Un viaggio bellissimo e molto interessante, che abbiamo imparato ad apprezzare ancora di più al nostro rientro, ricordando i momenti trascorsi lì.
Partenza da Roma, a fine luglio, direzione Bangkok. Da lì, abbiamo preso un altro aereo per Yangon.
Iniziamo subito con il dire che l’estate (la nostra) non è la stagione più consigliata per visitare il paese, essendo periodo di piogge ma, salvo alcuni episodi, possiamo dire che ci è andata benissimo.
Prima di procedere con il racconto del nostro viaggio, qualche informazione pratica:
- i cellulari italiani non funzionano non essendo ancora attivo il roaming. Tuttavia, spesso si trova il wi-fi che vi permetterà di comunicare ugualmente (questo nel 2015, verificare eventuali aggiornamenti);
- portatevi i dollari (quelli emessi dopo il 2006 ed in buone condizioni). Una volta sul posto, cambierete la somma desiderata in kyat, la moneta locale;
- per entrare vi servirà il visto. Potete chiederlo qualche giorno prima all’Ambasciata della Birmania in Via di Villa Grazioli 29, Roma. Per noi hanno impiegato una settimana.
Arriviamo a Yangon nella tarda mattinata, colti immediatamente da un caldo torrido, e quanto mai umido.
Soggiorniamo al Panda Hotel (80$ a notte con colazione).
Si tratta della città più grande della Birmania che, fino al 2005, è stata la capitale del Paese. Dal 2006, la nuova capitale è Naypyidaw, il cui nome significa "Dimora dei Re".
Sotto il dominio britannico, Yangon divenne un importante centro politico e commerciale del paese. La sua struttura venne abbellita con laghi e nuovi edifici, tanto da essere chiamata la "città-giardino dell'oriente".
Rangoon divenne la capitale della Birmania il 4 gennaio 1948, quando il paese ottenne l'indipendenza dai britannici, tornando al suo nome originario, Yangon.
Oggi la città si presenta in via di evoluzione. Ovunque noterete cantieri ed edifici in costruzione. E' abbastanza grande, girare a piedi non è semplicissimo. La popolazione è di circa 4 mln di abitanti.
La nostra prima tappa è ovviamente la Shwedagon Paya (ingresso 8 $), simbolo della città.
Si tratta di uno stupa dorato alto 98 metri che, posto ad ovest del lago reale, domina l'intera città. La parte superiore è tempestata di 4531 diamanti.
Essa rappresenta la pagoda più sacra per tutti i birmani e costituisce il fulcro della vita religiosa e delle attività della comunità.
La leggenda afferma che la pagoda abbia all'incirca 2500 anni, anche se gli archeologi la datano ad un periodo più recente. In ogni caso, come previsto, sono tutt'ora esistenti controversie sulla data di origine.
La sua storia si dice che ebbe inizio quando due fratelli mercanti incontrarono Gautama Buddha il quale consegnò loro otto dei suoi cappelli da custodire in Birmania. I due si recarono sulla collina di Singuattara, dove erano conservate le altre reliquie del Buddha. Purtroppo, dopo poco, lo stupa cadde in rovina. Esso fu poi ricostruito, danneggiato da terremoti e ancora ricostruito.
L'area intorno è molto ampia, la pagoda è circondata da altri stupa minori. Ci sono diversi ingressi, l'atmosfera che si respira è piacevole.
Successivamente, ci incamminiamo alla scoperta della città ed arriviamo alla Nga Htat Gyi Paya e successivamente alla Chaukhtatgyi Paya. Entrambe custodiscono due statue giganti di Buddha: il primo è un buddha seduto, rivestito d'oro con intarsi in legno, il secondo disteso, lungo 72 metri, una delle più grandi statue della Birmania.
Prima di cena, visitiamo la Sule Pagoda che si trova in pieno centro città. Anch'essa, dorata, di differenzia dalle altre per la sua forma ottagonale.
A piedi, passando davanti ad un'infinità di bancarelle, raggiungiamo il nostro ristorante, il Danu Phyu Daw Saw, uno dei tanti frequentati dai locali: mangiamo benissimo! (8$ in due).
Il cibo birmano non è particolarmente vario, a differenza ad esempio, di quello thailandese. Tuttavia, a modo suo, sa essere ugualmente gustoso!
La mattina successiva, partiamo in direzione di Kyaiktiyo e, più specificatamente, della famosa Golden Rock (ingresso 6$ a persona).
Arriviamo in macchina a Kinpun (4 ore da Yangon). Da lì, l'unico modo per salire in cima è prendere uno dei camion locali (2500 K a persona per i posti fuori - 3000K per quelli dentro, accanto all'autista). Preparatevi a stringervi e ;tenetevi forte;corrono come matti lungo la strada, con noi neanche la pioggia li ha fermati 😉
Considerate che gli orari di partenza variano a seconda di quanto velocemente si riempie il camion. E' capitato che qualcuno aspettasse anche 3 ore!
Il tempo in questa occasione possiamo dire che non ci ha proprio assistito. Siamo arrivati in cima sotto il diluvio;non si vedeva nulla;era tutto quasi spettrale!
In ogni caso, lo spettacolo è stato bello lo stesso. C'era un non so che di fascinoso!
Situato nello Stato Mon, questo piccolo stupa rappresenta il terzo luogo sacro di pellegrinaggio della Birmania. La particolarità è che, ricoperto interamente di foglie d'oro, si trova in equilibrio perfetto sopra una roccia.
La leggenda narra che questo equilibrio è garantito da una ciocca di capelli di Buddha, sottostanti.
Finita la visita, abbiamo passato la notte a Kinpun, presso il Golden Sunrise Hotel (55$ a notte con colazione). Un posto bellissimo, in mezzo alla natura.
La mattina si riparte, destinazione Bago (in macchina da Kinpun ci vogliono 2 ore).
Si trova a circa 80 km da Yangon, ed è una delle maggiori città della Birmania. Fu la capitale del regno Mon e nel 1500 un importante porto per il commercio di rubini.
Prima di arrivare, ci siamo fermati in un mercato locale.
Arrivati a Bago, abbiamo visitato la Pagoda Shwemawdaw e il Khakhat Wain Kyang Monastery .
A pranzo mangiamo in ristorante frequentato da locali che, come sempre, ha il suo fascino!
Prima di lasciare la città, ci fermiamo a visitare il famoso "Shwethalyaung", un' immensa statua di Buddha sdraiato, lunga 55 ed alta 16.
Non tralasciate la curiosa Kyaik Pun Pagoda raffigurante 4 statue giganti di Buddha, alte 34 metri, posizionate in corrispondenza dei punti cardinali, schiena contro schiena.
Per visitare tutto ciò, abbiamo fatto una tessera comprensiva dei vari siti (10.000K a testa). In alcuni posti, tuttavia, vi chiederanno 300 k per la macchina fotografica.
Nel primo pomeriggio ritorniamo a Yangon e ci dirigiamo subito al Bogyoke Aung San Market (Bogyoke Aung San Road) che, inaugurato nel 1926, è il più famoso mercato di Yangon. E' molto grande, all'interno ci sono circa 1.641 shops nei quali potrete trovare di tutto, dai souvenirs all'artigianato locale. Fate attenzione all'edificio, in stile coloniale, vale la pena farci un salto ;è molto caratteristico.
Alle spalle del market, una ferrovia molto suggestiva.
Usciti dal market, proviamo a passare davanti alla casa di San Su Kyi. Missione fallita. Impossibile entrare, tutta la casa è recintata, non si riesce neanche ad intravedere.
A cena andiamo da Aung Thukka (7800 K in due), anch'esso frequentato principalmente dai locali.
La mattina successiva, sveglia alle ore 4.00: volo per Bagan.
Prima di raggiungere Bagan, facciamo un rapida deviazione verso il Monte Popa (50 km da Bagan). Prima ancora, lungo la strada, ci fermiamo per vedere come funzione la lavorazione della palma.
Dopo poco arriviamo a destinazione. Vulcano ormai estinto, il Monte Popa è famoso soprattutto da un punto di vista mistico e religioso, i birmani lo considerano la montagna sacra. Si narra, infatti, che essa sia la dimora del "Nats" (gli spiriti degli antenati antichi). Oggi è uno dei siti di pellegrinaggio più popolari del Paese.
In cima si trova un monastero con le effigi del 37 Nats. Quando salite, sarete circondati da scimmiette.
Pranzo veloce lungo la strada, consigliati dal nostro autista e finalmente arriviamo a Bagan.
Qui ci fermiamo, 2 notti, presso il Thiripyisaya Sanctuary Resort (130$ per due notti, inclusa colazione).
Vi conviene da subito compare un ticket per l'ingresso in tutti i siti archeologici (15$ a persona). Inoltre, vi consigliamo di noleggiare le bici, elettriche o no, per girare liberamente e godervi la visita nel modo che più vi piace. Noi le abbiamo noleggiate direttamente dall'hotel (5$ per 4 ore - 10$ tutta la giornata).
Bagan si trova nella parte centrale del Paese, decisamente più secca di quella di Yangon. Il clima è afoso e fa molto caldo. Noi, solitamente, uscivamo la mattina e il pomeriggio dopo le 5, anche perché con la luce del tramonto è tutta un'altra cosa.
Capitale del primo impero del Myammar, Bagan è uno dei siti archeologici più ricchi del Sud-Est dell'Asia e una delle principali mete turistiche del Paese.
La sua superficie è molto vasta, ed è piena di pagode risalenti al XIII e X sec. Ad oggi, se ne conservano circa 2500. Tra le più famose ci sono senza dubbio: la Shwezigon Pagoda, Ananda, Htinlominlo, Wetkyi - In- Gubyiaukkyi , Thatbyinnyiu, Mingalazedi.
La prima visita è per l'Ananda Patho, il tempio più grande del sito.
l tramonto lo abbiamo visto in cima alla Swesandaw Paya. Arrivate per tempo, per trovare un bel posto da cui ammirare l'intera valle. Noi siamo arrivati lì alle 6 ed era già pieno di gente. Il tramonto c'è stato intorno alle 6:30. Meraviglia!
La giornata successiva la dedichiamo interamente alla visita di Old Bagan.
Pranzo lungo la statale in direzione New Bagan - Naung U.
Relax in piscina e alle 17:00 riprendiamo le bici e arriviamo a Htilominlo Patho e ci perdiamo a pedalare nei dintorni.
Il tramonto questa volta lo ammiriamo dalla Pyathada Paya.
La mattina dopo, a malincuore lasciamo Bagan e voliamo fino a Mandalay (volo durata 35 min.) Appena arrivati, raggiungiamo il Maha Gana Yon Kyaung, un monastero che ospita 1500 monaci.
Siamo arrivati alle 10:15 per assistere alla cerimonia del pranzo. Forse un po' turistica, ma ne vale la pena; è davvero emozionante vedere così tanti monaci, dai più piccoli ai più grandi, partecipare insieme a questo momento così importante della loro giornata.
Lasciato il Monastero, visitiamo la Sagaing Hill.
Successivamente, prendiamo una barchina (8 K a testa a/r) e raggiungiamo Ava (Inwa), antica capitale della Birmania. Pranziamo lì, e dopo giro con il cavallo.
Passiamo davanti al monastero Bagaya Kyaung, completamente in teak e visitiamo resti di stupa.
Dopo, prima di rientrare a Mandalay, ci facciamo una bellissima passeggiata sull'U Bein's Bridge ad Amarapura.
A Mandalay dormiamo al Peakok Lodge dove passiamo due notti (55$ a notte con colazione). La sera ceniamo entrambe le sere lì, essendoci il coprifuoco dalle 22 in poi.
Il giorno successivo, partiamo, in barca (partenza alle 9 e ritorno alle 13) per Mingun (1 h), antica capitale reale, nota per l'enorme pagoda incompiuta, la Mingun Paya. Voluta dal Re Bodawpaya, la sua costruzione si interruppe dopo la morte del sovrano. Avrebbe dovuto raggiungere i 150 metri di altezza. Inoltre, terribili terremoti la danneggiarono negli anni.
Se vi va, è possibile raggiungere la cima. Noi ovviamente siamo saliti. Vi dovete togliere le scarpe;attenzione perché il terreno ustiona!
Lungo la strada, lasciata la Mingun Paya, visitate la campana più grande del mondo ancora appesa e funzionante: ha un diametro di 5 metri e pesa 90 tonnellate.
Successivamente, arrivate alla Hsinbyume Paya, bellissima, tutta bianca, merita una visita.
Dopo pranzo, prima di riprendere la barca e rientrare a Mandalay, ci fermiamo a visitare un altro stupa tutto bianco, proprio sulle rive del fiume e molto affascinate.
A Mandalay, visitiamo Shwenandaw Kyaung Temple, davvero molto bello con intarsi nel legno meravigliosi.
Infine, chiudiamo la visita a Mandalay con la Mahamuni Paya, nel centro della città ed uno principali luoghi di pellegrinaggio.
Al centro dell'edificio si trova una grande statua di Buddha, interamente ricoperta di foglie d'oro che i fedeli continuano ad attaccare regolarmente.
La statua si dice che abbia le sembianze esatte di Buddha.
Il giorno seguente, lasciamo Mandalay con un volo per Heho. E' mattina presto e mentre ci prepariamo per partire, incrociamo un gruppo di monaci che iniziano la loro giornata, andando a chiedere riso in offerta.
Una volta atterrati, raggiungiamo le Grotte di Pindaya ( 2 ore in macchina).
Lungo il tragitto scopriamo una regione molto rigogliosa, colline, campi coltivati, soprattutto patate.
L'ingresso al sito è di 10$ a persona. Le grotte, in roccia calcarea, sono ben note per ospitare al loro interno svariate statue di Buddha, circa 8000, donate da moltissimi fedeli, non solo birmani ma provenienti da tutto il mondo. Si tratta ovviamente di un luogo sacro.
La nostra direzione finale è stata il Lago Inle. Lungo la strada, ci siamo fermati a vedere il Shwe Yaunghwe Kyaung, un monastero, anch'esso, in teak, sito a Nyaungshwe. Bello e affascinante, con le sue caratteristiche finestre ovali. Ci è piaciuto molto.
Da Nyaungshwe, prendiamo una barchina e, dopo 45 minuti di navigazione, arriviamo al nostro hotel, in mezzo al Lago Inle, il Paramount Inle Resort (3 notti 171 $ con colazione) totalmente sospeso sul lago, costruito su palafitte.
Inevitabile non incrociare i pescatori tipici del luogo, con le le loro caratteristiche reti.
La mattina rigoroso giro del lago con la barchina.
Primo stop Ywama, con il suo mercato galleggiante.
Dopo visita a Nampan, alle fabbriche di tessuti, di sigari, e barche.
Pranzo e poi in barca visitiamo i tomato gardens e i floating gardens.
Il secondo giorno sul lago Inle lo passiamo di nuovo in barca. Questa volta, visitiamo la Phaung Daw Oo Paya con il suo vivace mercato.
Dopo è la volta di Inthein e la sua Shwe Inn Thein Paya.
La sera, nonostante avessimo prenotato la notte al Paramount Inle Resort , decidiamo di cambiare hotel e di trovarne uno direttamente a Nyaungshwe.
Questa scelta è stata dovuta al fatto che il giorno dopo saremmo partiti per un trekking di due giorni, deciso lì per lì. Essendo la partenza all'alba, abbiamo preferito evitare l'ora di navigazione la mattina stessa.
Così facendo, abbiamo scelto l'Inle Apex hotel (40 $ a notte con colazione).
La mattina, ore 8:00, partenza per il trekking. Guidati da Timo, abbiamo vissuto un'esperienza meravigliosa. 6 h circa di camminata al giorno, a contatto solo con la natura.
La meta? Un monastero per i monaci novizi, composto da bambini dai 7 agli 11 anni circa (ogni bambino maschio deve passare questo periodo in monastero e decidere se continuare sulla via della fede o no).
Abbiamo cucinato nei loro ambienti e dormito all'interno del monastero, su un letto fatto solo di coperte, a lume di candela, con le preghiere dei piccoli monaci che ci tenevano compagnia. Spettacolare!
Non potevamo concludere il nostro viaggio in Birmania in un modo migliore!