Meteora è un viaggio alla scoperta di canyon e paesaggi rocciosi che difficilmente si possono comprendere se non si ha la fortuna di averli vissuti almeno una volta nella vita. Anche io che soffro di acrofobia non ho potuto fare a meno di arrivare sulla punta di uno di questi giganteschi massi e affacciarmi ad ammirare il vuoto, perfettamente sospesa a mezz’aria.
Sabato mattina, sveglia, colazione a casa e partenza.
Il mio appartamento ad Atene è nella zona residenziale del quartiere Ambelokipi, vicino al parco. La fermata della metro più comoda è Katehaki e in meno di mezz'ora di viaggio ci troviamo al desk di noleggio auto dell'aeroporto. Prendiamo una piccola utilitaria e alle 11 siamo in strada: direzione Meteora, patrimonio dell'Unesco situato nella parte nord occidentale della Tessaglia.
Dopo 5 ore di viaggio con pranzo al sacco, arriviamo a Kalabaka, piccolo centro turistico, da cui si ammira un paesaggio incredibile sulle rocce che sbucano dal terreno come enormi monoliti naturali. Ci sistemiamo nella romantica guesthouse che abbiamo prenotato e andiamo a fare 4 passi in paese. La vivacità greca travolge anche qui, ma oltre agli alberghi, la cittadina non offre molto. Inoltre è dicembre, non è particolarmente freddo ma il sole tramonta presto. Verso le 19 mangiamo un pitaghiro nell'attrezzata rosticceria del paese ed usciamo per un paio di birre nell'unico pub della zona.
Il primo giorno si conclude presto, tra l'eccitazione dell'esperienza e la stanchezza del viaggio. Fortunatamente la guesthouse offre una camera ben più che spaziosa, con tanto di camino, letto kingsize e vetrata panoramica, e un bagno privato con vasca per immergersi e rilassarsi.
La mattina intorno alle 8, colazione a base di cereali, yogurt greco, dolci e salumi nella veranda chiusa della struttura, che offre uno dei paesaggi più belli che si possano trovare, e poi partenza alla volta del monastero più vicino. Grazie ai fondi Unesco, utilizzati per creare strade agevoli, salire ai monasteri richiede meno di 10 minuti di auto e dalla cima di Meteora si vede tutta la pianura della Tessaglia aprirsi tra gli spunzoni di roccia. Il complesso prevede 5 monasteri maschili e uno femminile, costruiti quando ancora non c'erano le strade di comunicazione, in un territorio tutt'altro che facile, tanto che ancora oggi ci si chiede come sia stato possibile trasportare il materiale necessario fin lassù, arrampicandosi sulle rocce e passando su minuscoli ponti di travi;
Visto il poco tempo a disposizione decidiamo di visitare solo Great Metereon Monastry, che richiede una scalinata impervia per arrivare all'ingresso (la teleferica è ad uso solo dei monaci). Paghiamo due euro di biglietto di ingresso che comprende un pareo lungo per me: le donne in pantaloni non sono ammesse all'interno delle strutture Cristiano Cattolico Ortodosse e le gonne devono coprire le ginocchia. La parte visitabile del monastero comprende delle vecchie cucine dove il punto di fuoco era il camino, con grandi sale per i commensali, un ossario, dove tutt'ora vengono tenuti i resti dei monaci, immensi terrazzi che permettono di godere del panorama da differenti angolazioni e un museo sulla guerra: durante l'invasione nazifascista i monasteri accolsero la popolazione della cittadine limitrofe e risultarono inespugnabili da parte degli invasori. Particolarmente carina la parte dedicata alla rassegna stampa storica, in cui gli italiani vengono dipinti come un popolo affabile e amichevole, soggiogato da un ingiusto regime.
Terminata la visita al monastero, decidiamo di continuare la strada che gira intorno alle altre strutture religiose per poi tornare a valle: il tragitto in auto è breve ma veniamo rallentati da un allegro gruppo di bufale che passeggia lungo la carreggiata e che non mostra alcuna intenzione di farci passare. Superato questo intoppo campagnolo, procediamo al rientro ad Atene, riconsegniamo l'auto in aeroporto alle 19, prendiamo la prima metropolitana per il centro città e torniamo allegramente a casa.