cantato alle 5 del mattino per "svegliarci" in modo da avviarci nuovamente coi dromedari, per ritornare a Merzouga.
Alle 5 del mattino, dopo la sveglia naturale gentilmente offerta dal gallo dell'accampamento, era ancora buio ma ci siamo rimessi sul dorso dei dromedari per tornare indietro a Merzouga, fermandoci però a metà percorso per ammirare la meravigliosa alba. La più bella che io abbia mai visto! Tutto intorno ha ripreso colore, e quelle dune sembravano così arancioni in contrasto col cielo perfettamente azzurro che non presentava neanche una nuvola. Arrivati a Merzouga ci attendeva una ricca colazione e delle camere per darci una sistemata prima di ripartire, non essendoci nel deserto acqua per lavarsi e rinfrescarsi. Abbiamo salutato calorosamente i giovani berberi e abbiamo ripreso il nostro viaggio di ritorno a Marrakech. Il resto della giornata l'ho trascorso in pullman, stanca ma felice, ripensando a quella notte e alle emozioni che mi aveva dato.
Arrivati a Marrakech dopo ore ed ore di viaggio, abbiamo terminato questo magnifico tour con una cena di gruppo su una delle terrazze della piazza Jamaa el Fna, con i miei nuovi amici incontrati in viaggio.
Il risveglio è stato strano. Dopo la notte passata nel deserto, è stato veramente brutto svegliarsi in un normale letto, in una normale camera d'ostello. Mi sentivo come se fossi in cerca di qualcos'altro, come se improvvisamente non volessi più tutto quello che ho e volessi cambiare la mia vita. La parola giusta credo sia "incompleta".
Così appena sveglia, con calma mi sono preparata e ho fatto colazione, non avendo grandi programmi per la giornata. Alla fine sono uscita e ho deciso di rimanere in giro per Marrakech, perchè sentivo di non aver visto ancora tutto. Questa volta sono andata alla scoperta degli immensi giardini della città, poi ancora in piazza Jamaa El Fna dove mi sono soffermata più della volta scorsa ad osservare suonatori e incantatori di serpenti, e infine ancora un giro per i souk a comprare qualche souvenir per amici e famiglia.
Girando per i souk ho incontrato persone veramente piacevoli, per esempio stavo guardando un negozietto di scarpe in cuoio fatte a mano e il calzolaio che era a lavoro per produrne altre, mi ha invitata dentro a farmi vedere come svolge il suo lavoro, e ovviamente, come da tradizione, mi ha invitata a bere un the alla menta con lui.
Più tardi invece, mentre stavo cercando un posto dove mangiare in piazza tra i mille banchi di street food, si avvicina un ragazzino di 20 anni che mi ha intrattenuta per un pò chiacchierando e offrendomi anche lui un thè, e poi mi ha invitata a cenare nel banco della sua famiglia. E così è stato!
Alla fine mi ha anche chiesto di essere la sua fidanzata, perché secondo lui si può avere un fidanzato in Italia e uno in Marocco. Ma ci abbiamo scherzato un pò su e poi mi ha lasciata andare.
Questi incontri mi hanno veramente rallegrato la giornata!
Sempre sveglia presto e colazione veloce, questa volta per andare a visitare Essaouira, piccola e caratteristica cittadina sulla costa Atlantica.
Ho preso un autobus vicino alla stazione dei treni di Marrakech, che si trova però nella città nuova, ovvero quella parte di Marrakech più evoluta su tutti i fronti, e decisamente più turistica ma meno tradizionale.
In tre ore di viaggio ho raggiunto la destinazione, ma purtroppo non mi ha entusiasmata granchè, o meglio la sua unica particolarità sono le costruzioni rigorosamente bianche con porte e finestre blu. A dirla tutta, ricorda un pò la Grecia e non sembra di essere in Marocco.
Il centro di questa cittadina è piccolo, e sono riuscita a vedere tutto tranquillamente in un'ora. Non c'era molto da vedere, se non qualche torre, qualche arco, varie esposizioni d'arte e artigianato, e il muro che separa la città vecchia dalla città nuova che da direttamente sul mare, per il resto solo ristoranti e negozi che hanno da venderti di tutto. Una nota positiva è stato il cibo. Ho pranzato con un ottimo tajine ai frutti di mare, per soli 5E!
Per quanto riguarda il mare, per me che ne sono un'amante, devo dire che mi è piaciuto! Spiaggia lunghissima di sabbia sottile e scura, scogli di roccia naturale sparsi qua e là, e tantissimi gabbiani in volo, l'odore di pesce appena pescato e la salsedine che ti invade le narici.
Alle 15 ho preso l'autobus di ritorno verso Marrakech, dove una volta arrivata ho trascorso del tempo a visitare la città nuova, che però come ho già detto è più sviluppata e poco tradizionale, per cui non dà l'idea del Marocco!
Il mio volo era nel primo pomeriggio, per cui verso le 10 del mattino, con molta tristezza nel cuore, ho preso un taxi per raggiungere l'aeroporto.
Una volta a bordo dell'aereo che stava per riportarmi a casa, ho ripercorso con la mente tutto il mio viaggio, e mentre l'aero iniziava a camminare lungo la pista di lancio, il paesaggio scorreva davanti ai miei occhi, questi ultimi si sono riempiti di lacrime, come una bambina al quale togli il giocattolo preferito!