Tra le montagne del Veneto, immersi nella natura ma anche in borghi e paesi adorabili e ricchi di storia.
Partiamo a mattina inoltrata in quanto questa giornata vogliamo prendercela con calma. Pur avendo come "campo base Belluno per tutta la vacanza, per spezzare la monotonia del viaggio decidiamo di fermarci più o meno a metà strada, a Cittadella, perché c'incuriosisce questa città interamente circondata da mura visitabili.
Raggiunta la città, cerchiamo innanzitutto un parcheggio. Lo troviamo in Via Borgo Bassano (la quale, percorrendola tutta, permette anche di raggiungere una delle porte di accesso alla città: Porta Bassano). Il parcheggio è gratuito dalle 13:00 alle 15:00 mentre le altre ore della giornata solo per sessanta minuti. Essendo ormai le 13:30, sfruttiamo l'orario di sosta gratuita per lasciare l'auto qui. Arriviamo a piedi fino alla Porta Bassano (che è appunto una delle quattro porte che conducono all'interno della Cittadella). Superata la porta, a sinistra c'è l'infopoint (aperto dalle 9:00 alle 19:00. Da qui, fino alle 18:00, si può anche accedere alle mura per il camminamento, detto Ronda). Parlo con la ragazza dell'infopoint che mi avverte innanzitutto che per il parcheggio la soluzione più semplice è attraversare in auto Porta Bassano e, appena prima dell'infopoint, svoltare a sinistra dove ce n'è uno gratuito a oltranza.
Seguendo il suo consiglio parcheggiamo l'auto lì e poi torniamo all'infopoint per prendere la cartina della città a 1E (l'unica città che chiederà dei soldi per la cartina) e per farci dare altre informazioni sui monumenti e sui palazzi da ammirare.
Decidiamo prima di visitare internamente la città e poi ci dedicheremo alla Ronda.
Quindi, da Porta Bassano percorriamo tutta la strada davanti a noi (Via Roma) che diventa poi Via G. Garibaldi fino a concludersi davanti alla Porta Padova (che conduce fuori dalla Cittadella) e alla Chiesa del Torresino (piccola e chiusa). Da qui torniamo indietro e, giunti al centro del paese, prendiamo Via G. Marconi in modo tale da trovarci il Duomo alla sinistra (molto carino, specialmente l'interno). Poi torniamo sui nostri passi prendendo Via Indipendenza in modo da ammirare anche il Teatro Sociale (anch'esso piccolo ma esternamente carino. Era chiuso quindi non so darvi opinioni sull'interno) e più avanti il municipio Palazzo Mantegna (grande e forse un po' troppo moderno rispetto agli altri palazzi).
Soddisfatti del girovagare torniamo all'infopoint di Porta Bassano e acquistiamo i biglietti per la Ronda spendendo 5E. Questo permette di fare tutto il giro delle mura e di vedere i due musei che si trovano all'interno di Porta Bassano e Porta Padova. Il camminamento dura una mezz'oretta e ammetto che vale tutto il prezzo del biglietto. Di contro, i due musei sono carini ma con poco materiale all'interno (ma dato che sono compresi nel biglietto, a caval donato;).
Conclusa la visita riprendiamo l'auto e in un'ora e mezza giungiamo nel nostro b&b poco fuori Belluno. Dopo esserci riposati un'oretta decidiamo di andare a cenare in città.
Partiamo e in una decina di minuti troviamo parcheggio vicino al centro, in Via Ippolito Caffi (sarebbe a pagamento durante la giornata ma dopo le 19:00 tutti i parcheggi diventano gratuiti, compresi quelli del centro). Non avendo alcuna cartina o nozione dei luoghi nevralgici della città, giriamo a caso e ci troviamo proprio a passare in Piazza Duomo e nelle vie limitrofe. Trovato un ristorante, ceniamo e poi riprendiamo a girare per il centro, notando quanto sia piccolo e come tutti i monumenti più importanti pare siano raggruppati tra il Teatro Comunale e Piazza Duomo (ne avremo la conferma domani). Ammiriamo chiese e palazzi storici illuminati dalle luci artificiali e le foto fioccano. Peccato che, giunta una certa ora, la stanchezza si fa sentire, quindi è ora di tornare al nostro b&b.
Partiamo alle 9:00 dal nostro paesino con destinazione Belluno perché la nostra intenzione è quella di visitare la città al mattino e due paesi nel pomeriggio.
Arriviamo a Belluno. Come notato ieri, tutti i parcheggi sono a pagamento e ovviamente più ci si avvicina al centro e più aumenta il prezzo. Dato che non troviamo parcheggi gratuiti vicini al centro, decidiamo di lasciare l'auto a quello a pagamento di Lambioi (costa 80 centesimi all'ora oppure 6E per tutto il giorno. All'ingresso del parcheggio si prende il biglietto che verrà usato per pagare la sosta in una delle macchinette automatiche. Ovviamente, senza il biglietto pagato non potrete uscire dal parcheggio). È sottostante al centro ma c'è una lunga scala mobile che conduce gratuitamente fino a Piazza Duomo. La prendiamo e poco dopo raggiungiamo la meta.
Giunti in cima alla scala mobile ci troviamo a sinistra l'infopoint (aperto dalle 10:00), così ne approfittiamo per chiedere alcune informazioni e recuperare qualche depliant gratuito della città. Poi usciamo e ci troviamo in Piazza del Duomo. Visitiamo in primis i monumenti che sono intorno a questa piazza, ovvero il Palazzo Rettori (esternamente merita, sia di giorno che di sera. Non siamo entrati), il Duomo (l'esterno è carino mentre l'interno non mi ha colpito particolarmente) e la Torre Civica. Foto di rito a ognuno e poi proseguiamo verso nordest fino a raggiungere Porta Dojona (fa un certo effetto in quanto è un portone di legno massiccio ed enorme). Proprio lì accanto c'è il Teatro Comunale (piccolo ma carino esternamente) e la Piazza dei Martiri, la quale è il centro della città (spicca per il suo parchetto e le case allineate. Per la cronaca, di sera potete venire a parcheggiare anche qui gratuitamente). Da lì prendiamo Via Matteotti dove si trovano dei portici con negozi annessi. La percorriamo fino alla fine e poi torniamo indietro per dirigerci a nord del Teatro Comunale in modo da raggiungere Palazzo Fulcis (nulla di che) e, appena più a nord, la Chiesa di Santo Stefano (l'ho trovata internamente più carina del Duomo, soprattutto per la presenza di due statue di angeli sull'altare).
Sono ormai passate quasi due ore, quindi decidiamo di tornare al parcheggio e partire alla volta di Feltre, un paesino che alcuni internauti hanno consigliato. In mezz'ora di auto lo raggiungiamo. Lasciamo l'auto in Viale Marconi dove c'è un parcheggio piccolo ma gratuito. Da qui percorriamo il viale tenendolo alla nostra destra fino a incrociare Viale P Marescalchi. Lo attraversiamo fino alla Porta Oria che fa accedere alla città vecchia. Da qui percorriamo Via Lorenzo Luzzo fino a raggiungere Piazza Maggiore, dove si trova la Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano e il Castello. Di fronte ad essi troviamo un infopoint. Ovviamente vi entriamo e recuperiamo la cartina del paese. Tornati sulla strada, camminiamo per Via Mezzaterra fino a raggiungere Piazza Jacopo Odoardi. Qui troviamo una scala che porta agli unici bastioni percorribili del paese (nulla a che vedere con Cittadella: qui ci sono pochi metri di ronda ma si ha una vista carina del paesaggio circostante). Dai bastioni c'è una scala che conduce alla parte sottostante del paese, dove si trovano il Battistero e il Duomo (carino esternamente e curioso internamente in quanto l'altare è inclinato rispetto al resto e si può visitare una cripta sotto l'altare raggiungibile scendendo le scale).
Foto di rito a entrambi e poi dal Duomo percorriamo Via Roma e Largo Castaldi fino a Porta Imperiale (decisamente imponente). Attraversatala, ci troviamo di nuovo nella città vecchia. Torniamo fino all'infopoint e alla Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano. Ci entriamo ma non troviamo nulla degno di nota.
Soddisfatti del paese, riprendiamo l'auto e ci spostiamo in una ventina di minuti a Mel, un altro paesino. Lasciamo l'auto in un parcheggio gratuito sulla strada principale e poi prendiamo una salita che ci conduce fino al Sacrario ai Caduti (piccolo ma meritevole di una foto: peccato non si possa entrare) e, salendo ancora più in alto, alla piazza del paese, capitanata dalla Chiesa di Santa Maria Annunziata. Non ci colpiscono molto quindi decidiamo di lasciare il paese e dirigerci al Castello di Zumelle e alla grotta Azzurra.
In un quarto d'ora arriviamo al castello. Occhio perché è tutto un saliscendi fino a che non vi trovate alla destra l'unico, grande parcheggio della zona.
Lasciamo giù l'auto e raggiungiamo il castello dopo una breve salita. Qui si trova la biglietteria e accanto una taverna con arredamento medievale decisamente d'impatto (tanto che merita persino qualche foto).
In primis decidiamo di entrare nel castello. Il biglietto costa 7E e permette di visitare il castello liberamente. Seppur piccolo è stato molto valorizzato: contiene un cortile, una torre ma soprattutto svariate stanze arredate in modo impeccabile. Ciò che abbiamo apprezzato di più è che ogni stanza è arricchita con oggetti medievali sia di uso quotidiano sia bellico. Senza contare che si trovano tablet in ogni stanza che spiegano alcune peculiarità della stanza e degli oggetti in essa contenuti (con tanto di scene video recitate da attori in costume). Abbiamo trovato tutto molto accattivante e interessante (compreso il fatto che si possano affittare le stanze per fare un ricevimento o per dormirci la notte).
Personalmente, per quanto sia sempre scettico di fronte a queste attrattive (in quanto spesso offrono veramente poco), devo ammettere che mi è piaciuto molto questo castello.
Soddisfatti della visita (che ci ha impegnato più di un'ora), decidiamo di fermarci alla taverna per bere un idromele (versato in uno shottino al modico prezzo di 2,50E. Da provare assolutamente!). Soddisfatti e rilassati, riprendiamo l'auto e torniamo a Belluno.
Per la cronaca: ci tenevo anche a visitare la grotta Azzurra. Sfortunatamente dal parcheggio del castello ci s'impiegavano quaranta minuti per percorrere a piedi l'unica via praticabile. A causa dei tempi ristretti che avevamo (ormai era troppo tardi) abbiamo dovuto rinunciare alla visita. Peccato.
Innanzitutto prenotiamo telefonicamente la visita guidata alla diga del Vajont (più avanti vi spiegherò alcune cose a riguardo) per domani in quanto non si può farla in autonomia. Poi ci dedichiamo a quello che è l'itinerario della giornata, ovvero andare al Parco delle grotte del Caglieron e, dato che siamo di strada, al lago di Santa Croce (dove vorremmo noleggiare un kayak o qualcosa di similare per fare un po' di attività fisica).
Ma in primis parco Grotte.
Partendo dal nostro b&b, in un'oretta arriviamo a Fregona. A nordovest di questo paese, superando il paese di Mezzavilla, c'è Via Primo Maggio che diventa poi via Grotte del Caglieron. Alla fine di questa, e prima del ponte, c'è l'unico parcheggio in zona, proprio all'ingresso del sentiero (lo riconoscete perché ci sono dei grossi cartelli che avvisano d'essere giunti al parco). Il parcheggio è a pagamento (2E all'ora; pagamento anticipato alle macchinette quindi bisogna decidere già quanto si starà. Noi preventiviamo di compiere tutto il percorso in un paio di ore).
Poi, dal parcheggio percorriamo la strada asfaltata e dopo pochi passi a sinistra troviamo già una grotta che si chiama grotta della Madonna; è piccola e inaccessibile a causa di un cancello ma tra le grate s'intravede la statua della Madonna e qualche panca. Torniamo sulla strada asfaltata. Prima di attraversare il ponte, e scendendo per qualche metro da un sentiero, si trova la biglietteria del parco (un piccolo gabbiotto di legno).
Paghiamo 3,50E a testa al bigliettaio, il quale ci dà una cartina del parco. Tenendo il bigliettaio alle spalle andiamo a sinistra, ovvero sotto il ponte, e scendiamo seguendo le indicazioni che ci porteranno prima alla grotta Breda e poi alla grotta delle Concrezioni (la più bella di tutte). Attraversata quest'ultima si prosegue verso sud fino a raggiungere due mulini. Dopodiché si sale e si percorre un altro sentiero che conduce fino a una strada asfaltata (che alla fine è quella che avremmo raggiunto se avessimo attraversato in auto il ponte dopo il parcheggio). Qui si trova la grotta di Santa Barbara. Proseguiamo a nord, sempre sulla strada asfaltata, fin dopo il ponte, dove si trova una stradina a sinistra. La percorriamo, attraversiamo un ponticello e infine siamo di nuovo davanti alla biglietteria. Da qui c'è un altro piccolo sentiero di fronte alla biglietteria che conduce in salita ad altre tre grotte (nulla di che). Dopodiché torniamo al parcheggio.
Per la cronaca, tra visitare l'intero parco e le foto di rito ci abbiamo impiegato un'ora e venti.
Soddisfatti della visita, ripartiamo. Direzione: lago di Santa Croce (o, per essere più precisi, Farra d'Alpago, ovvero il paesino che dà sul lago).
C'impieghiamo una quarantina di minuti a raggiungerlo (senza prendere l'autostrada).
Il paese offre (che io sappia) tre parcheggi: quello più vicino al lago è a pagamento, uno gratuito in periferia e quello più abbordabile (sempre gratuito) in Via Castelnuovo. Parcheggiamo in quest'ultimo ma prima di andare al lago facciamo un salto a visitare il paese (piccolo e senza attrattive).
Dopo aver pranzato andiamo al lago.
Scopriamo ben presto che non solo non ci sono attrezzature da noleggiare ma il lago è talmente mosso a causa del vento che l'acqua è "sabbiosa". In più, ci sono molti ragazzi che fanno kite surf. In compenso, in questo punto del lago c'è una spiaggetta con tanti alberi sotto cui proteggerci dal sole, quindi ne approfittiamo per ritagliarci qualche ora di relax.
Giunte le 16:00 decidiamo di incamminarci per un tratto verso sud, sul sentiero sterrato che costeggia il lago. Lo percorriamo per una ventina di minuti ma, vedendo che non giungiamo in nessun luogo degno di nota, torniamo indietro e ci fermiamo in un bar vicino alla riva per berci due Spritz.
Rilassati, riprendiamo l'auto e torniamo a Belluno per prepararci alla serata.
Partiamo alle 9:00 per la nostra prima destinazione: i Brent de l'Art. Si trovano nella frazione di Sant Antonio di Tortal in Val Belluna. In una mezz'oretta d'auto siamo al paesino.
Dalle ricerche su internet scopro che ci sono tre parcheggi: uno vicino al cimitero, uno nel centro del paese e uno in una stradina a cento metri dalla piazza. Arrivando da Belluno troviamo a destra il cimitero e poco più avanti un incrocio, con un bar che fa angolo. Proprio di fronte c'è una via con dei parcheggi gratuiti. Parcheggiamo e poi andiamo nella strada che costeggia il bar; qui, a destra, si trova già l'indicazione per i Brent de l'Art. Costeggiamo alcune case fino a raggiungere un sentiero non asfaltato.
Ora, non vi sto a spiegare passo per passo il tragitto che abbiamo compiuto in quanto è già riportato in modo esaustivo su questo sito: I Brent de l'Art | Proloco Trichiana. Presenta infatti indicazioni abbastanza precise (anche se in un paio d'occasioni sono stato titubante sulla direzione da prendere ma in quei casi mi è bastato seguire i cartelli di legno dov'era rappresentato un escursionista, con tanto di freccia che indica la direzione, oppure il cartello "Nordic walking". Se però quest'ultimo cartello vi indica di tornare indietro, tranquilli, è solo per coloro che stanno percorrendo il sentiero dal verso opposto).
Il sito in questione vi consiglia due percorsi: o andare solo fino ai Brent de l'Art (che sono delle conformazioni rocciose colorate "a più strati" e distano una mezz'oretta dall'inizio del sentiero) oppure fare l'intero percorso ad anello (che vi riporta a Sant Antonio di Tortal) della durata di circa un'ora e mezza.
Noi abbiamo percorso tutto l'anello ma col senno di poi ci sarebbe bastato fermarci ai Brent de l'Art. Anche perché da lì in avanti non c'è praticamente nulla di rilevante; è semplicemente un saliscendi in mezzo ai boschi con a volte dei piccoli ponti o guardi da attraversare e un paio di costruzioni sperdute tra le montagne. Ma se siete tra quelli a cui non dispiace passare un paio di ore immersi nella natura e nei boschi, fatelo pure; è comunque una piacevole passeggiata.
In più, ammetto che i Brent de l'Art mi hanno deluso: alla fine sono solo alcune rocce visibili da un ponte e nulla più (che poi è la stessa foto che vedrete decine di volte se fate ricerche su internet). Onestamente, ho visto cose più belle e maestose. È vero che è gratis ma mi aspettavo un paesaggio più spettacolare e soprattutto dislocato in più punti .A saperlo prima non ci sarei andato.
Pazienza.
Comunque, avendo fatto il percorso ad anello torniamo alla nostra auto alle 11:00. Andiamo al bar di fronte al parcheggio a bere qualcosa e intanto decidiamo il da farsi.
L'idea sarebbe andare adesso a visitare i paesi di Cison di Valmarino e di Follina (che alcuni siti internet affermano essere borghi carini e caratteristici) per poi raggiungere la diga del Vajont per le 16:00 (dato che avevamo prenotato la visita a quell'ora).
Peccato che la strada da Brent de l'Art ai due paesini sia interrotta per lavori in corso quindi per raggiungerli avremmo dovuto percorrerne un'altra molto più lunga (dai venti minuti della prima ci avremmo impiegato circa un'ora della seconda) quindi decidiamo a malincuore di tornare a Belluno, pranzare lì e poi andare alla diga.
Così facciamo.
Dopo aver pranzato, da Belluno in una mezz'oretta arriviamo alla diga (in località Erto e Casso). Per capire come si trova, c'è un punto dove attraverserete varie gallerie corte che costeggiano la diga. Dopo l'ennesima galleria troverete una piccola chiesa alla vostra destra e subito dopo, sempre sulla destra, un parcheggio con un gabbiotto di legno in fondo. Il parcheggio è a pagamento e costa 2E all'ora dalle 8:00 alle 20:00. Considerato che la nostra visita durerà circa un'ora e mezza, prendiamo il biglietto per due ore e poi andiamo al gabbiotto per comprare i biglietti. Lo troviamo chiuso ma scopriamo che il bigliettaio è anche colui che porta i turisti a visitare la diga quindi dovremo aspettare il suo ritorno.
Apro adesso una parentesi sulle visite che si possono compiere.
Innanzitutto si possono fare da circa due ore tutti i giorni alle 11:00, 14:00 e 16:00 e costano 10E mentre dura tre ore sabato e domenica (alle 14:00 e alle 17:00) e costa 15E. Altrimenti ci sono visite di cinquanta minuti, dalle 10:00 alle 17:00 e costano 7E. Queste ultime bisogna prenotarle a questo sito Vivaticket mentre per le prime due basta chiamare lo 0427/87333. Comunque, tutte le info, soprattutto i cambiamenti di orari a seconda della stagione, le trovate qui: Percorso coronamento Diga del Vajont - Parco Naturale Dolomiti Friulane (parcodolomitifriulane.it). Noi abbiamo scelto appunto la visita da due ore delle 16:00, ecco perché ieri abbiamo prenotato telefonicamente. Per la cronaca: si può anche presentarsi al gabbiotto senza prenotare ma noi abbiamo preferito non correre rischi (per evitare che magari, a causa dell'afflusso eccessivo di persone, avrebbero vietato l'ingresso ai non prenotati).
Chiusa parentesi, torniamo alla visita.
Poco prima delle 16:00 arriva il bigliettaio, apre il gabbiotto e ci fornisce i biglietti insieme a due cartellini identificativi che attestano che siamo visitatori della diga e non solo turisti non paganti che cercano di scroccare la visita gratuitamente.
Giunta l'ora X, insieme ad altre persone e alla guida ci avviamo verso la diga.
Dal parcheggio, in pochi passi giungiamo alla chiesetta moderna vista anche dalla strada. Da qui si attraversa la diga fino a raggiungere il lato opposto e poi torniamo indietro. In tutto questo lasso di tempo l'oratore ci spiega la storia della diga, dalla sua costruzione al disastro e a ciò che è accaduto dopo.
Ciò che ci colpisce di più non è tanto il panorama circostante o l'imponenza della diga quanto la storia che c'è dietro: veramente tragica, drammatica e straziante.
Tirando le somme, è un luogo tassativamente da visitare se bazzicate in Veneto e dintorni. 10E ben spesi.
Dato che sono ormai le 18:00, decidiamo di ripartire alla volta di Belluno per prepararci alla serata.
Per un problema di sveglia siamo partiti per il nostro giro giornaliero alle 11:30 ma abbiamo comunque preventivato di fare due tappe: al mattino i Cadini del Brenton (delle cascate che formano dei laghetti) e nel pomeriggio la panchina gigante nel Nevegal (un altopiano sotto a Belluno). Così partiamo in auto e in una mezz'oretta arriviamo ai Cadini. Per giungervi costeggiamo il lago del Mis fino a trovarci a destra un parcheggio mentre di fronte l'ingresso per i Cadini. Se non trovate parcheggio qui, superate il ponte poco più avanti e prendete subito la strada a destra: qui troverete una fila di parcheggi gratuiti che terminano con un bar: il "bar alla Soffia".
Lasciamo qui l'auto e andiamo all'ingresso dei Cadini dove si trova un gazebo di legno. Una ragazza ci fa pagare l'ingresso 2E e ci spiega il tragitto (che non è nulla più che un percorso ad anello che costeggia i Cadini da entrambi i lati).
Quindi, superato il gazebo prendiamo il sentiero a sinistra, in salita, fino a giungere davanti a una panchina. Andiamo prima a sinistra, compiendo qualche passo in salita, per arrivare a una piattaforma di legno da cui si vede il primo Cadino. Foto di rito, poi torniamo davanti alla panchina e continuiamo a percorrere il sentiero fino a raggiungere un ponte che sovrasta i Cadini. Lo attraversiamo e poi iniziamo a scendere, costeggiando sempre i laghetti (per la cronaca: non si può fare il bagno qui). Ovviamente le foto fioccano perché i Cadini sono molto belli, specialmente in questa giornata di sole che risalta ancor di più i colori dell'acqua e della natura. Certo, alla fine sono solo dei piccoli laghetti ma devo ammettere che rispetto ai Brent de l'Art sono decisamente più belli e d'impatto.
Comunque, in una quarantina di minuti si percorre tutto il sentiero.
Torniamo poi al parcheggio ma non riprendiamo subito l'auto perché oltre il bar c'è da visitare la Cascata della Soffia. Un cartello ci indica l'inizio del sentiero. Entriamo nel bosco e prendiamo il sentiero di sinistra, in salita, fino a trovare una piattaforma di legno che dà su una piccola cascata nascosta tra le rocce. Carina ma nulla di eccezionale.
La cosa però che ci colpisce è che alla base della cascata scorgiamo dei ragazzi. Scopriamo che sotto di noi ci sono delle grotte visitabili. Per raggiungere le grotte torniamo sui nostri passi ripercorrendo il sentiero della cascata fino a trovarci una panchina di legno. A pochi passi dalla panchina, a destra, c'è un sentiero "selvaggio" (ci sono rocce e rami che spuntano ovunque) che porta sul letto del fiume sottostante.
Iniziamo così a scendere fino a che, calandoci da alcune rocce, arriviamo alla base del fiume in secca. A sinistra, dopo pochi passi, ci troviamo l'ingresso di queste Grotte che fanno decisamente scena in quanto si sono formati dei laghetti al loro interno (in cui volendo ci si può anche fare il bagno). Andiamo all'esplorazione delle grotte e inevitabilmente fioccano le foto perché l'ambientazione "alla Indiana Jones" merita.
Paradossalmente, ho trovato più accattivanti le grotte della Cascata della Soffia.
Soddisfatti della visita, torniamo indietro fino al bar e ci fermiamo qui a mangiare, dato che tutto il percorso della cascata più le grotte ci ha fatto perdere altri quaranta minuti e ormai è ora di pranzo.
Dopo aver pranzato ripartiamo. Decidiamo di saltare la panchina gigante perché si sarebbe fatto troppo tardi (tra il raggiungere il parcheggio, salire a piedi sulla montagna per arrivare alla panchina, tornare giù per recuperare l'auto e spostarci a Belluno ci avremmo messo a occhio e croce tra le tre e le quattro ore).
Quindi, essendo ormai le 16:00, dobbiamo cercare alternative abbordabili. Ci facciamo consigliare da un passante del posto un paese carino da visitare e lui ci suggerisce Valdobbiadene. Così in una cinquantina di minuti siamo a destinazione.
Lasciata l'auto al primo parcheggio che troviamo, ci spostiamo in centro, dove si trova una chiesa e vari palazzi storici. Per quanto sia piccolo il paese ho trovato la piazza tutto sommato carina. Spulciando su internet scopriamo che in questo paese c'è anche Villa dei Cedri col suo parco. Percorriamo Via Piva fino a trovarci la nostra destinazione a sinistra. Il parco e la villa all'interno sono carine (ma nulla di eclatante). Ciò però che ci colpisce di più è la mostra temporanea gratuita all'interno della villa, con opere d'arte molto particolari e visionarie. Visitiamo i tre piani apprezzandone sculture e quadri.
Finita la visita, dato che ormai si è fatto tardi, restiamo in questo paese per cena. Poi torniamo a Belluno in una cinquantina di minuti. Facciamo qualche giro in centro e infine ce ne andiamo a dormire.
Per la cronaca: Valdobbiadene è il paese del Prosecco, quindi se vi piace questo vino, qui troverete bar ed enoteche dove bere questo e altri ottimi vini della zona.
In primis decidiamo di andare alla panchina gigante, raggiungibile da uno dei sentieri del Nevegal. La panchina è in mezzo alle montagne e si raggiunge a piedi, quindi bisogna lasciare l'auto al piazzale Nevegal (sul navigatore inserite "Antico Bar Slalom"; è il bar accanto). Una volta raggiunta la meta, troviamo il suddetto bar, un market e svariati condomini ma soprattutto una lunga fila di parcheggi. Parcheggiamo e poi prendiamo una salita sterrata, seguendo le indicazioni di un cartello dove viene riportato anche Casera Erte (ovvero dove si trova la panchina, la quale non viene mai indicata sui cartelli).
Salendo ci troviamo alla fine della seggiovia che partiva dal piazzale. Da qui, sempre sulla destra, c'è un sentiero in salita. Lo percorriamo fino a raggiungere l'enorme panchina (e una fila di sculture di legno molto carine).
Considerate che dall'Antico Bar Slalom fino alla panchina ci vuole circa un'ora.
Il panorama è splendido, con le montagne e la valle che fanno da cornice. Ovviamente le foto fioccano. Personalmente lo considero uno dei posti più belli che abbia visitato in questa vacanza, non tanto per l'enorme panchina in sé quanto per il paesaggio.
Da qui si potrebbe continuare la salita fino ad arrivare alla Brigata Alpina Cadore e oltre, andando a sinistra per un tratto montano, il giardino botanico delle Alpi Orientali, la Malga Faverghèra, il balcone panoramico e infine alla Casera (da cui si può scendere a piedi fino a tornare all'Antico Bar Slalom).
Per quanto ci riguarda, il percorso è troppo lungo e onestamente non abbiamo né il tempo né la voglia di compierlo, quindi scendiamo dal sentiero che abbiamo appena percorso e arriviamo all'auto in una quarantina di minuti.
Consiglio (fornito da uno che viene spesso qui): portatevi dietro l'Autan in quanto ci sono molti insetti che pungono. E non buttatevi in mezzo ai prati perché potreste avere delle spiacevoli sorprese (in special modo zecche).
Tornando a noi: risaliti in auto, decidiamo il da farsi. Siamo indecisi se andare a Cibiana di Cadore (paesino famoso per suoi murales) o Treviso. Dato che sono entrambi più e meno equidistanti da qui (un'oretta circa), optiamo per Treviso perché, in quanto città, supponiamo ci siano più cose da vedere.
Quindi giungiamo a Treviso nei tempi prestabiliti.
Di tutti i parcheggi che si leggono su internet quello secondo noi più abbordabile e gratuito (la sosta però è solo per due ore; poi dovete sloggiare) si trova in Viale Fratelli Cairoli (per la cronaca, è il viale che costeggia le mura della città). In alternativa potreste: parcheggiare nelle vie limitrofe a questo, cercare altri parcheggi gratuiti più distanti dalla città o optare per quelli a pagamento.
Comunque, lasciamo l'auto nel parcheggio da due ore e poi ci spostiamo verso destra, tenendo le mura alle nostre spalle, in modo da raggiungere Porta San Tommaso. L'attraversiamo per immetterci nel centro della città. Usando il navigatore sul cellulare attraversiamo spediti il centro perché la nostra priorità è arrivare in Piazza Borsa (a sud) dove si trova l'infopoint.
Qui recuperiamo la cartina della città e ci facciamo dare due dritte sui posti da visitare. Dopodiché usciamo in strada e prendiamo Via Armando Diaz percorrendola tutta fino ad arrivare alla Chiesa di San Nicolò (esternamente molto carina e imponente ma chiusa). Torniamo poi all'infopoint ma questa volta andiamo a nord prendendo Via XX Settembre fino a raggiungere Piazza dei Signori (molto bella e antica; merita qualche foto). Essendo in zona, ammiriamo anche la Teresona (una statua che rappresenta l'Italia) e, poco più in là, la Fontana delle Tette (particolare perché dai suoi seni esce acqua potabile). Da qui torniamo in Piazza dei Signori e percorriamo Via Calmaggiore ammirandone i portici fino a giungere al Duomo (molto bello, sia l'esterno che l'interno. Tra l'altro, dentro ci sono dei quadri molto particolari ed è presente anche una cripta visitabile). Dopodiché andiamo verso nordovest fino a Piazza San Francesco (carina seppur piccola). Da qui andiamo a sud, in Via San Parisio, cosicché costeggiamo il Cagnan Grande (un canale molto carino in quanto costellato di fiori e piante) fino a raggiungere un isolotto al suo centro (è una pescheria ma adesso ci sono solo le bancarelle senza prodotti all'interno. Comunque una foto ci scappa perché è una struttura curiosa). Da qui andiamo verso nordest fino a raggiungere la cinta di mura dove abbiamo lasciato l'auto. È sopraelevata rispetto alla città e ha vari punti d'accesso. Prendiamo quello più a ovest (vicino a Porta Santi Quaranta) e la percorriamo interamente fino al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto. L'intera visita della città è durata tre ore. Soddisfatti, recuperiamo il nostro mezzo e ci rimettiamo in viaggio per tornare a Belluno.
Siamo giunti all'ultimo giorno. Dopo aver fatto le valigie e la colazione, con calma alle 11:00 partiamo.
Dato che ci metteremo circa cinque ore ad arrivare a casa, decidiamo di fare prima una sosta a Vicenza per visitare la città.
Infatti in un paio d'ore vi giungiamo. Considerato che è domenica i parcheggi sono tutti gratuiti, quindi riusciamo ad arrivare molto vicino alla zona centrale, ovvero parcheggiamo in Via IX Novembre, a nordest della città. Da lì, dopo pochi passi, ci troviamo davanti il Teatro Olimpico e, tenendo questo alle nostre spalle, a sinistra l'infopoint in un edificio storico. Entriamo in quest'ultimo per recuperare l'immancabile cartina della città. Usciti, andiamo a pranzo. Quindi percorriamo Corso Palladio (il corso principale della città vecchia) fino a trovare il "100 Montaditos" (una paninoteca spagnola in franchising: consigliatissima). Dopo aver pranzato partiamo alla scoperta della città. Innanzitutto da qui andiamo verso sud per ammirare la Piazza del Duomo con la sua cattedrale (molto carina e imponente. Peccato sia chiusa). Poi ci spostiamo verso est ovvero verso la basilica Palladiana (piccola ma decisamente bella con i suoi portici e i palazzi storici intorno, tra cui quello della loggia del Capitaniato). Qui si trova anche la Piazza dei Signori (piccola ma decisamente d'impatto e meritevole di qualche foto. Mi sarebbe piaciuto fermarmi per ammirarla di sera, magari facendo un aperitivo al tramonto). Poi torniamo in Corso Palladio percorrendolo nuovamente per osservare i palazzi ivi presenti (tra cui il palazzo: da Schio, Thiene, Porto Bregante, Pojana e Thiene Bonin Longare), la loggia Valmarana e la Piazza del Castello.
Giunti in fondo al corso, torniamo indietro fino all'infopoint ma soprattutto al teatro Olimpico (l'ingresso a questo costa 11E. Internamente è molto bello e particolare quindi merita una visita). Ci sarebbero altri monumenti nella parte più esterna della città e un paio di parchi ma il tempo è tiranno e dobbiamo rimetterci in viaggio. Destinazione casa.
Info varie
-Veneti. Da quello che abbiamo appurato in questi giorni, i veneti sono molto gentili e disponibili, a prescindere che siano negozianti, baristi o anche solo semplici passanti. Mi ha altresì stupito che ogni volta che eravamo nelle strade strette di montagna loro fossero i primi ad accostare l'auto per farci passare.
-Cibo e bevande. Non so dirvi a livello di cibo perché sono vegetariano quindi non faccio testo ma parlando di alcool non posso che nominare lo Spritz, bevanda che qui fa da padrona. Ogni bar, birreria o ristorante offriva Spritz a prezzi decisamente abbordabili: 3E. Inevitabile quindi che noi facessimo minimo un aperitivo al giorno.
Vi consigliamo di andare alla Birreria Pedavena (a Pedavena, a mezz'oretta da Belluno): bella, grande, con ottima birra e si può anche cenare.
-Temperature. Venendo dalla provincia di Milano era impossibile non notare differenze di temperature con Belluno. Seppur le giornate a luglio fossero calde e afose quanto la nostra città, a Belluno non c'era quell'umidità fastidiosa. Ma le cose cambiavano di sera: la temperatura calava al punto che mi potevo permettere di dormire con le finestre chiuse e la maglietta indosso. Al tempo stesso, però, seppur la temperatura si abbassava e non c'è mai stato bisogno di sera d'indossare pantaloni lunghi, felpe o giubbotti. Quindi vi consiglio di monitorare le temperature nei giorni precedenti tra la vostra città e Belluno perché potreste trovare delle interessanti sorprese.
-Distanze. Durante il diario di viaggio vi ho dato tutti i tempi di percorrenza dal nostro b&b ai luoghi di destinazione giornalieri. Sappiate però che eravamo fuori Belluno, a una decina di minuti a ovest della città, quindi se alloggerete a Belluno sappiate che i tempi di tragitto rispetto ai nostri saranno leggermente sfalsati.
-Luoghi da visitare. Tutti i posti che abbiamo visitato li ho trovati su Internet facendo la classica ricerca "Dieci posti da visitare vicino a Belluno".
Oltre ai posti da noi visitati ce ne sono altri che venivano menzionati (da noi esclusi per mancanza di tempo o perché troppo distanti). Ve li riporto perché potrebbero comunque interessarvi. Come città non può non essere citata Cortina d'Ampezzo (località famosa, specialmente per le piste sciistiche). Se parliamo invece di borghi (annoverati tra i più belli d'Italia): Follina, Cison di Valmarino, Castel Rotto (vicino a Bolzano), Sappada vecchia (quasi in Austria), Sottoguda e Asolo. Se invece volete fare il bagno in qualche lago, la ragazza dell'infopont di Belluno ci ha consigliato di andare anche al Lago di Corlo e al Lago di Mis. Menzione speciale per il lago di Sorapis, considerato tra i più belli del Veneto, poco più a nord di Cortina d'Ampezzo.
Vi ricordo nuovamente la Grotta Azzurra.
-Luoghi visitati. Col senno di poi, in questo viaggio abbiamo avuto la conferma che alcuni luoghi valessero veramente la pena di essere visitati mentre altri ci hanno delusi.
Tra le città: Belluno è un buon campo base per gli spostamenti. Piccola ma con tanti servizi e ristorazione, poco trafficata, a misura d'uomo e tranquilla, sia di giorno che di sera. Treviso e Vicenza meritano una mezza giornata di visita (anche se tra le due ho trovato più interessante Treviso). Cittadella è promossa in quanto la passeggiata sulle mura è un must.
Dei borghi: Feltre è piccola e carina mentre Mel non mi ha convinto (avrei potuto fare a meno di visitarla). Anche Valdobbiadene l'ho trovata carina ma più per la mostra temporanea che per il paese in sé. Forse ha più senso andarci se si è estimatori di Prosecco.
Dei luoghi naturalistici: Brent de l'Art l'ho trovata sopravvalutata e l'unica che boccerei. Se siete di passaggio fateci una capatina ma sappiate che, come descritto in precedenza, c'è giusto un punto panoramico che merita: il resto è una normalissima passeggiata tra i monti. I Cadini del Brenton sono decisamente migliori del Brent de l'Art. Chiariamo, sono pochi laghetti uno sotto l'altro ma è uno scenario decisamente d'impatto. Poi scendere nelle grotte sottostanti è stata una bella esperienza e offre degli scorgi accattivanti. Infine, il parco grotte del Caglieron riserva decisamente delle sorprese, quindi promosso anche questo.
Il lago di Santa Croce è grande e d'impatto: tra la spiaggia e gli alberi che proteggono dal sole ci si potrebbe spingere a passare una giornata a rilassarsi. Però se c'è vento non è molto invitante per la balneazione.
La diga del Vajont è imperdibile. Resterete a bocca aperta, nel bene e nel male. Col senno di poi, sarei andato a vedere anche i paesi che ha colpito l'inondazione, specialmente Longarone. Mi permetto però prima di consigliarvi di cercare dei video su youtube dove parlano della storia (specialmente lo spettacolo "Il disastro del Vajont" di Marco Paolini. Dura più di due ore ma merita).
Infine, il castello di Zumelle l'ho trovato adorabile, sia per l'allestimento interno sia per la taverna all'esterno (sarebbe stato bello anche cenare lì). Decisamente più bello e interessante di tanti castelli da me visitati in passato. Certo, non aspettatevi un castello enorme ma nel suo piccolo fa la sua porca figura. E non dimenticate che lì vicino c'è la Grotta azzurra. Quindi se fossi in voi dedicherei la giornata a queste due attrattive per ammirarle entrambe.