La Thailandia è un favoloso calderone di cultura, storia, umanità, divertimento, natura.
Quello che mi ha sbalordito di questa terra è il paradosso. Un momento ti senti perso su Marte, il momento dopo un thailandese ti ha portato dove volevi andare, senza parlare una parola di inglese e senza conoscere le vie della città dove vive. Il tutto per 50BHT (poco più di un euro).
E’ il posto più diverso da casa tua che potresti mai immaginare, eppure dopo un giorno ti senti a casa.
Chiang Mai - Fin dal nostro viaggio in taxi verso l'hotel, ho avuto quella famigliare ma rara sensazione di colpo di fulmine verso un posto. Questa cittadona a misura d'uomo ma vibrante di city vibe ti riempie il cuore e l'anima. Il Thailandese medio né capisce bene né parla bene l'inglese. L'amara scoperta l'abbiamo fatta il primo giorno, quando ho deciso di uscire di casa per cercare un taxi. Se sei fuori dal centro turistico, non aspettarti che una ragazza al baracchino dello street food capisca la parola "taxi". Glielo dovrai mimare ;)
Alcuni posti a Chiang Mai vanno visitati per primi, per essere sicuri di non farveli sfuggire.
- Wat Chedi Luang: questo tempio va visto per almeno tre motivi: una delle parti di cui è composto è antichissima, e quindi molto diversa da ciò che vedrete nel resto dei luoghi di culto più famosi; l'interno del tempio è meravigliosamente decorato; nel cortile esterno, sotto a un albero, troverete un gruppetto di giovani monaci disponibili a chiacchierare con voi.
- Wat Srisuphan e saturday market: nella vivace cornice del mercato del sabato, potrete vedere un tempio d'argento piccolo quanto incredibile, soprattutto se riuscite a vederlo con le luci del tramonto. Il mercato del sabato è uno dei mercati più belli che ho visto, vi troverete dal cibo ai souvenirs, dall'arte all'argento, che chiaramente (contrattando) potrete portarvi a casa praticamente alla metà del nostro prezzo di mercato.
- Talat Ton Lam Yay: il fantastico mercato dei fiori (e foglie!), cui i locals si recano principalmente per comprare quelle che saranno le offerte al Buddah nei templi. Voi passerete fotografando tutto come ebeti e osserverete gli sguardi perplessi (ma pur sempre sorridenti) dei venditori.
Dedicato ad una delle due escursioni che ci hanno portato più "lontano": il parco nazionale del Dei Southep. Qui si trova uno dei templi più famosi, immerso tra la nebbia di una montagna, cosa che gli conferisce un'atmosfera sospesa interessante, peccato solo per le orde di turisti. Abbiamo raggiunto il Doi Suthep con un taxi rosso a forfait, facendoci poi anche portare alle cascate. Quali cascate? Boh! Ho indicato al tassista alcune Waterfalls indicate sulla Lonely Planet e lui, dopo aver annuito e ripetuto "aah yes yes!" un paio di volte, ho come l'impressione che mi abbia portato nelle prime waterfalls che gli sono venute in mente. Ad ogni modo, è stata una bella escursione, il posto è poco inflazionato dai turisti e si ha la possibilità di fare una passeggiata nella foresta e farsi sorprendere dai ragni più grossi che abbia mai visto.
Giorno dedicato in parte a una delle esperienze più belle dell'intera vacanza: l'escursione con gli elefanti. Vi vieto di aver lasciato la Thailandia senza esservi fatte abbracciare dalla ruvida proboscide di un elefantone salvato da qualche campo. Uno dei centri trovati sulla Lonely, il Retirement park, era perfetto per noi e abbiamo scelto quello. Ma ultimamente ce ne sono una marea, grazie al turismo sempre più consapevole che rifiuta le escursioni a dorso di elefante e qualsiasi pratica che preveda forzature e cattività. Al Retirement park potrete invece farvi rubare le banane da elefantini di un anno e farvi un bel bagno di fango insieme a un pachiderma. Tutto molto dolce e divertente!
Il resto della giornata è stato dedicato ad un massaggio al Thai massage conservation club: in questo centro massaggi dove i massaggiatori sono esclusivamente ciechi, ho iniziato la mia esperienza di massaggi in thailandia. Chiedete belli decisi un massaggio tradizionale thai pensando di farvi un'ora di relax, per poi ritrovarvi a sopportare una specie di tortura lunga 60 minuti (ma, come dicono loro, "It's a good pain!")
Giornata dedicata al lungo viaggio verso Ko Phangan. Sveglia presto, volo Chiang Mai-Bangkok, altro volo Bangkok-Surat Thani, autobus fino al Dongsai Pier e, infine, circa tre ore di traghetto veloce (...) per finalmente giungere all'isola. Dopo varie peripezie per trovare il nostro host di Airbnb, abbiamo raggiunto la villetta che avevamo prenotato e abbiamo scelto un posto tanto al mucchio per consumare una (pessima) cena a Thong Sala.
Il primo giorno sull'isola lo abbiamo dedicato alla scoperta di una delle spiagge più scomode da raggiungere ma che si è rivelata anche la più bella in assoluto. Hat Yuan, spiaggia sulla costa est, come le altre di questa parte di isola (la più bella) si raggiunge solo con le long tail boat. Al suo fianco, Hat Thian, nella quale potete arrivare anche facendo dieci minuti di corroborante passeggiatina nella foresta partendo da Hat Yuan. Più piccola di Hat Yuan, potenzialmente paradisiaca, ma purtroppo più sporca, ospita una sola struttura, che vi farà mangiare solo healthy food. Se sarete così puntuali da arrivare entro le 14. Altrimenti poi chiude.
Verso le cinque siamo tornati nella civiltà e da lì a casa, per farci un bagnato in piscina, prepararci e uscire a cena. Avendo affittato una macchina e comprato una sim thai, spostarsi è stato da subito abbastanza semplice (guida a destra esclusa! Ma anche a quella ci si abitua).
Giornata dedicata a Koh Ma: nella parte nord-ovest, questa spiaggia va raggiunta sia perché una lingua di sabbia la collega a un'isolotto deserto, sia perché c'è una piccola barriera dove potrete fare un po' di snorkeling e vedere qualche pesciolino colorato. Questo se, come me, siete troppo poveri per il PADI. In caso invece siate ricchi e appassionati, andate a farvi un'immersione partendo da Chaloklum. Dicono (e ho le prove!) che si vedano un sacco di fantastici squali-balena. Un'oretta l'abbiamo dedicata ad un bel massaggio con olio di cocco vista mare.
A fine giornata siamo andati a Hao Mae hat per vedere il tramonto. Si tratta di una spiaggia dove guardare il sole che scompare nel mare sorseggiando una Chiang e facendo foto ai bagnanti. Serata spesa in un ristorante franco-thailandese raggiunto godendosi i sali-scendi dell'entroterra di Phangan.
Siamo ritornati ad Hat Yuan in vista di passare la notte in un bungalow tra mare e foresta, prenotato due giorni prima telefonicamente chiamando direttamente il Barcelona bungalows (uno dei due resort presenti sulla spiaggia). In giornata siamo tornati per qualche ora ad Hat Thian per farci una nuotata fino alla sua bella piattaforma con amaca e una "passeggiata" sugli scogli ustionanti in cerca di un posto da cui tuffarci.
Verso le 19,30 siamo andati ai bungalow per prepararci, abbiamo cenato al ristorante abbarbicato sugli scogli, una meravigliosa struttura interamente in bambù, dove però abbiamo mangiato abbastanza male vista la zuppa esageratamente piccante, che ci è stata riproposta ben due volte. Da qui, abbiamo attraversato la foresta per raggiungere il Guys Bar ad Hat Thian, dove il venerdì si fa festa. Colti dalla solita pioggiona tropicale, sul presto siamo scappati verso i nostri lidi e abbiamo finito la nottata facendoci un bagno nella tiepida acqua di Hat Yuan.
Giornata vissuta in pieno relax, nella iniziale intenzione di tornare alla civiltà, scelta che è poi stata aggirata bellamente per via della tropicalizzazione che ci ha colto. Sia siamo spostati da Hat Yuan solo nel pomeriggio, abbiamo noleggiato un aqua scooter con il quale abbiamo sfrecciato liberamente per mezz'ora lungo le coste est dell'isola, per poi spostarci e passare l'orario del tramonto al singolare Amsterdam Bar, dove la vista è stupefacente. E non solo la vista.
Giornata passata nella famosa Bottle Beach, sulla costa nord-est, raggiunta da Chaloklum tramite una long tail boat. Meno apprezzata di Hat Yuan ma comunque molto carina e ricca di servizi. Nel ristorante della spiaggia ho mangiato un'insalata di gamberi molto buona e altrettanto piccante. Tra amache e cocchi, la giornata è volata.
Il secondo giorno dedicato al viaggio, questa volta di ritorno verso Bangkok, senza dubbio la meta più paradossale di questa avventura.