Alzi la mano chi non associa a Buenos Aires Mafalda, Maradona e il tango, simboli per eccellenza della città porteña: basta una passeggiata per le strade del centro per rendersene conto.
La Capital Federal, come viene spesso chiamata dagli argentini, è una metropoli vivace e accogliente, caotica ed ordinata al tempo stesso (per lo meno nelle zone centrali), europea ma anche tipicamente sudamericana. La città propriamente detta conta circa 3 milioni di abitanti, che però diventano 13 milioni se si considera il Gran Buenos Aires, l’hinterland bonaerense, dove si concentrano molti dei quartieri più difficili, costituiti spesso da baracche in lamiera e strade di fango. Si tratta infatti di una delle venti città più grandi del mondo, la terza dell’America Latina.
Il centro di Buenos Aires richiama la nostra attenzione per le splendide avenidas, ampi viali costeggiati da eleganti edifici e giardini di cui sicuramente l’esempio più emblematico è la centralissima Avenida 9 de Julio, caratterizzata dall’Obelisco e dall’edificio del Ministerio de Obras Públicas (attualmente sede dei Ministeri di Salute e Sviluppo Sociale) con il volto di Evita Perón in rilievo sulle due facciate principali. L’architettura cittadina si ispira molto a quella francese ma non mancano vecchie costruzioni coloniali di epoca spagnola, tra cui la Manzana de las Luces e il Cabildo, risalente al XVIII secolo. I maggiori siti di interesse della città si trovano in una zona abbastanza circoscritta e sono tutti facilmente raggiungibili.
Arriviamo a Buenos Aires in autobus da La Plata, dove siamo ospitati dalla nonna di Luciano. Il nostro ostello è centralissimo, a pochi passi dall'Obelisco, e ne approfittiamo per visitare subito Microcentro, il cuore della città: ricorda Madrid, con i suoi grattacieli, gli eleganti palazzi in stile europeo e i teatri lungo Avenida Corrientes. È anche il centro della vita politica: è qui che si trova la famosa Plaza de Mayo - dove le Madres si ritovano ogni giovedì pomeriggio per ricordare i figli desaparecidos -, luogo strategico in quanto vi si affaccia la Casa Rosada, sede degli uffici del Presidente argentino. Attorno alla piazza sorgono anche la Cattedrale, che conserva le spoglie del generale San Martín, eroe caro agli argentini, e il Cabildo. Dopo aver girato per qualche ora, ceniamo in una delle pizzerie più famose della zona e andiamo in ostello.
Andiamo alla scoperta della zona di Congreso: separato da Microcentro da Avenida 9 de Julio, vi si trova il Teatro Colón, il più importante dell'Argentina, talmente imponente da occupare un intero isolato. Uno degli edifici più belli della zona è senza dubbio il Palacio Barolo, un omaggio alla Divina Commedia: l'altezza (100 metri) equivale al numero dei cantici ed è suddiviso in 22 piani, quanti sono i versi di ogni canto, e in tre zone corrispondenti a inferno, purgatorio e paradiso. Per molto tempo fu l'edificio più alto della città e attualmente ospita uffici il cui affitto pare essere molto economico perché i bagni si trovano nei corridoi. Nel palazzo sono presenti sei ascensori in ferro battuto, originali, che conducono al piano più alto dell'edificio, che coi suoi otto balconi consente una vista a 360 gradi del centro della città. In cima a una stretta scala a chioccola è inoltre collocato uno splendido faro di fabbricazione italiana. La visita al palazzo è un po' cara per i prezzi di Buenos Aires ma vale sicuramente la pena.
Nel pomeriggio andiamo a Puerto Madero: a est di Microcentro, raggiungibile in pochi minuti a piedi dalla Casa Rosada, è un esclusivo quartiere caratterizzato da grattacieli e vecchi edifici di mattoni riconvertiti in uffici, negozi e ristoranti. In passato era un porto, mentre adesso è il posto ideale per passeggiare, andare in bici o pattinare. L'attrattiva principale è rappresentata dal Puente de la Mujer (da notare che le vie del quartiere prendono tutte il nome da donne argentine famose), opera dell'architetto spagnolo Calatrava, un ponte pedonale girevole che dovrebbe rappresentare una coppia che balla il tango (con una buona dose di immaginazione). A Puerto Madero si trova anche la Riserva Ecologica Costanera Sur, con un'estensione di 350 ettari, ottima per il birdwatching, che purtroppo non siamo mai riusciti a visitare.
Il terzo giorno lo dedichiamo a San Telmo: uno dei più famosi e caratteristici quartieri di Buenos Aires, con la sua atmosfera d'altri tempi, gli edifici coloniali e i negozi vintage. Il Mercado de San Telmo, realizzato nel 1897, ne è il simbolo: gli interni sono in ferro battuto e i negozi di antiquariato che vi si trovano sono il paradiso dei collezionisti. Plaza Dorrego, la più famosa del quartiere, è la più antica dopo Plaza de Mayo: è la location ideale dove godersi uno spettacolo di tango mentre si beve una birra con contorno di patatine fritte e ravas (anelli di calamari fritti) in uno dei tanti bar all'aperto, oltre ad essere il cuore della feria che si svolge ogni domenica lungo più di 20 cuadras (isolati) nel quartiere, affollato da turisti e porteños in ugual misura. La Feria di San Telmo è uno dei più grandi mercati di artigianato di strada: sulle bancarelle è possibile trovare oggetti di antiquariato, vestiti, gioielli e cianfrusaglie varie. Per gli amanti di Mafalda come me, è d'obbligo andare alla ricerca della famosa panchina dove scattarsi una foto insieme alla simpatica bambina e creata dalla matita di Quino e ai suoi amici Manolito e Susana. La Panchina di Mafalda si trova all'interno del Paseo de la Historieta, una passeggiata che si snoda tra San Telmo e Puerto Madero costellata dalle statue dei più importanti personaggi dei fumetti argentini.
Visitiamo finalmente La Boca: quartiere proletario e tradizionalmente considerato malfamato, è famoso per le coloratissime case in lamiera e per il Caminto, la via principale, ormai diventata estremamente turistica, con i negozi di souvenirs, il mercatino di artigianato e i ballerini di tango. In questo quartiere trovarono una casa i tantissimi immigrati italiani e spagnoli che arrivarono in Argentina alla fine dell'Ottocento in cerca di una vita migliore. La Bombonera è la cancha (stadio) della squadra del Boca Juniors, una delle più importanti della città. Molti abitanti del quartiere, sentendoci parlare in italiano, non perdono l'occasione per raccontarci di Maradona (che tutti sembrano conoscere personalmente) o di qualche parente italiano immigrato a Buenos Aires.
L'ultimo giorno, prima di prendere l'autobus che ci riporterà a La Plata, lo dedichiamo all'esplorazione di due dei quartieri più chic di Buenos Aires. Palermo, uno dei quartieri più eleganti della città, sede di ambasciate e musei, è suddiviso in varie zone, tra cui Palermo Viejo, Palermo Soho e Palermo Hollywood. Il bellissimo Parque 3 de Febrero è davvero immenso: al suo interno si trovano il Planetario, il Giardino Zoologico e il Giardino Giapponese, quest'ultimo dotato di graziosi ponticelli sospesi su laghetti in cui è possibile dar da mangiare ad enormi carpe. Recoleta è il quartiere del ceto alto, famoso per il Cimitero dove si trova la tomba di Evita Perón, meta di veri e propri pellegrinaggi. Un'altra delle attrazioni è rappresentata dalla splendida libreria El Ateneo, la più famosa della città, considerata una delle più belle del mondo e situata all'interno di un teatro d'epoca, il Gran Splendid. A malincuore lasciamo questa città splendida che ci ha conquistati con la sua eleganza e vivacità, hasta pronto Buenos Aires!