Fondata il 15 luglio 1689 da un gruppo di abitanti della costa per mettersi al riparo dai pirati fu per secoli capitale di Las Villas, che comprendeva le odierne province di Cienfuegos, Sancti Spiritus e Villa Clara. Oggi è una città vivace che può essere visitata in poco tempo. La sua fama è dovuta al suo ruolo chiave nella rivoluzione cubana.
2 marzo: Santa Clara
Colazione e poi partenza: ci aspettano 280 km! Il 31 dicembre 1958, le forze combinate di Che Guevara e Camilo Cienfuegos che avevano già conquistata la città, provocarono il deragliamento di un treno che trasportava rifornimenti militari e truppe per il dittatore Fulgencio Batista. Parte del treno è ancora in mostra in città insieme ad un enorme monumento in Plaza de la Revolución nel quale Che Guevara e altri rivoluzionari sono sepolti. Per questo la città è nota come la città del "guerrillero heroico". Una volta che il Che e Camilo presero la città, Cuba fu praticamente divisa a metà, tagliando tutte le comunicazioni tra ovest e est dell'isola. Questo è stato il momento decisivo nella rivoluzione e Batista lasciò il paese poche ore più tardi. Il 1° gennaio 1959, i rivoluzionari vittoriosi guidati da Fidel Castro, arrivarono a L'Avana per impadronirsi del potere e dare l'avvio di una nuova era nella storia cubana.
Plaza Leoncio Vidal è molto ariosa con aiuole ben curate alberi frondosi panchine e lampioni d'epoca e mantiene l'aspetto conferitole nel 1925. Schiera numerosi monumenti storici come la replica in legno della Torre Eiffel di Parigi, la Glorieta, cassa armonica costruita nel 1911, che al giorno d'oggi continua ad essere uno spazio riservato alla banda comunale e per gli anziani che vi si recano per assistere al Danzón cubano, la danza ufficiale.
Poco distante il monumento a Martha Abreu de Estèvez, ricca ereditiera, che finanziò il Teatro de la Caridad, i primi quattro lavatoi pubblici, l'osservatorio astronomico, la centrale elettrica, un ospedale e la sede dei pompieri!
Al confine del parco è il Santa Clara Libre Hotel (ex Santa Clara Hilton), considerato dalla critica e il pubblico di essere molto poco attraente per la sua mole e il colore, rispetto al resto del parco, in quanto si scontra con tutta l'architettura circostante. Tuttavia, l'edificio è ricco di storia. Le pareti della struttura mostrano ancora segni di mitragliatrice dall'attacco delle forze ribelli comandate da Che Guevara e Camilo Cienfuegos.
Il Teatro de La Caridad è uno degli otto grandi teatri di epoca coloniale cubana. Altri edifici intorno alla piazza sono il Central Plaza Hotel, l'ex municipio e il centro della danza, e in un angolo si trova il Museo delle Arti Decorative, che ospita una delle più grandi collezioni di arti decorative coloniali del paese. A piedi ci rechiamo al poco distante Monumento al Tren Blindado opera dello scultore Josè Delarra che ha voluto commemorare l'episodio proprio nel punto dove avvenne il deragliamento. La sequenza dell'intera azione viene ricostruita attraverso elementi originali come i quattro vagoni, mappe, fotografie, armi, divise ed il bulldozer D-6 Caterpillar usato per rimuovere le rotaie. La resa dell'intera guarnigione di 408 uomini fu quasi immediata.
In strada passano continuamente "mezzi di trasporto ippotrainati", simboli di una miseria evidente. C'è anche una moto elettrica parcheggiata!
Si va all'attrazione principale, che si trova a circa 2 km da Plaza Leoncio Vidal: il complesso monumentale del Comandante Ernesto Che Guevara eretto nel 30° anniversario della sua morte e in memoria della battaglia di Santa Clara. Il complesso è costituito da un museo, monumento e il mausoleo. Il museo è piuttosto piccolo, ma è possibile vedere oggetti personali e ricordi della sua infanzia in Argentina, della rivoluzione fino alla sua morte in Bolivia. Il monumento mostra un'imponente statua in bronzo del Che con il braccio ingessato (si era procurata una frattura in una precedente battaglia) e un bassorilievo che raffigura scene del conflitto, su cui sono incise le storiche parole della lettera di commiato da lui scritta prima di recarsi in Bolivia. Il mausoleo che si trova sul retro del monumento, è molto severo: borse, foto e videocamere non sono ammessi. Ci sono solo gli ossari con i volti in rilievo del Che e dei suoi compagni ornati di fiori e una fiamma perenne. La visita vale la pena in ogni caso.
Partenza per l'hotel "Los Caneyes" un'enclave rurale tra palme da cocco, felci e boschi frondosi che presenta un'architettura che imita le abitazioni dei Taino, un popolo indigeno precolombiano. I Taino sono stati la prima popolazione amerindia a popolare i Caraibi, regione nella quale giunsero dal Sud America. Molti storici ritengono che la scomparsa di questo popolo sia avvenuta a causa del genocidio commesso dagli europei durante la loro conquista e delle malattie infettive arrivate con i colonizzatori.
"Los Caneyes" è il nome Taino delle loro capanne primitive circolari. Il cuore dell'hotel è la piscina servita da un bar all'aperto e sala giochi. C'è anche una piccola palestra, e un centro di bellezza di piccole dimensioni dove vengono offerti massaggi. La maggior parte delle 96 stanze dell'Hotel, tutte fornite di aria condizionata, si trova in bungalow ottagonali, sparsi in mezzo a prati alberati: noi siamo nella "cabana 22". Una sistemazione decisamente particolare! Mi aspetto canti tribali ma... niente! Ottima cena! Domani Trinidad.
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