Il racconto di un breve giro turistico nella parte sud del delta del fiume Po, alla ricerca di siti storico-rurali e di natura incontaminata per incontrare da vicino specie animali quali, uccelli e pesci, che vivono completamente immersi nel loro habitat naturale.
Partendo da Lissone e guidando in direzione est, dopo circa trecento chilometri percorsi in auto in una calda giornata di settembre, gran parte dei quali si snoda attraverso la campagna polesana, arrivo a destinazione, l'oasi Cannaviè, un agriturismo completamente immerso nel parco naturalistico-faunistico del delta del Po, circondato da canali dalle rive rivestite da canneti ed il mare Adriatico a poche centinaia di metri.
Il punto geografico preciso impone di nominare Lido di Volano (uno dei famosi Lidi ferraresi) quale nome del luogo, esso ricorda spiagge ed ombrelloni (che ci sono) ma il resto del territorio, animato di vita animale e vegetale, è decisamente più interessante. Mi è bastato un rapido giro a piedi dell'area in cui è situata la struttura agroturistica per rendermene conto, acqua e terra si fondono e si separano costantemente mostrandosi alla luce del giorno in forma di canali e pianure e di notte come corpi neri dalle forme inconsuete, rischiarate dalla luce lunare.
Più tardi rispetto al mio orario di arrivo, con le ombre della sera già allungate su ogni cosa, una falce di luna illumina con la sua luce argentata acqua e terra, riflettendosi e danzando ritmicamente sulla cresta di piccole onde generate dalla brezza della sera, al tempo della musica della matura.
Il nome della città di Comacchio risuona conosciuto ai più per l'attività di pesca e di commercio delle anguille, in realtà è una cittadina che, da un punto di vista architettonico, rivaleggia a pieno titolo con altre di fama più consolidata nel panorama turistico nazionale.
Ad una periferia "normale" come tante altre, fatta di supermercati e vie anonime, Comacchio contrappone un centro storico di rilievo il cui punto nevralgico è costituito dai Trepponti, una costruzione caratteristica composta da due torri che si ergono da una base a sua volta composta dall'incrocio di tre arcate di ponte, alla sommità delle torri si accede salendo due ampie scalinate di pietra.
Il centro storico si snoda tutt'attorno a questa struttura, attraversato da canali le cui sponde sono a raso strada, non protetti da parapetti e scavalcati da ponticelli dalla struttura massiccia costruiti in mattoni rossi pieni.
Le case che compongono il centro storico sono basse, ad uno o due piani al massimo ed alcune hanno la facciata dipinta con colori pastello, mentre si cammina canali, ponticelli e case danno una gradevole sensazione di raccolto, quasi di familiarità.
I monumenti storici di rilievo si incontrano mano a mano che si procede verso nord, di questi il più importante (ed imponente date le dimensioni) è sicuramente il Duomo o cattedrale di San Cassiano, in stile romanico a corpo unico con navata centrale e due navate laterali, il campanile ha una base di forma esagonale rivestita in marmo e la sua sommità è piatta, senza guglia e, guardandolo dal basso, al campanile sembra quasi manchi un pezzo.
Prima di arrivare alla piazza del Duomo osservo la torre dell'orologio, altra struttura verticale in mattoni rossi che sovrasta un porticato ad archi, essa sembra essere un punto di riferimento per tutti, un po' per la sua imponenza e un po' perchè con il suo grande orologio con quadrante bianco e numeri romani, segna l'inevitabile passare del tempo rendendone conto a chiunque lo guardi.
La vita scorre a Comacchio come in ogni altro luogo del mondo ma i suoi abitanti sembra quasi non importare, infatti stazionano sotto la torre dell'orologio e lungo le rive dei canali principali, in una atmosfera nel complesso spensierata essi fanno due chiacchere prima che giunga l'ora del pranzo quotidiano.
Dopo aver gustato un pranzo a base di piatti tipici della zona in una delle numerose trattorie del centro storico riprendo il mio giro turistico, scavalcato il ponte san Pietro, una costruzione in ferro semovente per permettere ai natanti di grosse dimensioni di passare mentre navigano uno dei canali a sud della città, imbocco in auto la strada della foce che costeggia una parte dell'area denominata valli di Comacchio dove si svolge una importante attività di pesca nel rispetto del ripopolamento delle speci che qui vivono numerose.
La strada conduce direttamente alla stazione della foce, un'avamposto di terre emerse in cui si può camminare liberamente e godere della vista di specie di uccelli variopinti che, senza alcun timore, si adagiano sulle rive o sulle calme acque dei canali che si snodano nella zona, per la gioia dei fotografi in cerca di immagini naturalistiche.
Dopo aver visitato molto velocemente il centro abitato di Volano, che si colloca tra il ramo omonimo del Po che sfocia a mare, sul quale si affacciano numerosi tipici casoni da pesca colorati e con sciami di reti calati in acqua e la spiaggia dell'omonimo lido, mi dirigo verso l'abbazia di Pomposa.
Scelgo un tragitto che attraversa le campagne circostanti la cui superficie è suddivisa in grandi appezzamenti di terreno color marrone, giallo e verde, segno di semina imminente e di coltivazione per lo più destinate alla soia, il tempo, dopo un'inizio incerto sembra destinato a mettersi al bello.
L'abbazia appare in tutta la sua mole già da qualche chilometro di distanza, da vicino il campanile a sezione quadrata, sormontato in cima da un imponente tetto piramidale, svetta elegantemente nonostante la sua possanza, oggi è giorno feriale per cui il sito è meta di numerose scolaresche in gita culturale.
La chiesa si erge di fianco al campanile e rivela la facciata pricipale che guarda ad occidente in chiaro stile romanico, cosi come tutto il complesso abbaziale, il museo pomposiano diparte dalla facciata sud e si sviluppa al piano superiore di una struttura con pianta a forma di L, nella quale si trova al piano terra un locale di ricevimento delle personalità importanti dell'epoca decorato con figure di santi e di papi.
Completa il complesso abbaziale il monastero, distaccato rispetto alla chiesa la cui parete che guarda ad est è completamente traforata da due piani di archi sostenuti da eleganti colonnine, il monastero ospita la biglietteria e un piccolo negozio di souvenir.
La chiesa fu gestita dai monaci benedettini per la maggior parte della sua esistenza, il primo documento che ne attesta la costruzione risale al IX secolo e la sua consacrazione avvenne però solo nel 1026.
Fu un centro molto importante per tutta la zona circostante, all'epoca ancora di natura paludosa, sia per l'esercizio della fede sia per la diffusione della cultura cristiana, venne sconsacrata definitivamente nel 1653. In questa abbazia il monaco Guido da Arezzo, vissuto tra il 990 e 1050 inventò la moderna notazione musicale cosi come oggi è conosciuta e diede il nome alle sette note musicali.
L'interno della chiesa possiede importanti opere artistiche tra le quali spicca il pavimento in marmo che raffigura allegorie animali e vegetali, le pareti sono decorate con affreschi di scuola bolognese, risalenti al trecento, di cui l'artista più importante fu Vitale da Bologna, gli affreschi raffigurano scene cardine dell'Antico e del Nuovo Testamento.
Il breve soggiorno nell'abbazia di Pomposa termina con una visita approfondita al museo pomposiano nella cui unica sala sono raccolti importanti reperti artistici come statue, fregi e dipinti che raccontano di scambi commerciali e culturali intercorsi tra l'abbazia ed il vicino oriente nel corso dei secoli.
Dopo essere ritornato all'Oasi di Cannaviè, a pomeriggio inoltrato mi avventuro nel cuore della laguna circostante percorrendo un sentiero naturalistico che diparte dalla struttura alberghiera stessa e si sviluppa per circa un chilometro e mezzo all'interno della zona ricca di canali e canneti circostante la struttura alberghiera.
A parte lo studio della sua storia che, come si è visto nell'Abbazia di Pomposa, viaggia attraverso i secoli, quello di percorrere i sentieri naturalistici è il modo migliore per toccare con mano lo spirito del delta.
Uno spirito che si materializza attraverso la convivenza pacifica della flora e della fauna locale, numerose infatti sono le speci animali che popolano questa zona, dagli inconfondibili fenicotteri rosa alle upupe, gabbiani, falco cuculo e sgarza ciuffetta, tartarugne e pesci di acqua ferma e mossa come le lamprede di maree e le anguille.
In alcuni punti strategici del sentiero stazionano delle palizzate di legno con feritoie rettangolari, sono i punti di osservazione per meglio vedere le speci di uccelli che si nutrono sul filo dell'acqua o che stanno per spiccare il volo, punti ideali per realizzare fotografie e comunque studiare gli animali senza arrecare loro danno o disturbo.
L'ultimo giorno di questa breve vacanza lo dedico ad un giro dell'area circostante Comacchio, una zona molto vasta dove le terraferme si alternano alle aree acquatiche in maniera armonica e continua.
La prima località che visito è Porto Garibaldi ed in particolare il suo porto di pescherecci, questa mattina nomerose inbarcazioni sono ancorate al molo per le dovute manutenzione e preparativi per una nuova battuta di pesca che inizierà in serata.
Il porto è circondato da numerosi casoni da pesca di legno colorato che stendono in acqua le loro reti in attesa della "passata" del pesce, governate dalle mani esperte dei proprietari.
Lasciato Porto Garibaldi a metà mattinata, raggiungo in auto dopo pochi chilometri Sant' Alberto, un piccolo paese dalla connotazione rurale dove, in fondo alla strada principale, trovo un piccolo imbarcadero con un traghetto meccanico (sistema a fune) che scavalca il fiume Reno, le cui acque si avviano verso la sua foce distante pochi chilometri, e mi permette di recarmi sulla strada di bordo delle valli di Comacchio, una grande area chiusa con acqua bassa dove si allevano principalmente anguille.
Seguendo la strada compio un giro quasi completo della zona incrociando di rado qualche altro veicolo e godendo del paesaggio fatto di campagna coltivata e bacini sabbiosi ricoperti di acqua di scarsa profondità su cui stormi di fenicotteri rosa, oggi con il piumaggio velato di colore grigio dato il cielo coperto, stazionano in equilibrio sulle loro lunghe zampe per cibarsi di molluschi che popolano il basso fondale.
Ogni tanto spuntano casolari e piccole costruzioni dedicate per lo più al controllo del territorio come, ad esempio, la "Casa del guardiano" situata nei pressi dell'impianto nominato "Idrovora Fosse", una costruzione caratteristica che domina le valli di Comacchio con la sua struttura inconfondibile
Prima di concludere il giro di oggi e l'intera vacanza, guardo la campagna circostante, che arriva fin quasi all'orizzonte e coltivata principalmente a soia, la cui alternanza di colori e di forme risulta, ancora una volta a me gradevole.
Giunto a Comacchio, rivolgo un ultimo sguardo alla struttura dei Trepponti ed immagino come l'intera cittadina si riempirà di folla tra circa una settimana quando inizierà la tanto attesa "Sagra dell'Anguilla".