A spasso per Aosta e dintorni

Una vacanza (troppo) breve per ammirare non solo il capoluogo della Valle d'Aosta ma anche e soprattutto i suoi dintorni.


Info varie
-Passiamo innanzitutto ai posti da me visitati facendo una personale classifica e dando un giudizio su ognuno di essi, premettendo però che ho scelto di visitarli (anche se erano ad esempio paesini minuscoli) semplicemente perché non c'ero mai stato prima.

Partiamo dai Castelli: quello che mi è piaciuto di più è stato il castello di Fénis, sia esternamente che internamente. Segue poi il castello di Sarre (per le due stanze) e infine il Forte di Bard (che è sì imponente ma il fatto che all'interno ci siano solo mostre e nulla del suo passato (come arredi, armi, ecc) lo penalizza. È anche vero, però, che il panorama dalla cima è notevole).
Delle città/paesi/borghi invece: Aosta è decisamente adorabile perché è comunque una città piccola e vivibile con tanti negozi, locali e luoghi storici da visitare. Non solo è una bella città ma anche un ottimo campo base.
Degli altri paesi ho apprezzato più di tutti Étroubles (per le sculture disseminate per il paese). Seguono Verres e Cogne (per una toccata e fuga). Invece Chatillon, Saint Remy en-bosses e Lillaz potevano essere evitate in quanto sono paesi veramente minuscoli e con zero attrattive. L'unica nota positiva di Lillaz sono le cascate (che meritano di essere visitate perché comunque è un bello spettacolo e sono facili da raggiungere).

-Oltre a ciò che ho visitato in questi giorni ci sono altri luoghi intorno ad Aosta che internet mi consigliava (ma che a causa dei pochi giorni di permanenza non ho potuto visitare). Ve li riporto in quanto si raggiungono da Aosta in una mezz'oretta o ora al massimo e sono dislocate intorno a essa. Sono: castello di Saint Pierre, Lago Loie, borgo di Chamois, Pila, Santuario di Notre-Dame de Guérison, Val Veny, lago blu, Morgex, osservatorio astronomico, Saint-Barthélemy, punta Helbronner, lago di Place Moulin, castello di Sarriod-de-la-Tour e quello di Savoia.

  • Il viaggio è durato 4 Giorni
  • Budget speso Da 251€ a 500€
  • Ho viaggiato Da solo
  • Continenti visitati: Europa
  • Stati visitati: Italia
  • Viaggio fatto in primavera
  • Scritto da Andrea Pistoia il 10/06/2024
Mostra tutte
  1. Giorno 1 - 22/04/2024

    Bard, Chatillon e Aosta

    Lunedì 22 aprile 2024
    Parto alla mattina presto in modo tale da avere tutta la giornata a disposizione per visitare borghi e luoghi montani prima di occupare l'appartamento che ho preso appena fuori da Aosta (che sarà nei prossimi giorni il mio “campo base”).
    Quindi, in primis mi dirigo alla volta di Bard ma soprattutto del suo Forte, dato che vi sono passato davanti decine di volte in questi anni ma non sono mai andato a visitarlo.
    Percorrendo la strada principale (ss26) mi trovo il Forte e il borgo a destra mentre il fiume a sinistra. Proseguo e, poco più avanti a sinistra, trovo un parcheggio gratuito (volendo ce n’è proprio uno sotto il Forte ma costa 3€ per tutto il giorno nei giorni feriali e 4€ nei festivi. Quindi anche no).
    Lascio l’auto al parcheggio gratuito e poi m’incammino verso il Forte a piedi (costeggiando il fiume) e nel giro di qualche minuto arrivo a destinazione. Ma prima di entrare nel Forte decido di visitare il borgo, il quale costeggia il Forte tenendolo sulla destra. Cosicché, dopo aver attraversato la strada, prendo la salita acciottolata. Scopro che, prendendola, a pochi metri c’è a destra l’ingresso del Forte. Proseguo comunque la visita del borgo percorrendo la strada in salita e scopro che è il classico paesino di montagna con case antiche, una chiesa e qualche negozietto e bar. Niente di memorabile ma un giretto ci sta.
    Torno infine all’ingresso del Forte ma scopro che oggi è chiuso. Poco male, ci tornerò nei prossimi giorni.
    Riprendo l'auto e, dato che è sulla strada, arrivo a Chatillon in una ventina di minuti.
    Lascio l’auto nel primo parcheggio gratuito che trovo e poi raggiungo il centro (il quale in realtà è un'unica strada che porta da un capo all'altro del paese). A metà strada intravedo la Chiesa Parrocchiale di San Pietro, quindi vado a visitarla ma per i miei gusti non è nulla di che.
    Dopodiché mangio qualcosa al volo e infine recupero l'auto. Sempre seguendo la statale, raggiungo Aosta in una trentina di minuti.
    Dato che è ancora presto per andare nell’alloggio che ho prenotato, decido di fare un giro in città.
    Lascio l’auto nel primo parcheggio gratuito che trovo (in Viale dei Partigiani, n.84 ma ne trovate altre abbastanza vicino al centro anche in: Corso Battaglione, Piazza Ducler, Via Clavalitè, Via Monte Emilius e Corso Ivrea).
    Da qui, a piedi, prendo via Tour de Lepreux fino a che non incrocia via Festaz e più avanti via Aubert (che è una delle vie centrali della città), dove si trovano negozi e ristoranti/bar a iosa. Ne percorro un tratto fino a che non incrocia via Quintale; la prendo in modo da raggiungere Place Jean XXIII Pape ma soprattutto la Cattedrale (bella esternamente, specialmente l’ingresso, ma sfortunatamente oggi è chiusa).
    Torno così sui miei passi e riprendo via Aubert. La percorro verso est in modo da raggiungere Piazza Chanoux (la piazza principale della città): è molto carina e merita decisamente più di una foto. Da qui proseguo prendendo via Porta Pretoria fino a raggiungere appunto questa Porta dove, tra l’altro, all’interno trovo l’ufficio informazioni. Vi entro e mi faccio dare un po' d’informazioni e di depliant (soprattutto la cartina della città, quella con i parcheggi gratuiti e gli orari e prezzi di musei e castelli).
    Uscito dall’infopoint proseguo per via Sant'Anselmo fino a raggiungere Piazza arco d'Augusto (col suo arco nel centro). Da qui torno sui miei passi fino a incrociare via Sant’Orso. La percorro fino a prendere via Guido Rey in modo da raggiungere la Torre dei Balivi da cui si può intravedere anche il teatro romano (chiuso in questi giorni per lavori).
    Dato che ormai è ora di andare all'appartamento in cui soggiornerò, rinvio a domani una visita più approfondita della città (soprattutto perché voglio visitare i suoi musei e monumenti).
    Così recupero l’auto e raggiungo l'appartamento. L’ora è tale per cui tra doccia e cena si fa sera inoltrata.

  2. Giorno 2 - 23/04/2024

    Aosta, Castello di Sarre e Castello di Aymavilles (solo esterno)

    Martedì 23 aprile 2023
    Mi alzo alle 8:00 cosicché alle 9:00 sono già ad Aosta, pronto per visitarla al meglio.
    Quindi lascio l’auto nello stesso parcheggio di ieri e poi faccio lo stesso tragitto a piedi per ritrovarmi di nuovo in via De Tillier.
    Da qui torno alla Cattedrale. Dato che oggi è aperta, vi entro; devo ammettere che è decisamente bella.
    Ma sono venuto in questa piazza anche per un altro motivo: perché alla sinistra della Cattedrale, scendendo le scale, c'è il criptoportico Forense (uno dei luoghi più famosi della città). Compro il biglietto al botteghino accanto all’ingresso (il quale costa 5€ ma permette di entrare qui, al museo archeologico regionale (abbreviato: MAR) e alla chiesa paleocristiana di San Lorenzo). Dopodiché entro nel criptoportico scendendo una rampa di scale e lo visito. Praticamente sono due corridoi con delle colonne opportunamente illuminate in modo da dare alla galleria un effetto più misterioso e d’impatto. Qualche foto di rito anche se, vi devo avvisare, c'è veramente poco da vedere; giusto questa breve galleria a “L” e, in fondo, uno schermo che trasmette alcuni filmati riguardanti la storia del complesso.
    Sto ancora qualche minuto per ammirare l’ambiente e poi esco dal criptoportico con l’intenzione di andare al MAR, il quale si trova in Piazza Roncas (ovvero a nord ovest del criptoportico, a pochi passi da esso).
    Raggiuntolo, vi entro. Dopo aver vidimato il biglietto inizio l'esplorazione. È diviso in due piani: quello al piano terra è il classico museo con oggetti antichi di vita montana mentre al piano di sotto ci sono i resti di una delle quattro porte di Augusta praetoria. Anche qui, visita veloce (in quanto non sono cose di mio interesse e della Porta non c’è molto da vedere) e infine esco dal museo. Mi dirigo poi alla Basilica paleocristiana e chiesa di San Lorenzo, in via Guido Rey. Sotto questa chiesa ci sono appunto i resti della Basilica (in pratica delle pietre che seguono la sua struttura originale). Come per gli altri resti visti in precedenza, carina ma non vi aspettate nulla di memorabile. Però tengo a precisare che, secondo me, valgono comunque i 5€ spesi precedentemente in quanto sono comunque visite interessanti per conoscere meglio la città (certo, se fossero costati 10/15€ li avrei sconsigliato perché il gioco non valeva la candela. Ma 5€…).
    Comunque, esco dalla Basilica e decido di visitare la città andando a zig zag per le strade del centro (piene di gente ma comunque vivibili).
    Pranzo al volo e poi recupero l’auto in quanto il pomeriggio lo voglio dedicare a un fuoriporta: il castello di Sarre.
    Dopo una quindicina di minuti in auto raggiungo il castello.
    Già da lontano domina il paesaggio circostante ed è decisamente imponente e bello.
    Arrivo infine a Sarre (il paese). Qui si può parcheggiare in un grosso parcheggio (e farsi la salita di qualche minuto a piedi fino al castello) oppure salire in auto direttamente al castello dove si trova un parcheggio piccolo (ma almeno è accanto all’ingresso). Opto per quest’alternativa. Prima visito il castello dall’esterno (e già fiocca qualche foto perché da qui il paesaggio è veramente degno di nota) e poi entro nel castello. Il percorso nelle mura interne e il giardino sottostante sono gratuiti mentre la visita al castello vero e proprio è a pagamento: 8€. Così vado alla cassa e acquisto il biglietto per la visita guidata (obbligatoria) che avviene ogni mezz'ora. In attesa della visita guidata però posso esplorare ma solo il piano terra (dove ci sono delle foto e dei video esplicativi per lo più di chi ci ha vissuto). Infine, all’ora stabilita, mi ritrovo davanti alla biglietteria e inizia la visita al piano di sopra, dove una donna mi dà delucidazioni su ogni stanza che visitiamo. Degne di nota sono le due sale piene di trofei di stambecco (ce ne sono a centinaia e devo ammettere che fanno una certa impressione. Anche se, per quanto mi riguarda, per nulla positiva).
    Comunque, visitiamo tutte le stanze e infine torniamo alla biglietteria. Per quanto non sia un estimatore di questo tipo di visite in cui vengono proposti arredamenti e oggetti di altri tempi, ammetto che le due sale le ho trovate decisamente inusuali e, a loro triste modo, originali.
    Dopo essere uscito dal castello, dato che sono già in zona, decido di andare anche a visitare Aymavilles, dato che ne avevo sentito parlare su internet.
    Arrivo al paese ma, a parte la chiesa (chiusa), non c'è niente di interessante da vedere. Però poco distante da esso c'è il castello, il quale esternamente è molto carino. Decido però di non visitarlo all’interno in quanto per oggi in fatto di castelli ho già dato (anche se online sembra avere delle belle stanze). E, oltre a questo, si è fatta una certa. Quindi, soddisfatto della giornata, decido di tornare al mio appartamento e prepararmi per la serata.

  3. Giorno 3 - 24/04/2024

    Cogne e cascate di Lillaz

    Mercoledì 24 aprile 2024
    Oggi si va a Cogne ma soprattutto alle cascate di Lillaz.
    Da Aosta in automobile in una cinquantina di minuti arrivo a Cogne. Innanzitutto cerco un parcheggio. La via principale, Rue Bourgeois, ha dei parcheggi ma sono a pagamento. Però dall’altra parte del torrente (ovvero in circolazione Nord) ce n'è uno gratuito. Così lascio l’auto lì. Poi attraverso il torrente (grazie a un ponte che mi conduce a un altro parcheggio a pagamento sotto il paese). Da qui ci sono le scale (o un ascensore gratuito) che portano al paese. Faccio le scale e arrivo a Rue Revettaz. Andando a destra arrivo alla chiesa; vi entro ma non c’è niente di speciale. Allora prendo rue Docteur Grappein fino a che non interseca rue Bourgeois. In questa via ci sono negozi, bar e ristoranti ma quello che a me interessa di più è in piazza E. Chanpux, dove si trova l'ufficio informazioni. Lo raggiungo e vi entro, così recupero la cartina del paese e mi faccio dare alcune informazioni sui sentieri da compiere in zona (ma soprattutto su come raggiungere le cascate di Lillaz).
    Per la cronaca, per queste ultime si può fare in due modi: o si arriva fino al paese di Lillaz in auto lasciando il mezzo al parcheggio a pagamento (1.50€ all’ora e 5€ giornaliero ai confini del paese) e poi da lì si prende il sentiero per raggiungere la base delle cascate (in una quindicina di minuti) oppure, come ho fatto io, da Cogne si arriva a piedi fino a Lillaz. Per fare questo, in fondo a rue Mines de Cogne si trova una rotonda con una minuscola chiesa alla sua destra. Accanto alla chiesa c’è un sentiero leggermente in salita che costeggia il torrente che s’inoltra nel bosco. Non è per nulla faticoso o proibitivo, infatti lo percorro senza problemi. C’è solo un bivio all’inizio del percorso che dà come indicazioni le cascate andando dritto e il “bosco incantato” andando a destra (provo ad andare a vedere cos’è questo bosco ma mi trovo a un tratto il divieto di accesso quindi lascio perdere).
    Così proseguo per Lillaz, in mezzo al bosco, fino a che non raggiungo uno spiazzo erboso enorme semi pianeggiante. Lo attraverso fino a raggiungere la casa sulla sinistra. Prendo il sentiero che la costeggia (il quale, tra l’altro, possiede un cartello con scritto “Cascate di Lillaz”) fino a ritrovarmi a destinazione. Il tutto camminando per un’ora.
    Prima di seguire per le cascate visito il paese, il quale è decisamente piccolo (a parte qualche negozio chiuso non c'è nessun'altra attrattiva).
    Pranzo al sacco e poi alle 12.15 riparto, direzione cascate, seguendo le tante indicazioni disseminate per il paese. Queste mi fanno uscire da Lillaz e inoltrare in un sentiero in mezzo alle montagne ma abbastanza pianeggiante (che conduce tra l’altro anche in altri luoghi, compreso il lago delle Loie) e dopo una decina di minuti giungo ai piedi della prima delle tre cascate.
    Foto di rito e poi comincio a seguire, alla destra della cascata, il sentiero che mi porta sempre più su, fino alla seconda cascata, dove si trova anche un piccolo spiazzo da cui osservarla.
    Salgo ancora più su fino a scorgere un ponte dove si trova la terza cascata.
    Ma non attraverso ancora il ponte; preferisco proseguire in salita fino a giungere a un’altra cascata (cascata Biolet). Altre foto di rito e poi torno al ponte. Qui ho due alternative: o lo attraverso percorrendo un giro ad anello che mi riconduce al paese o ripercorro lo stesso percorso fatto all’andata. Ovviamente opto per il giro ad anello, il quale è meno ripido del precedente e in mezzo agli alberi. In breve tempo raggiungo Lillaz.
    Dato che alle cascate ho fatto la conoscenza di due ragazze, scrocco da loro un passaggio in auto fino a Cogne (anche per ottimizzare i tempi in modo da compiere un altro sentiero).
    Raggiunto il paese ci separiamo: mentre loro tornano a casa io mi avvio alla scoperta del nuovo sentiero. Si trova proprio di fronte all'info Point e conduce fino a Valnontey (consigliato dal ragazzo dell’infopoint non tanto per il paese in sé quanto per la possibilità di scorgere stambecchi e altri animali).
    Quindi attraverso lo spiazzo enorme erboso di fronte all’infopoint ma tenendomi alla destra, in modo da raggiungere un sentiero che si perde nel bosco.
    Per la cronaca: ci sono in realtà due sentieri che conducono a Valnontey. Entrambi costeggiano il fiume ma sulle due sponde. Io ho preso quello a destra e, in un'oretta arrivo fino a Valnontey (ma senza trovare stambecchi o altri animali. Amen). Visito allora il paesino, il quale non possiede nessuna attrattiva particolare.
    Decido allora di tornare indietro, dato che il sole sta tramontando, ma passando per l’altro sentiero. Quindi, dal paese mi tengo il fiume alla sinistra (in realtà scopro che questo sentiero s’interseca con quello predisposto per le mountain bike, quindi mi alterno tra uno e l'altro, tanto entrambi vanno verso Cogne). In un'oretta arrivo a destinazione, ovvero al grande spiazzo erboso di fronte all'infopoint.
    Recupero l'auto e in una cinquantina di minuti giungo ad Aosta. Ormai è quasi ora di cena, quindi doccia, pappa e relax. Ma soprattutto devo decidere cosa fare il giorno dopo, in quanto è l’ultimo.

  4. Giorno 4 - 25/04/2024

    Étroubles, Saint-Rhémy-en-Bosses, Castello di Fénis, Verrès, Forte di Bard

    Giovedì 25 aprile 2024
    Prima di avviarmi verso casa voglio “gustarmi” ancora un po’ la Valle d’Aosta.
    Quindi parto in auto dall'appartamento in cui ho alloggiato e in una ventina di minuti arrivo a Étroubles.
    Appena entro in paese lascio l’auto in un parcheggio in Rue saint Roch dove c'è anche un albergo/ristorante. Di fronte al parcheggio ci sono due ponti che conducono al paese vero e proprio: uno per le auto e, accanto, uno di legno per i pedoni. Prendo quest'ultimo ed entro in paese. Étroubles è piccolo ma la sua caratteristica principale è che ci sono sculture e murales dislocati ovunque. Quindi il bello è fare zig zag tra le viuzze alla ricerca di queste opere. Il paese possiede anche qualche ristorante, bar e negozio.
    Comunque, attraversato il ponte percorro rue du Mont Velan e poi Ruelle Millet in modo da raggiungere la chiesa (esternamente è carina ma internamente mi ha stupito in quanto non mi aspettavo una chiesa così ben ristrutturata in un paesino montano). Poi mi sposto accanto alla chiesa dove si trova il comune. All’ingresso, affisso, c’è una cartina con la dislocazione dei murales e delle sculture (ma volendo si può scaricare anche un'app creata apposta per trovarle). Personalmente mi accontento di fare zig zag per le vie ammirando le opere d’arte e facendo anche qualche bella foto.
    Dopo un’oretta mi ritengo soddisfatto, così torno all'auto e mi dirigo alla mia prossima meta, ovvero Saint-Rhémy-en-Bosses.
    In una decina di minuti arrivo a destinazione.
    Per la cronaca, il paese viene tagliato a metà da una strada, dividendo la parte sopraelevata (dove il mio navigatore mi ha portato e dove ho parcheggiato) da quella sottostante (dove si trova “il fulcro del paese”).
    Dal parcheggio percorro la parte alta (dove si trovano solo abitazioni e null’altro) fino a raggiungere un sottopassaggio che mi fa attraversare la strada più trafficata del paese. Superatola, sono nella parte bassa del paese, che presenta giusto una chiesa (chiusa), un castello (chiuso), un bar e un altro parcheggio. Mi accontento allora di riposarmi dietro la chiesa (dove si trovano delle panchine rivolte verso la valle che offre un bello scenario montano) e infine torno all’auto perché è giunta l'ora di spostarmi verso un’altra meta: il castello di Fenis.
    In una quarantina di minuti arrivo a destinazione, così cerco il primo parcheggio gratuito. Nulla di più facile: lo trovo alla fine di via Frazione Croiset, dove ci sono anche le scuole, a poche centinaia di metri dal castello. Lascio l’auto lì e mi avvio verso il castello, il quale fin da lontano fa decisamente la sua porca figura. Quando sono ai suoi piedi preferisco non entrare subito ma visitare prima il paese (il quale però è il classico paesino con poche vie e nulla di particolare da vedere). Quindi torno sui miei passi e mi avvio verso l'ingresso. Per raggiungerlo ci sono due stradine che confluiscono all’ingresso. Prendo quella più vicina a me e raggiungo la biglietteria, la quale è dentro le mura del castello.
    Faccio il biglietto (al costo di 10€) e poi attendo, in quanto anche qui c’è la visita guidata. Alle 13.30 inizia il tour (della durata di un’oretta); la guida ci conduce nelle varie stanze del castello, le quali risultano abbastanza spoglie (se non per qualche tavolo, letto, sedia e affresco). Il castello merita comunque la visita, sia per la storicità del luogo che per alcuni affreschi.
    Soddisfatto, recupero l’auto e infine riparto. Destinazione: Verres.
    In una ventina di minuti arrivo a questo paesino.

    Lascio l’auto in via Caduti della Libertà dove c'è un piccolo parcheggio (gratuito per un'ora). Da qui percorro tutta questa via (che è più lunga di quanto immaginassi) apprezzando i dipinti sui muri e l’inaspettata moltitudine di negozi e locali (anche se, essendo il 25 Aprile, sono tutti chiusi).
    Raggiungo infine il ponte che sovrasta il torrente. Poi torno sui miei passi e, quando la via curva, scorgo sopra le case una struttura tipo castello che scopro essere la collegiata di Sant’Egidio. Incuriosito, prendo la prima stradina in salita che trovo e la raggiungo (in pratica è una chiesa). Entro e l’interno inaspettatamente mi piace perché è ristrutturato, quindi con colori molto vivi.
    Soddisfatto della visita, torno alla mia auto perché voglio finire in bellezza la vacanza andando a visitare il Forte di Bard (il quale oggi è aperto). Così in una decina di minuti sono a destinazione.
    Lascio l’auto nello stesso parcheggio di lunedì e poi a piedi raggiungo l'ingresso (che, come vi avevo accennato, è dentro al borgo, anche se alla fine del viaggio scopro che si può entrare anche attraverso un altro ingresso che si trova quasi alla fine del Borgo).
    Comunque, raggiungo la biglietteria e mi spiegano come funziona la visita.
    Innanzitutto non è guidata ma si è liberi di visitare il Forte da soli. Però attenzione, perché il Forte praticamente è stato adibito a grosso spazio espositivo.
    L’entrata costa 8€ ma nel biglietto c’è compreso a scelta un museo o una mostra. Invece il Forte più due musei/mostre costa 12€ mentre vedere tutte le mostre/musei (che sono di solito otto) costa 24€.
    Infine, se oltre alla visita del Forte si vuole ammirare anche la mostra temporanea Wildlife Photographer of the Year il prezzo sale da 8€ a 10€.
    Però, se come me avete visitato il castello di Sarre e Fenis (ma suppongo anche altri castelli) e si mostra il biglietto, vi scontano un paio di euro (ad esempio, io la mostra wildlife l’ho pagata 8€).
    Ricevo così il biglietto e un depliant raffigurante la cartina e la spiegazione dei vari musei nel Forte. Dalla biglietteria mi dirigo al primo ascensore (ce ne sono tre, in quanto il Forte è diviso in quattro strutture collocate una sopra l’altra).
    Le mostre sono per lo più in cima, al “4° livello”, quindi la cosa più pratica è andare fino in cima con gli ascensori e poi scendere a piedi attraverso un percorso pedonale (segnato in verde sul depliant) toccando le varie strutture fino a tornare alla biglietteria.
    Così ho fatto io, arrivando fino in cima, alla quarta struttura. Foto di rito sul paesaggio circostante e poi entro. Il complesso contiene le mostre divise in tante enormi stanze. Ognuna ha un ingresso personale e un addetto che vidima il biglietto (non lo si può fregare perché sul biglietto c’è scritto quale avete scelto).
    Visito la mostra: ammetto che è stata molto interessante e impatto, tanto che ci passo dentro molto tempo. Poi, dato che si è fatto tardi, decido di scendere dal percorso pedonale. Sfortunatamente non mi accorgo di aver confuso la pedonale con la panoramica e prendo erroneamente quest’ultima. Per capirci, se guardate la cartina che vi hanno dato alla biglietteria, il percorso pedonale è quello segnato in verde mentre quello panoramico è segnato in verde molto chiaro, parte dal versante ovest del Forte e scende a zigzag compiendo un lungo percorso fino a ricongiungersi alla fine del borgo. Non che sia male come alternativa, soprattutto per la vista della valle sotto di essa, ma ero di fretta quindi c’avrei messo troppo tempo a tornare alla mia auto. Mi accorgo dell'errore dopo che ho fatto vari tornanti, quindi torno dentro al forte e prendo il percorso pedonale. Questo fa zig zag tra le altre strutture e in breve tempo raggiungo l'altra uscita del Forte, ovvero quella tra la prima e la seconda fortificazione, che conduce alla parte più a est del borgo.
    Quindi ripercorro nuovamente il borgo e infine torno all'auto in quanto ormai è ora di tornare a casa.



Lasciati ispirare, guarda altri diari di viaggio