Non era un viaggio nelle mie corde. Gli Stati Uniti non mi hanno mai intrigato più di tanto. Poi, spinta dal mio compagno, decidiamo di intrapprendere un viaggio on the road sulla costa ovest degli USA.
Risultato: è stato un viaggio talmente bello che l'anno dopo siamo tornati!
Stephen King potrebbe scrivere un libro ambientato nell'aeroporto di Torino Caselle alle 04 del mattino;cigolii nella notte in un luogo deserto. Comincia così la nostra avventura made in USA!
Dopo 11 ore di volo Torino-San Francisco con scalo a Francoforte tocchiamo finalmente il suolo USA. Una notte rinvigorente siamo pronti per visitare la città dalle mille colline!
Iniziamo la giornata con una colazione in tipico american style: pancake con sciroppo d'acero e macedonia per me mentre un tortino ripieno di uova e pancetta per il mio compagno d'avventure.
Nonostante lo strano pesantuccio allo stomaco ci dirigiamo subito al Fisherman's Wharf, uno dei quartieri più famosi di San Francisco.
Passeggiando tra i venditori di crostacei, vediamo una colonia di leoni marini spiaggiati su delle chiatte. Un miliardo di foto, un centinaio di "Ohhh" e "Ahhhh" ad ogni movimento di questi simpatici animali e via! Affittiamo una bici e attraversiamo il Golden Gate, il ponte simbolo della città.
Sopravvaluto sempre le mie capacità sportive.
Infatti, dopo aver attraversato il Golden Gate in una magnifica giornata di sole e dopo essere saliti e scesi per ogni collina della città, capisco di aver esagerato: non mi sento più le gambe!
Ci riposiamo con una rinfrescante birra e, complice il jet lag, terminiamo la giornata appena dopo il tramonto.
L'inizio della giornata non è dei migliori...visto che non abbiamo trovato di meglio che una colazione in un Mc Donalds (di domenica è tutto chiuso!).
La giornata si riprende velocemente grazie ad una passeggiata mattutina dove vediamo i bellissimi Cable Car (i tipici tram di San Francisco) e Lombard Street, un tratto di strada di forte pendenza in una zona residenziale della città.
Intorno all'ora di pranzo ci dirigiamo al porto dove partono le visite guidate per la prigione di Alcatraz. E' fondamentale prenotare il traghetto con largo anticipo (noi abbiamo prenotato sul seguente sito non appena acquistato il volo aereo).
Il penitenziario si trova su un'isola molto ventosa che si staglia proprio in faccia alla baia di San Francisco.
Alcatraz si visita in autonomia, ma per controllare il flusso di turisti, ci sono fasce di orari in cui partono i traghetti.
Una volta arrivati sull'isola, ci siamo addentrati nei meandri della famosa prigione in cui visse, tra gli altri, Al Capone, cercando di cogliere le emozioni provate dai detenuti in quelle anguste celle.
L'ottima audioguida (anche in lingua italiana), le strutture fatiscenti e il forte vento trasportano l'isola in una dimensione astratta, rimasta come immutata negli ultimi 50 anni.
Alcatraz da sola, vale il viaggio a San Francisco!
Il giorno successivo, partiamo per le polverose strade degli Stati Uniti!
Il disguido avvenuto con l'autonoleggio Avis ci innervosisce (avevamo prenotato l'auto dall'Italia ma una volta arrivati presso l'ufficio, scopriamo che non ci sono auto e tutte le persone che hanno una prenotazione per quel giorno devono andare a recuperare il mezzo in aeroporto a proprie spese) ma ci rimbocchiamo le maniche, condividiamo un taxi con due simpatiche ragazze del Quebec che avevano lo stesso problema, e ci dirigiamo in aeroporto per prendere finalmente l'auto che ci permetterà di perderci per le strade americane!
Il primo giorno di "on the road" lo passiamo viaggiando, tra le zone desertiche della California e sperdute aree ristoro. Ceniamo in una steak house e troviamo un piccolo motel poco fuori la highway perfetto per le nostre poche pretese.
Dopo una colazione a base di deliziosi burritos (ci piace stare leggeri al mattino) partiamo diretti verso la Death Valley.
Paesaggi lunari e distese senza la minima traccia umana.
Con i suoi 45 gradi a farci compagnia attraversiamo i canyon passando dai famosi Zabriskie Point, Dante's View, Mustard Canyon (dove ci divertiamo su pezzi di strada sterrata) finendo con il Badwater Basin, ovvero il punto più basso dell'emisfero occidentale (86 m sotto il livello del mare).
Le raccomandazioni dei ranger si sprecano nella Valle della Morte, ogni anno questa valle onora il suo nome facendo diverse vittime: serpenti velenosi e disidratazione (molto importante bere molto) sono le cause principali delle morti.
Chiudiamo la giornata con la visita al crepuscolo a Rhyolite, una città fantasma abbandonata nei primi anni del '900 dai propri abitanti. Cena in un diner e motel nei dintorni di Beatty (Nevada) famigerata cittadina conosciuta per gli avvistamenti di UFO in quanto vicini all'Area 51.
Partiamo di buon'ora e dopo poco scorgiamo i grattacieli di Las Vegas...uaoo!!
A prima vista sembra una base aliena nel deserto: dove la prendono tutta quella luce? E l'acqua per le immense fontane dei fastosi hotel?...siamo in mezzo al nulla! E' una città alienante, un susseguirsi di edifici enormi dove luci, suoni e pacchianità sono di casa.
Nonostante le apparenze, i sontuosi hotel sono...economici!! Per intenderci...hanno i costi dei motel (70$ a notte). Decidiamo quindi di dormire sulla Strip, la via principale, concedendoci una stanza di "lusso" al Tropicana (se non fai il figo a Las Vegas dove lo fai?!)
Alla sera abbiamo girovagato per i casinò più famosi, passando dalla riproduzione della Tour Eiffel ai giochi d'acqua del Bellagio, dai fasti romani del Caesar's Palace alla ricostruzione di Venezia dell'hotel Venetian, per poi finire con i giochi di luci e acqua del vulcano del Mirage. Menzione speciale alla piramide egiziana del Luxor e lo skyline newyorkese con le montagne russe incorporate (mai visto tanto kitsch tutto insieme!).
E' il nostro momento: decidiamo di giorcarci tutto al casinò! Mi siedo davanti ad una slot e mi gioco ben...2 $! Dopo tanto brivido torniamo nella nostra suite al 16° piano per un meritato riposo.
Passiamo la mattinata nella piscina dell'hotel Tropicana (non ci crederete ma c'è un tavolo da black jack dentro la piscina!).
Nel pomeriggio partiamo in direzione Grand Canyon calcolando bene i tempi per transitare sulla Route 66 al tramonto. La luce calda del calare del sole pervade la strada deserta, un coyote che cammina nella prateria, vecchi distributori di carburante con insegne cigolanti sembrano essere lì perchè il tempo si è fermato. Alziamo il volume, smettiamo di parlare e ci lasciamo cullare dalla musica dei Creedence Clearwater Revival. Un momento unico.
Arriviamo in un luogo sperduto con poche case, ormai il buio è intorno a noi e vediamo un tipico diner dove ceniamo con un enorme hamburger di black angus. Passiamo la notte in un motel a Williams, alle porte del Grand Canyon.
Il Grand Canyon è una delizia per gli occhi, pietre corrose e levigate dagli anni svettano desolate per migliaia di chilometri.
La giornata scorre veloce con piacevoli passeggiate tra la vegetazione e i dirupi dei canyon. Interrompiamo la visita per un temporale improvviso che ci costringe a metterci in viaggio anzitempo per la vicina Monument Valley.
Nel tragitto, ci fermiamo nelle bancarelle dei nativi d'america che si trovano lungo la strada e mi lascio conquistare dai bellissimi oggetti fatti a mano.
Arriviamo verso sera nei pressi di Kayenta, procediamo col solito rituale di chiedere ai vari motel i prezzi per una camera e scopriamo che in quella zona i prezzi sono esorbitanti per i nostri gusti (200 $ a notte in motel medio).
Piccola riunione di emergenza e...decidiamo di dormire in auto!
Ci immettiamo così in un parcheggio vicino a uno dei motel (ci faceva sentire al sicuro) e ci prepariamo a passare la notte più economica del viaggio!
Dopo 3/4 ore di sonno (ho detto economica, non comoda) troviamo un diner per darci una rinfrescata e fare colazione. Una volta ripresi ci apprestiamo a visitare la Monument Valley!
Il piano per la giornata è chiaro: passare qualche ora a vedere i bellissimi panorami e nel primo pomeriggio trovare un motel dove rigenerarci un pò.
Come al solito ci facciamo rapire dagli scenari che la Natura ci regala.
Girovaghiamo in mezzo a queste formazioni rocciose di colore rosso acceso posizionate in mezzo a lande desertiche che si perdono a vista d'occhio. Cavalli allo stato brado che corrono liberamente, carcasse di animali sul ciglio della strada e fiumi che scorrono in curve perfette all'interno della terra.
La Natura, a mio parere, ha creato un posto simile apposta per essere ammirato.
Nella poco distante Bluff (Utah) visitiamo una simpatica ricostruzione del vecchio west con annesso museo, fatta da alcuni mormoni. Grazie alla tracce audio all'interno delle abitazioni ricostruite, abbiamo ripercorso la vita dei missionari mormoni che, ricevuta "la chiamata", vendevano tutti i loro averi per acquistare l'attrezzatura e colonizzare quelle terre. Viaggi interminabili in cui non esistevano strade, ma solo un punto di partenza e uno di arrivo, deciso su una cartina.
Tornati ai giorni d'oggi, è ormai tardi per attuare il nostro piano iniziale, quindi guidiamo ininterrottamente fino a sera verso Flagstaff (Arizona), troviamo un motel e dopo una cenetta nel downtown collassiamo.
Al mattino, dopo un breve giro, partiamo alla volta di Sedona, località famosa in America per i vortici di energia positiva che si sprigionano all'interno delle formazioni rocciose. Ci perdiamo nello spirito hippie della cittadina e verso il tardo pomeriggio iniziamo il lungo tragitto alla volta dell'ultima tappa: Los Angeles.
Dirigendoci verso Los Angeles vediamo un cartello che indica lo svincolo per Prescott (Arizona) ...sguardo rapido alla Lonely Planet che la descrive come una cittadina in vecchio stile west e senza indugi prendiamo lo svincolo. Decidamo così di passare ancora una notte on the road.
Dopo aver prenotato una stanza in un motel, ceniamo in un locale all'interno di un vecchio saloon e assaporiamo un concerto di musica country nella piazza della cittadina.
Alla fine partiamo per davvero alla volta di Los Angeles.
Dopo aver attraversato una tempesta di sabbia arriviamo nel tardo pomeriggio a Los Angeles. Troviamo abbastanza facilmente un motel nella Orange County, zona residenziale appena fuori LA ma a parer nostro molto più vivibile.
Io non ho amato particolarmente questa città, poco a portata d'uomo, fastosa da una parte e fatiscente dall'altra.
Vedere Hollywood pare un obbligo, e trascorriamo un pomeriggio a passeggiare sul marciapiede più famoso del mondo, e vedere i suoi lustri e i suoi controsensi.
Oltre al mare ed alle spiagge immense, decidiamo di visitare Santa Monica, che con il suo boulevard la rende una delle zone più alla moda di Los Angeles.
Sveglia in tarda mattinata, dopo una colazione fatta di succo di frutta, passiamo la giornata a polleggiare sulla spiaggia, tra letture e sonnellini (è proibito nuotare, a causa delle onde molto alte perfette per i surfisti)
La giornata si ripete come la precedente: mare, sole, spiagge, aperitivo alla sera e cena.
Purtroppo siamo arrivati all'ultimo giorno, e a conclusione, per quanto sia piacevole le spiagge dell'Orange County, nulla è paragonabile alle emozioni dell'America on the road!