L'AVANA
L'Avana fu fondata nel 1519 ed è la città dove le storiche tracce coloniali sono state più preservate. Come ha detto l'architetto americano Andrès Duany l'Avana ha per l'America lo stesso potere che Roma ha per l'Europa. Una città con tutti gli stili e nessuno stile, e come disse Alejo Carpentier, scrittore e giornalista cubano, che chiamava l'Avana la città "delle colonne", per via dei numerosi elementi architettonici barocchi che ornano i più importanti edifici: in realtà, è anche la città delle inferriate, dei portoni, dell'intimità, dell'ombra, della frescura: “Uno stile senza stile che, attraverso una simbiosi, un processo di mescolanza, diventa infine un barocco lui stesso”.
L'Avana è una vivace capitale che merita di essere visitata per le splendide architetture e le numerose occasioni di divertimento. Molte sue attrattive sono concentrate in tre quartieri: La Habana Vieja, Centro Habana e Vedado.
1 marzo: Habana Vieja
Iniziamo la visita dal centro antico dalla Plaza Vieja circondata da portici colonnati e sulla quale si affacciano splendidi edifici di quattro secoli diversi. Ci dirigiamo poi percorrendo l'Avenida del Puerto verso Plaza de Armas dove si sente tutta l'atmosfera dell'età coloniale. Ammiriamo il Palacio de los Capitanes Generales, sede del museo de la Ciudad e il Templete, piccolo ed austero edificio con l'aspetto di un antico tempio che sorge nel luogo dove, secondo la leggenda, venne fondata la città di San Cristòbal de la Habana. Lì, sotto una frondosa ceiba-albero tropicale ritenuto sacro dalla popolazione indigena-sarebbero state celebrate le prime riunioni del governo locale (il cabildo) e la prima messa. Ancora oggi accanto al Templete si erge una maestosa ceiba.
Nel centro della piazza fu posta nel 1834 la statua del re Fernando VII fino al 1955 poi sostituita da quella di Carlos Manuel de Cespedes, il Padre della Nazione. Dalla piazza si scorge il seicentesco Castillo de la Real Fuerza con un ampio fossato e i caratteristici bastioni angolari, la più antica costruzione militare dell'Avana. Sulla torre di vedetta fu issata la Giraldilla, la banderuola segnavento secentesca, ispirata alla Giralda di Siviglia.
Plaza de San Francisco di gusto ispano-andaluso è dominata dalla basilica del 18° secolo sul lato sud, con la sua imponente torre, la Lonja del Comercio (1909) sul lato nord, e la Aduana (1914) e il terminal Sierra Maestra delle navi da crociera sul lato est. La piazza è stata sviluppata presso il porto di L'Avana durante il XVI secolo, quando i galeoni spagnoli ormeggiavano presso il vicino molo. Su un lato della piazza la Fuente de los Leones scolpita nel 1836 dall'artista italiano Giuseppe Gaggini in marmo di Carrara. Sulla piazza una bella scultura in bronzo dal titolo "La Conversación" su una base di marmo posta davanti all'ingresso della Lonja del Comercio. Realizzato dall'artista francese Etienne e donata da Vittorio Perrotta al Comune nel mese di settembre 2012, rappresenta la necessità di un dialogo nella società contemporanea.
Situata al di fuori della chiesa, Il "Cavaliere di Parigi", una statua dedicata ad un personaggio molto popolare all'Avana che negli anni '50 intratteneva i passanti su vari argomenti. José María López Lledín nato in Spagna, (1899-1985) era un vagabondo famoso a L'Avana nei primi anni 50. Di media statura, aveva i capelli arruffati, sempre vestito di nero, con un mantello nero. Portava con sé un portafoglio con documenti e una borsa contenente i suoi effetti personali.
In Calle Odispo al n° 115 una antica buca per le lettere, El Buzon, in pietra scolpita. Dominata dall'elegante profilo della sua chiesa, Plaza de la Catedral è uno dei simboli di la Habana Vieja.
La Cattedrale dell'Avana, dedicata alla Virgen María de la Concepción Inmaculada e sede dell'Arcidiocesi di San Cristóbal de la Habana, fu costruita nel XVIII secolo ampliando un antico oratorio. Rispetto alla grandiosa facciata che lo scrittore cubano Alejo Carpentier definì "musica fatta in pietra", con i due grandi campanili asimmetrici, l'interno è abbastanza deludente. Una nota curiosa: la statua lignea di San Cristoforo risulta sproporzionata nel tronco rispetto alla gambe in quanto queste furono tagliate per far passare la statua dal portale!
Sulla piazza si affacciano il Palazzo del Marchese di Aguas Claras, il Palacio del Conde de Lombillo, il Palacio del Marqués de Arcos, il Palazzo del conti di Casa Bayona, che attualmente ospita il Museo dell'arte coloniale e Wifredo Lam Center, un piccolo museo e una galleria dedicata a Wifredo Lam, uno dei più rinomati artisti moderni cubani. Interessanti le vetrate policrome ad arco denominate "punto medio".
Non possiamo farci mancare la visita alla famosa Bodeguita del Medio e lungo la strada incrociamo un gruppo festante di scolari. E' la taverna-ristorante più famosa di tutta Cuba. Infatti Ernest Hemingway che la frequentava molto spesso l'ha citata in una delle sue frasi: "My mojito in La Bodeguita, my daiquiri in El Floridita". In particolare, il suo ristorante è uno dei migliori in termini di cucina creola. C'è una tradizione secondo la quale le personalità che vi passano lascino un segno, un ricordo, un oggetto, o un graffito, e si possono trovare nomi storici come Salvador Allende, Pablo Neruda e naturalmente Ernest Hemingway.
Per ultimo il Seminario de San Carlos y San Ambrosio, costruito dai Gesuiti nella prima metà del '700. Nel 1950, una facciata imponente che si affaccia sulla baia fu costruita, imitando lo stile barocco della Catedral de La Habana. In un tratto infossato lungo il perimetro della facciata alcuni cannoni seminterrati...
Imbocchiamo il tunnel che passa sotto El Canal de Entrada e arriviamo sulla punta rocciosa all'ingresso della baia dell'Avana dove sorge El Castillo De Los Tres Reyes Del Morro. Fortezza costruita dal 1589 su progetto dell'italiano Giovanni Bautista aveva la funzione di avvistare i nemici, prima di tutti i pirati. Dalla fortezza si gode una splendida vista della città. Al castello si accede attraverso una galleria, dove alcune targhe ricordano il punto in cui gli inglesi aprirono una breccia che nel 1762 consentì loro di conquistare la città dopo 40 giorni di assedio.
Siamo accolti da un gruppo musicale e Bianca viene coinvolta in un ballo caraibico! Nel negozio di souvenir acquistiamo un sigaro Cohiba nella sua particolare confezione.
Centro Habana e Prado
Il Paseo de Martí, precedentemente conosciuto come Paseo del Prado, è una grande strada, situata in centro che ha una storia di oltre 200 anni e che rimase, per lungo tempo, la strada più importante e bella dell'Avana. Al giorno d'oggi, continua ad essere un luogo attraente per i turisti e un luogo molto apprezzato da tutti i cubani. Questo fu il primo viale situato fuori dalle antiche mura della città. La sua costruzione fu voluta dal Marchese de La Torre, venne iniziata nel 1772 e conclusa nel 1830, durante il governo di Miguel Tacón. Il proposito iniziale era quello di creare una grande passeggiata come quelle delle città di Parigi o Barcellona (di fatto è ispirato a quello de Las Ramblas di Barcellona). In questo viale si trovano otto statue in bronzo, a forma di leone, aggiunte nel 1927 per simbolicamente vigilare. Il viale ha una lunghezza di due chilometri ed è diviso in quattro parti perfettamente delimitate tra loro: El Paseo, il Parque Central, in cui si trova la scultura di José Martí, il piazzale del Capitolio, e il Parque de la Fraternidad.
Edifici notevoli sono:
Il Gran Teatro, con una delle sue stanze dedicata a Garcia Lorca, che vi soggiornò per alcuni mesi nel 1930. Ha sede in un palazzo in stile eclettico con slanciate torrette angolari. La facciata è ornata da quattro gruppi marmorei realizzati dall'italiano Giuseppe Moretti che raffigurano la Beneficenza, l'Educazione, la Musica e il Teatro. E' uno dei più capienti teatri del mondo.
Il Capitolio (imitazione del Campidoglio di Washington), uno dei più sontuosi di tutta l'America latina attualmente chiuso al pubblico per importanti opere di restauro che lo faranno tornare sede del governo.
L'Hotel Inglaterra, storico albergo ottocentesco con dettagli architettonici di gusto spagnolo.
Dopo aver pranzato in un ottimo ristorante ovviamente con musica di sottofondo, andiamo verso il Vedado incrociando particolari personaggi: una vecchietta che fuma un sigarone, un cane molto particolare ed un simpatico venditore di frutta esotica. Prima però una puntata alMemorial Granma, che si trova alle spalle del Museo della Rivoluzione, dove è conservato lo yacht che riportò Fidel, il Che ed altri rivoluzionari, a Cuba dall'esilio in Messico. Ci sono anche mezzi civili adattati ingegnosamente dai guerriglieri, tra cui un furgone di spedizioni crivellato di colpi oltre che ad aerei ed armamenti vari dei tempi della rivoluzione.
In un lato del giardino arde una fiamma perenne in memoria di quanti persero la vita perseguendo l'ideale rivoluzionario.
Vedado e Plaza
Il nome Vedado deriva dal fatto che nella zona nel '500, per poter avvistare pirati in avvicinamento, era "vietata" la costruzione di case e strade. Tra l'800 e il 900 il quartiere fu ampliato e molte famiglie importanti vi si trasferirono. Pertanto oggi esso ha due volti: da una parte un moderno centro politico-culturale e dall'altro uno storico quartiere con vecchie case dai portali coloniali e angoli suggestivi.
L'immensa Plaza de la Revolucion, scenografia delle grandi manifestazioni popolari, è il centro politico della capitale e di tutta Cuba. Vi si trovano le famose auto d'epoca ad uso turistico ed i curiosi "coccotaxi".
Un interessante articolo del "Bergamo post" sulle auto d'epoca di Cuba:
"Dal 1959, anno della vittoria di Che Guevara e Fidel Castro, le uniche vetture che potevano essere liberamente vendute a Cuba dovevano risalire a prima della Rivoluzione. Con qualche eccezione, dagli anni Settanta, riservata ad alcune categorie di cittadini: artisti, diplomatici, atleti, medici. Fino a quando, nel dicembre 2013, il quotidiano cubano Granma diede la notizia: Raul Castro, presidente di Cuba, era pronto ad aprire l'isola al libero mercato dell'auto. Niente più folkloristiche vetture degli anni Cinquanta, niente più Chevrolet scolorite tenute insieme con rappezzi ed interventi meccanici al limite dell'irrazionale. Un po' di nostalgia per gli appassionati dell'immagine dell'isola comunista dei Caraibi, ma anche il riconoscimento che era giunta l'ora di guardare avanti. Oggi, a riforma compiuta, il governo rende noti i primi dati sulle vendite: in sei mesi, sono state vendute appena 50 auto e 4 motociclette. Praticamente niente.
Un'auto nuova a Cuba costa troppo. In realtà la notizia non dovrebbe colpire più di tanto, vista la situazione economica del Paese. In uno Stato in cui la popolazione ha uno stipendio medio di 20 dollari mensili, la spesa per un'automobile nuova, o comunque non risalente al periodo pre-rivoluzionario, è insostenibile. Una Kia Sorrento usata, che in Italia costerebbe sui 9 mila e 400 dollari, a Cuba costa l'equivalente di 80 mila dollari. Ed una Fiat Punto? 30mila dollari. Senza pensare ad una Peugeot 508 nuova di zecca, che per noi costerebbe sui 53mila dollari, mentre nell'isola rossa l'equivalente di 262mila dollari. Un cittadino cubano dovrebbe vivere più di 300 anni per potersi permettere una nuova auto. Uno dei motivi dei prezzi così alti sono le tasse che ha deciso di mettere Raul Castro sulla compravendita di autovetture, imposte che avrebbero dovuto finanziare il sistema del trasporto pubblico. Visti i risultati deludenti però, è difficile che ciò avvenga. Altro problema è la burocrazia ed i tempi di consegna lunghissimi. Attualmente sono 11 le agenzie di vendita presenti a Cuba, 4 solo all'Avana, tutte controllate dall'agenzia statale Cimex.
Comunque lo spettacolo offerto da queste colorate auto è veramente eccezionale: la presenza di Buick, Pontiac, Ford, Chevrolet etc. ci fa quasi assistere a tutta o quasi tutta la produzione di auto made in USA degli anni '50!"
La facciata del Ministero del Interior è occupata dalla sagoma in bronzo di Ernesto Che Guevara che agli inizi degli anni '60 aveva il suo ufficio in questo edificio. Su un altro edificio la sagoma di Camilo Cienfuegos, coraggioso comandante che ebbe un ruolo di primo piano nella lotta armata e che morì in un incidente col suo piccolo aereo tornando da Camaguey dopo aver arrestato il traditore Hubert Matas.
Ma il monumento più significativo è quello dedicato a Josè Martì, una torre di 109 metri con basamento a stella in marmo grigio su cui si trova una enorme statua di 18 metri in atteggiamento meditativo del patriota nonché poeta, saggista e giornalista.
Una capatina al centro culturale e commerciale Almacenes San Josè, un interessante mercato di prodotti artigianali situato nell'ultimo tratto della Avenida del Puerto. Gli edifici monumentali che compongono il magazzino sono stati costruiti nel 1885 dall'architetto Adolfo Saenz Yanez, insieme ad un molo a cui i piroscafi e golette potevano attraccare e risparmiare i costi di carico e scarico. Nella sua costruzione furono utilizzati più di 3.000 tonnellate di acciaio, calcestruzzo e muratura per un costo di 3.000.000 pesos dell'epoca. Al di fuori sono parcheggiate locomotive in disuso una volta usate per il trasporto della canna da zucchero. Lo storico Eusebio Leal Spengler, definì il centro come "luogo per godere di un ambiente culturale in cui l'arte, artigianato, il pensiero e le idee colloquiano armoniosamente".
Oggi i vecchi magazzini sono il più grande mercato di artigianato a L'Avana, con oltre 300 bancarelle dove si trovano tutti i tipi di souvenirs: camicie Guayabera, sculture in legno, accessori in pelle, gioielli e numerosi oggetti correlati.
Fuori del mercato ci sono diversi locali con vista sulla baia, dove ci si può sedere, e sono una buona scelta per il pranzo o semplicemente un drink. E' un luogo molto popolare sia tra i cubani che tra i turisti.
Torniamo in albergo per la cena e dopo di corsa al leggendario Buena Vista Social Club, il tempio della musica cubana nata dalla fusione delle melodie spagnole e i ritmi africani.
Era in origine un club attivo dal 1932, riservato ai neri durante gli anni della dittatura di Fulgencio Batista. Abbiamo pagato 35 CUC per i nostri biglietti che comprendevano tre cocktail molto generosi. La musica è quello che ci si aspetta. Ci sono solo alcuni dei musicisti originali (alcuni sono morti come il leggendario Compay Segundo), ma i membri più giovani sono comunque fantastici. Omara Portuando, l'unica donna ad apparire sulle discografie del Buena Vista Social, dimostra qui che, a 70 anni suonati, possiede ancora le qualità che hanno contribuito a sviluppare la sua notorietà sulla sua isola natale e rende più facile capire perché i critici l'hanno definito la Edith Piaf di Cuba. Lo spettacolo è travolgente, i vari interpreti e i ballerini sono formidabili come formidabile è il presentatore. Il percussionista poi è semplicemente fantastico! Poi tutti sul palco a ballare... compreso me! La danza ha un ruolo fondamentale nella vita dell'isola, infatti non si ascolta la musica stando immobilmente seduti: i piedi scandiscono il ritmo, le mani lo accompagnano, il corpo ondeggia.
Che spettacolo! Siamo rimasti incantati.
Domani saremo a Santa Clara
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