Un viaggio avvincente, che ci ha permesso di scoprire in maniera autentica ed emozionante cultura, tradizioni e stili di vita del posto. Un viaggio incredibilmente entusiasmante perché vissuto in sella alla moto… non facile, bisogna ammetterlo, ma è proprio questo ciò che ci portiamo a casa: il brivido dell’imprevisto e la capacità di non abbattersi, neanche davanti a un acquazzone o, al contrario, a un caldo torrido. Ogni giorno ha lasciato un segno tangibile nei nostri ricordi, potete scoprirlo voi stessi leggendo il diario!
Buona lettura!
Valeria & Cristian
Atterrati a mezzogiorno a Los Angeles, ci siamo diretti verso il moto-noleggio per il ritiro della nostra incredibile compagna di viaggio: una BMW F750 d'orata, che ci è stata fedele per tutta la vacanza e che potete vedere nelle foto associate al diario! Per i bagagli è stato semplicissimo: abbiamo svuotato il contenuto dei nostri trolley direttamente all'interno delle valige della moto, e lasciato i bagagli a mano vuoti al negozio, riprendendoli l'ultimo giorno, a fine noleggio.
Appena partiti in moto, ecco sopraggiungere un primo imprevisto: la spia della pressione gomme si accende dopo pochi km, imponendoci un ritorno immediato presso il centro noleggio per approfondirne il motivo! Nessun contrattempo però, fortunatamente si trattava solo di una minima discrepanza numerica tra il grado di pressione suggerito da casa Madre, e quello invece stimato dall'officina.
Saliti nuovamente in sella, ci siamo spostati a Downtown Los Angeles, per posare i bagagli presso l'hotel e uscire alla scoperta della città.
Dopo aver cenato, abbiamo approfittato di un fantastico tramonto per salire all'Osservatorio Griffith, famoso anche nel film Lala Land e dal quale è possibile osservare un panorama mozzafiato su colline e grattacieli... è stato bello andare in moto, perché ci ha permesso di evitare un lungo tratto di auto in coda, sia in prossimità dell'Osservatorio, sia al parcheggio. Avere la moto come mezzo di trasporto consente anche di risparmiare diversi dollari di parcheggio, che in California è molto costoso (varia dai 3 ai 10 $/ora).
Dopo aver goduto dell'ora d'oro dal punto più panoramico e romantico della città, siamo rientrati in hotel stanchi ma felici.
Svegli di buon ora in virtù del Jet lag, abbiamo caricato le valige sulla moto, immettendoci subito sulla Highway 10, e poi sulla 15, procedendo in direzione Las Vegas. Consapevoli del viaggio parecchio lungo (sono circa 5 ore) e della zona arida con temperature elevate, abbiamo previsto una sosta strategica a Calico Ghost Town, che si trova a ridosso della Mojave National Preserve.
Abbiamo così scoperto un posto incredibilmente affascinante: una città fantasma che pare uscita dai film western. Un tempo costituiva un centro abitato nonché il punto di riferimento sorto a ridosso di una miniera, i cui tunnel possono essere ancora oggi visitati. Ci si può rigenerare, nonostante il caldo torrido, presso locande caratteristiche e ristori con vista panoramica sulle zone desertiche circostanti. Nel nostro caso, visti gli spostamenti in moto, ci siamo concessi un'ora abbondante al riparo dal caldo, prima di sentirci pronti a ripartire.
Nella cittadina, si possono ancora vedere i negozi di un tempo (barbiere, dentista, calzolaio), così come le carrozze di legno, i lavatoi e tutto l'occorrente alla vita quotidiana di un tempo.
Il tratto che unisce Calico Ghost Town a Las Vegas, è stato senza dubbio il più impegnativo a causa della temperatura: alle 16 c'erano circa 43 gradi Celsius, e pochi sono i punti di sosta lungo la strada, totalmente assolata.
- CONSIGLIO: guardare sempre quanta autonomia di carburante si ha, e calcolare con attenzione quando fare rifornimento, perché ci sono poche stazioni di servizio e il rischio è quello di rimanere senza sufficiente benzina per arrivare a destinazione.
Arrivati a Las Vegas, abbiamo fatto una lunga coda al check-in dell'hotel (mai ci era capitato di fare coda in hotel!), e abbiamo riposato qualche minuto, complice anche il temporale che stava arrivando e che abbiamo evitato per poco. La sera, dopo aver cenato assorti dal contesto di gioco quasi surreale, siamo saliti sulla ruota panoramica (famosa per essere la più alta di tutto il mondo) e abbiamo passeggiato lungo la Strip alla ricerca di attività stravaganti famose in tutto il mondo! Una volta nella vita bisogna andare a Las Vegas!
Nonostante il caldo del giorno prima, il terzo giorno abbiamo previsto uno spostamento verso nord, costeggiando la Death Valley. Se si viaggia in moto come noi nel mese di agosto, il consiglio è quello di non entrare nella valle percorrendola nel mezzo, a causa del caldo torrido. Noi l'abbiamo osservata alla nostra sinistra, con destinazione finale Bishop.
Più che mai, in questo tragitto è importante calcolare bene la quantità di benzina a disposizione, infatti qui abbiamo vissuto il nostro secondo imprevisto: dopo aver visto paesaggi incredibilmente belli, per quanto aridi e desolati, e aver preso anche un acquazzone in mezzo al deserto (si è poi stagliato sopra alle dune un arcobaleno gigante che non dimenticherò mai nella vita), ci siamo resi conto di non avere sufficiente carburante per arrivare a Bishop, scoprendo anche che non c'erano stazioni di servizio lungo il tragitto... Dopo aver percorso già 4 ore di viaggio stancante in mezzo al deserto, con pioggia e sole allo stesso tempo, e considerando oltretutto che sono zone dove non c'è segnale né internet, quando capita una cosa del genere, subentra lo sconforto... la nostra decisione è stata quella di cambiare percorso: dopo aver fermato una macchina e aver saputo che cambiando strada avremmo trovato un benzinaio, abbiamo optato per questa alternativa... anche se ciò ha comportato allungare la strada di un'ulteriore ora! Nel frattempo, il sole calava, e il buio prendeva il suo posto... siamo arrivati a Bishop alle 22, dopo aver percorso kilometri e kilometri di strade buie in mezzo al deserto, con l'oscurità che ci avvolgeva totalmente, scatenando in noi in un vortice di emozioni contrastanti, tra la paura che la moto potesse fermarsi e nessuno se ne sarebbe accorto, e il fascino di esser per la prima volta in mezzo al deserto in piena oscurità: sopra di noi, un mare di stelle!
Troppa l'emozione di raggiungere un centro abitato dopo aver visto per ore solo asini selvatici, lande desolate e ciuffi di aridi arbusti: possiamo dire senza dubbio che questo è stato uno dei giorni più intensi di tutto il viaggio.
Il quarto giorno vede il nostro risveglio presso un motel di Bishop: dopo aver guardato le previsioni, scopriamo subito quale sarebbe stato il nostro destino da lì al tramonto: prendersi una lavata incredibile.. e così è stato!
Abbiamo iniziato l'avvicinamento alla Sierra Nevada e allo Yosemite National Park, pianificando alcuni stop emozionanti lungo il tragitto: Mammoth Lakes e June Lake (fig. 9) sono le mete che volevamo raggiungere prima di continuare il nostro viaggio! Tra un cerbiatto e tante pigne, abbiamo scoperto luoghi fantastici con una spettacolare vista sulla Sierra ancora un pò innevata.
Intanto, il cielo si faceva sempre più nero (fig. 11)... chi avrebbe detto che ci saremmo presi tanta pioggia in California in estate? Eppure così è stato!
- CONSIGLIO: non dare per scontato che in California e in Nevada in estate ci sia sempre bel tempo e temperature elevate... complessivamente, durante la
vacanza abbiamo sofferto in misura maggiore il freddo del caldo! Ne scoprirete di più leggendo dei giorni successivi.
Abbiamo fatto tappa anche a Mono Lake (fig. 10), un paesaggio del tutto surreale: anche il tratto di strada che collega la Highway al lago è davvero suggestivo e merita una visita (attenzione con la moto, la strada è sterrata e molto polverosa, bisogna essere cauti per non cadere).
La destinazione finale della giornata era un campeggio ai piedi dello Yosemite National Park, situato presso El Portal.
Abbiamo percorso il parco attraverso Tioga Pass (il costo è di 30 $ per accedere e in estate è richiesta la prenotazione obbligatoria nelle ore di punta, da farsi online sul sito Recreation.gov).
Tioga Pass è a 3000 mt di quota, il paesaggio intorno è mozzafiato, ma all'entrata ha iniziato a piovere, ed è venuto molto freddo. Abbiamo percorso circa un'ora e mezza con 10 gradi di temperatura e la pioggia insistente che batteva sulla moto. Per quanto fossimo dentro uno dei parchi nazionali più belli del mondo, fermarsi era impossibile... sia perché eravamo paralizzati dal freddo, e andavamo avanti per inerzia e spirito di sopravvivenza, sia perché non ci sono particolari ripari lungo il percorso: il massimo che si può trovare prima della Yosemite Valley sono dei bagni di legno allestiti sulle piazzole di servizio ai margini della strada.
Dopo un'ora e mezza di moto sotto il diluvio, quando ha iniziato ad uscire un pò di sole, ci siamo fermati lungo la strada per togliere le giacche bagnate e mangiare qualcosa... quel tragitto ci aveva portato via un sacco di energie, ma in fin dei conti è stato bello lo stesso!
Siamo giunti a El Portal alle 17 del pomeriggio, sperimentando un'escursione termica di circa 30 gradi (passando dai 10 gradi di Tioga Pass ai 40 del campeggio). L'alloggio presso Indian Flat è stato bellissimo (fig. 15 e 16), e lo consigliamo a tutti i viaggiatori che ci stanno leggendo.
- CONSIGLIO: i pernottamenti intorno a Yosemite sono molto limitati, e nonostante si tratti di campeggio si esaurisce in fretta, il pernottamento va prenotato
con mesi di anticipo.
La sera ne abbiamo approfittato della piscina e del pub: non c'è segnale né copertura internet in quella zona, pertanto si è totalmente isolati, ma in realtà ciò rende l'esperienza ancora più bella!
Siamo andati a dormire dopo aver letto un cartello davanti all'insegna del campeggio: attenzione agli orsi!
Con immensa nostalgia abbiamo lasciato la zona del parco... la colazione presso il lodge di El Portal è stata buonissima e così abbondante che ci ha permesso di saltare il pranzo. Non potete sbagliare il posto: c'è solo quello!
Tutto pronto per la destinazione del nostro quinto giorno di viaggio: la famosa San Francisco!
Durante il tragitto in moto, iniziamo ad osservare che la spia di pressione gomme si accende di nuovo: poco problema, le gonfiamo presso una stazione di servizio a Mariposa, che scopriamo essere una cittadina americana bellissima e molto caratteristica. Durante tutto il viaggio del giorno 5 abbiamo mantenuto sotto controllo la pressione della gomma posteriore, che calava molto lentamente destandoci qualche sospetto.
Il nostro arrivo a San Francisco è avvenuto alle ore 17.30, dopo il check-in presso l'hotel ci siamo spostati presso Coit Tower per godere la vista sulla città, i suoi famosi ponti, e l'isola di Alcatraz... e qui, abbiamo fatto un incontro degno di nota.
Mentre scrutavamo l'orizzonte, ci siamo sentiti chiamare alle nostre spalle: girandoci, scorgiamo un signore di mezza età intento a fumare un sigaro. Inizia così la nostra chiacchierata su politica, ristoranti della zona consigliati, e altro.
Ci rendiamo subito conto che si tratta di una personalità particolare, e dopo poco scopriamo che è un rinomato costruttore di San Francisco, famoso negli Stati Uniti per le sue ricchezze e i libri scritti, con diversi titoli rintracciabili anche su Amazon. Da questo incontro abbiamo ereditato il suo motto per la vita, che lui ci ha lasciato appuntato su un biglietto da visita: qualcosa di tipicamente americano ma pur sempre d'ispirazione e fonte di motivazione, chi vuole leggerlo deve andare a San Francisco e sperare di incontrare questa persona sulla torre panoramica :)
Le principali attrazioni in zona: China Town, Pier 39 (la sera si possono vedere decine di leoni marini intenti a riposare l'uno vicino all'altro), Little Italy per i più patriottici, il Ferry Building Market presso il Pier 1, e la Muir Woods National Forest (una foresta di sequoie subito fuori da San Francisco. Da ricordare che anche in questo caso è richiesta la prenotazione obbligatoria per accedere al sito durante l'alta stagione). Consigliata infine l'escursione notturna presso l'isola di Alcatraz. I biglietti si esauriscono facilmente, e devono essere acquistati in rete prima del viaggio.
Il piatto tipico della zona consiste in una zuppa di besciamella e vongole contenuta in una forma di pane, e nominata "Clam chowder", che può essere rintracciata sul molo 39 presso più ristori, adatti a tutte le tasche: viene servita dai ristoranti più costosi così come da quelli simili a fast food.
Il nostro quinto giorno si chiude così, con una calda zuppa di besciamella e vongole, avvolti da un freddo surreale per essere il mese di agosto. Ricordatevi che San Francisco è una città davvero fredda!
Chi visita San Francisco non può non andare a vedere il Golden Gate! Ed è con questo scopo che la mattina ci siamo diretti verso il ponte, attraversandolo fino in fondo, fino a raggiungere Sausalito, una graziosa cittadina marittima dalla quale è possibile ammirare piacevolmente con un solo colpo d'occhio tutta down town San Francisco.
Sausalito infatti si trova esattamente dalla parte opposta al Golden Gate: qui parcheggiare la moto è davvero un'impresa, dopotutto come in tutta la città! I posteggi dedicati alle moto non esistono: lì non sono abituati a questo mezzo di trasporto! Bisogna quindi dotarsi di buon senso, per "inventarsi" dei parcheggi che permettano soste interessanti presso il sito, allo stesso tempo senza intralciare la viabilità del posto che è davvero particolare (sono poche anche le auto in circolazione per il vero, mentre la maggior parte delle persone si sposta con le biciclette o con i monopattini). In generale, chi vuole parcheggiare presso i parcheggi autorizzati, deve prepararsi a spendere 10$ l'ora, senza distinzione tra auto, pic-up, pulmini o moto!
Per le canoniche foto al Golden Gate invece, è sufficiente inserire nel navigatore "punto panoramico Golden Gate". Moltissimi turisti pertanto.. attenti a non dimenticare niente sulla moto, ci sono molti furti!
Il nostro pomeriggio del sesto giorno è infine trascorso alla ricerca di un'officina per sostituire la gomma posteriore ormai visibilmente bucata. L'unica difficoltà incontrata è stata quella di trovare qualcuno disposto a lavorare sulle moto: come scritto sopra, sono pochissime le moto in circolazione, e la maggior parte dei gommisti trattano solo auto. Ne abbiamo approfittato per vedere zone della città meno turistiche, e uscire dai canonici giri ad elevata frequentazione. Il risultato? Una divertentissima chiacchierata con i meccanici che ci hanno dato assistenza, non male direi!
Abbiamo trascorso l'ultima serata in città alla ricerca di felpe calde da indossare, e abbiamo curiosato tra i negozi e le giostre del Pier 39!
Monetery la destinazione del nostro settimo giorno di viaggio! Per arrivarci la strada è piacevole e non molto lunga, e si costeggiano posti famosi come Cupertino, la Stanford University, Palo Alto. Noi abbiamo fatto una sosta a Santa Cruz e Capitola, dove abbiamo approfittato del sole e del mare per una mangiata vista spiaggia. Mangiare in California non è mai economico: quel giorno il menu offriva Fish & Chips alla modica cifra di 20 dollari, a cui vanno aggiunte le mance obbligatorie per i camerieri.
Il nostro arrivo a Monterey non è stato esattamente come ce lo aspettavamo, per via delle condizioni meteo: la destinazione era avvolta da una nebbia molto fitta, nuvole basse e soprattutto tanto tanto freddo (fig. 22), e bisogna stare attenti perché la sera alle 21 chiudono le cucine di tutti i ristoranti. Pertanto il consiglio è quello di cenare molto presto, altrimenti ci si ritrova a doversi rifare ai fast food, gli unici aperti anche dopo le 21.
La nostra salvezza in quella tappa? Trovare un pub a ridosso dell'Oceano, che per quanto non ci desse da mangiare ci ha dato l'opportunità di ascoltare ottima musica dal vivo! Abbiamo apprezzato i pezzi di una band locale appassionata e talentosa, è stato davvero bello!
Il nostro settimo giorno si è chiuso così!
La tappa a Monterey è stata strutturata apposta con lo scopo di andare a vedere le balene. Le barche fanno tour da circa 3 ore in mare aperto, con partenza la mattina alle ore 9.00 o alle ore 10.00. Noi abbiamo preso il secondo turno, siamo arrivati al Fisherman's Wharf di Monterey già con la moto carica di valige, e lì l'abbiamo parcheggiata.
L'escursione è stata molto interessante, siamo partiti avvistando due delfini, e successivamente abbiamo visto balene, foche e leoni marini. L'avvistamento è assicurato in quanto le barche vanno appositamente nelle zone ricche di cibo, dove le balene salgono in superficie proprio per rifornirsi. Tuttavia non ci sono sicurezze sul numero di avvistamenti che si possono fare: noi siamo stati fortunati, infatti ne abbiamo viste una decina. L'avvistamento più bello è stato quello di due balene che sono salite in superficie proprio accanto alla barca, lasciandoci tutti a bocca aperta: l'hanno fatto all'improvviso! Anche in questo caso, bisogna ricordarsi di coprirsi bene perché fa freddo, in mezzo all'oceano c'è molto vento.
Dopo la barca, il nostro obiettivo era quello di spostarci presso la tappa successiva, sempre lungo la Pacific Coast: Morro Bay.
Come prepararsi a questa tappa? ricordarsi ancora una volta che fa freddo, il pomeriggio sale nebbia e le nuvole sono basse e soprattutto si cena prestissimo. Alle 20.40 le cucine dei ristoranti erano già chiuse. Attenti a questi aspetti, e soprattutto non bisogna viaggiare in queste località con l'aspettativa di trovare il mare italiano: non c'è modo di fare il bagno nonostante il periodo estivo, le onde sono sempre alte e l'atmosfera è molto grigia: questo però è il bello di esplorare il mondo!
Mattinata a Morrow Bay, dove ci è stata gentilmente offerta una ciambella alla cannella da un cameriere probabilmente di origine italiana: abbiamo mangiato pancakes, yogurt con frutta, bevuto caffè americano, e infine, super pieni ci siamo messi in viaggio con destinazione Los Angeles, per chiudere il nostro cerchio! Dopo 3 ore di viaggio abbiamo fatto una sosta a Malibù, famosa per le sue ville stratosferiche dove alloggiano le star hollywoodiane.
Il consiglio se si vuole godere la spiaggia, è quello di inserire sul navigatore una meta specifica (noi per esempio ci siamo fermati a Zooma Beach), altrimenti si arriverà nel centro di Malibù che si trova molti metri sopra il livello del mare, ed essendo colonizzato da ville e ristoranti risulta poco accessibile e per nulla visitabile.
Procedendo sulla Pacific Coast, ci siamo fermati al Pier di Santa Monica, famosissimo anch'esso per essere comparso in moltissimi film, uno fra tutti Lala Land. Il momento del tramonto è sicuramente magico e merita una sosta. Ci sono molte attrazioni sul molo, come giostre, ciambelle da mangiare, un acquario immenso... ma perdersi nelle luci d'orate del tramonto è di sicuro la migliore attrazione a nostro parere.
Eccoci infine giungere nel nostro ultimo motel, con tanta nostalgia dei giorni passati ma allo stesso tempo tanta voglia di trascorrere la serata in giro a brindare e festeggiare i 2600 kilometri trascorsi in moto.
Da non perdere: la walk of fame, Beverly Hills, West Hollywood e soprattutto il quartiere della movida, subito a ridosso: Los Feliz. è qui che noi abbiamo trovato un locale carinissimo per bere.
Tuffo in piscina in motel a chiusura di una vacanza memorabile!
Con uno schiocco di dita si è giunti alla fine del viaggio: non potevamo andare via senza aver provato il famoso smoothie, nato a Los Angeles. Il quartiere Venice è famoso per gli smoothies e per aver visto band di fama mondiale come i Doors, dovete visitarlo.
Abbiamo restituito la moto con il pieno di carburante intorno a mezzogiorno, e da lì ci siamo mossi con Uber presso il terminal 5 dell'aeroporto internazionale di Los Angeles... Cosa ci portiamo a casa da questo viaggio?
"Live in the Present and Focus. Let your life speak for itself. Travel to new places. Ask for what you want. If you don't ask, you can't get. Have fun.
BE THE ARCHITECT OF YOUR OWN LIFE!".
Al prossimo viaggio!